Il 6 luglio ha preso il via la seconda edizione di Nomad Capri, una manifestazione che è stata inaugurata lo scorso anno e che è giunta alla sua dodicesima edizione. Arte e design si fondono tra loro in uno scenario da incanto come quello caprese e più nello specifico, nella splendida cornice della Certosa di San Giacomo, uno dei monumenti storici della terra delle sirene costruita nel 1371 per il conte Giacomo Arcucci. L’evento punta a coinvolgere le principali realtà museali a livello internazionale compresi i progetti speciali. Il viaggio è il protagonista assoluto di Artists in Flux, progetto curatoriale interdisciplinare di NOMAD in collaborazione con Gucci. Un’occasione di dialogo e scambio unica nel suo genere e che unisce arte, design e architettura. Tre artisti provenienti da diverse città del mondo sono stati selezionati da NOMAD con il supporto dalla Maison italiana, e chiamati a interagire per mostrare il loro lavoro in un luogo speciale. É proprio alla Certosa di San Giacomo che, tra un dedalo di chiostri, accanto al museo dedicato a Diefenbach e un giardino segreto con vista sui Faraglioni, il designer americano Misha Kahn, l’artista ruandese Cedric Mizero e l’architetto egiziano Tarek Shamma si incontrano per dar vita a nuove idee, nuovi progetti e percorsi innovativi, partendo dalle radici, dalle tradizioni e dalla storia. Le loro opere esplorano, di volta in volta, questioni storico-culturali, superano i confini dell’artigianalità, si spingono oltre le prospettive dell’architettura di domani. Tutto questo trova la sua massima espressione nel progetto “Artists in Flux”, terza edizione: la collaborazione tra Nomad e Gucci vede mostrare i mondi di tre artisti completamente differenti: Cedric Mizero, Misha Kahan e Tarek Shamma. Latitudini differenti e invito alle iterazioni ben diverse. Cedric Mizero, ruandese, colloca la sua ricerca di tessuti e narrative con una forte necessità di ricordare, osservare e tramandare l’artigianato delle sue origini. Misha Kahn, figlio di una scrittrice, ha la capacità di connettere con la sua fantasia attraverso la pratica. La sua grande opera troneggia dolce, illogica e morbida al centro del chiostro principale. Tarek Shamma si divide invece tra Londra e Il Cairo e i suoi mobili, intagliati nelle preziose materie, quali l’alabastro, parlano di antiche memorie e lusso moderno. Dunque, tre mondi diversi tra loro che si snodano in un unico percorso a firma Nomad Capri.