Oscar: l’elenco dei film e degli attori premiati
Gli Oscar sono tornati finalmente in presenza. Nella notte dedicata all’Ucraina con il messaggio accorato di Mila Kunis e le star che indossano un nastrino giallo e blu, è I segni del cuore – Coda a essersi aggiudicato l’Oscar 2022 come il miglior film della 94esima edizione degli Academy Award, al Dolby Theatre di Los Angeles. Una vittoria storica ed emozionante per il film interpretato nel linguaggio dei segni, il remake statunitense della commedia francese del 2014 La famiglia Bélier. La storia, ambientata a Gloucester, nel Massachusetts, vede come protagonista Ruby, l’unica della sua famiglia a essere dotata dell’udito, a differenza degli altri membri della sua famiglia. Gli attori Marlee Matlin, Troy Kotsur (che ha vinto l’Oscar come miglior attore non protagonista) e Daniel Durant intepretano i personaggi sordi nel film mentre la protagonista è interpretata dall’attrice Emilia Jones. Kotsur è il secondo attore non udente a vincere la statuetta dopo Marlee Matlin,che nel 1987 vinse il premio come miglior attrice per Figli di un dio minore.
“Grazie all’Academy per averci permesso di fare la storia stasera. Congratulazione anche agli altri candidati. Al nostro cast, avete creato una bellissima famiglia piena d’amore, dentro e fuori” hanno detto i produttori dal palco.
Il film sui pescatori sordi del Massachusetts di Sian Heder (che ha anche vinto l’Oscar per la migliore sceneggiatura non originale) ha rappresentato un altro avvenimento nuovo alla storia del cinema e degli Oscar: nessun film di Sundance aveva mai vinto finora l’Oscar più prestigioso.
Delusione per l’Italia
Abbiamo sperato, fino all’ultimo secondo. Fino a quando non abbiamo capito che l’Italia fosse definitivamente fuori dalla notte degli Oscar 2022. Nessuno dei tre italiani candidati si è aggiudicato la statuetta, a cominciare da Paolo Sorrentino, in gara con È stata la mano di Dio a rappresentare il film internazionale (vinto invece dal giapponese Drive my car). A mani vuote anche Massimo Cantini Parrini candidato per i costumi di Cyrano (la statuetta l’ha vinta Jenny Beavan per Crudelia) né per Enrico Casarosa candidato per il miglior film d’animazione con Luca (premio vinto dal favorito Encanto).
“Oggi, dopo due anni di lavoro, con la cerimonia degli Oscar, si chiude il ciclo di questo film. Da mesi mi viene chiesto perché ho fatto questo film e non ho mai trovato una risposta autentica. Oggi l’ho trovata: volevo tornare, anche solo per un attimo, a questa foto. A mia madre”, ha scritto su Instagram il regista Paolo Sorrentino. Il film è infatti il più intimo e personale del regista premio Oscar, è un viaggio a ritroso nei ricordi, nei sentimenti, nei dolori e nelle emozioni di un ragazzo che si trova ad affrontare il dramma più grande: la morte di entrambi i genitori, in un passaggio delicato come quello della scelta del proprio destino. Un film che ci ha emozionato e che, nonostante il mancato riconoscimento, rimarrà impresso nella mente di tutti noi.
Gli attori:
Il premio come Miglior attore protagonista se lo aggiudica Will Smith per King Richard – Una famiglia vincente. Will Smith è il protagonista assoluto, nel bene e nel male, di questa edizione degli Oscar, che ha ravvivato con un incidente decisamente inaspettato. Durante il suo discorso dopo avere ricevuto l’Oscar, Smith in lacrime si è scusato per aver colpito Chris Rock dicendo che “l’amore fa fare follie”. Mentre presentava il premio per i documentari, il comico ha fatto una battuta sul taglio radicale dei capelli di Jada Pinkett Smith, la moglie di Will, che soffre di alopecia. L’attore non l’ha presa bene ed è salito sul palco sferrandogli uno schiaffo. Inizialmente gli spettatori hanno pensato a una gag. Ma non così non era.
Il premio come migliore attrice protagonista è stato assegnato a Jessica Chastain per Gli occhi di Tammy Faye, che ha ricevuto una standing ovation ad accogliere la notizia del suo premio. Mentre a vincere il premio come miglior attrice non protagonista è stata Ariana DeBose perWest Side Story di Steven Spielberg. “Non smettete mai di provarci, c’è sempre un posto per noi”, ha detto l’attrice attrice afro-latina impegnata per i diritti Lgbqt, prima donna di colore lesbica a vincere la statuetta. Straordinaria cantante, con una voce intensa, Ariana de Bose ha vinto lo stesso premio conquistato da Rita Moreno, per lo stesso film e lo stesso ruolo nel 1961. Per la De Bose “è stata l’estate di una vita” girare West Side Story, ha ringraziato il regista Steven Spielberg con la frase “Non ti libererai mai più di me” e ha anche reso omaggio a Moreno, la sua “ispirazione divina” che ha aperto “la strada a una generazione di Anita”.
Premio regia a Jane Campion:
Il premio per la miglior regia è andato a Jane Campion per il suo Il potere del cane. Campion, che è stata la prima donna a ottenere la nomination come miglior regista due volte, segue Kathryn Bigelow e Chloe Zhao come la terza donna in assoluto a vincere il premio. “Grazie a un uomo che non ho mai conosciuto, Tomas Savage che ha scritto della crudeltà e del suo opposto la gentilezza”.
La sceneggiatura:
Per la migliore sceneggiatura originale l’Oscar è andato a Kenneth Brannagh per il suo Belfast. In nomination c’erano anche Don’t look up, Una famiglia vincente – King Richard, Licorice Pizza e La persona peggiore del mondo.
I premi tecnici e le altre statuette:
In realtà, prima della cerimonia, erano già state assegnate le otto statuette ‘tecniche’, una decisione che ha generato polemiche tra gli addetti ai lavori. Il film Dune, che vanta ben dieci nomination in tutto, ha conquistato quattro premi. Al film di Denis Villeneuve è andato il riconoscimento per la miglior colonna sonora originale composta da Hans Zimmer oltre che per il miglior suono (Mac Ruth, Mark Mangini, Theo Green, Doug Hemphill e Ron Bartlett), il miglior montaggio (Joe Walker) e la migliore scenografia (Production Design: Patrice Vermette; Set Decoration: Zsuzsanna Sipos). Summer of Soul (…Or, When the Revolution Could Not Be Televised) ha vinto l’Oscar come miglior film documentario. È diretto da Ahmir “Questlove” Thompson e racconta l’annata 1969 dell’Harlem Cultural Festival. Nel ritirare il premio il regista e musicista Questlove è stato preso dalla commozione. Gli altri nominati erano Ascension, Attica, Flee e Writing with fire.Per la miglior canzone originale il premio è andato a Billie Eilish e al fratello Finneas O’Connell per No Time to Die, che fa parte della colonna sonora dell’ultimo James Bond.
Il premio come miglior documentario corto è andato a The queen of basketball di Ben Proudfoot, il miglior corto d’animazione è The windshield wiper di Alberto Mielgo e Leo Sanchez, mentre il miglior cortometraggio live action è The long goodbye di Aneil Karia and Riz Ahmed. Il premio come miglior trucco e acconciatura è stato assegnato al team di Gli occhi di Tammy Faye. Linda Dowds, Stephanie Ingram e Justin Raleigh sono i vincitori. Il film ha avuto la meglio sugli altri nominati: Crudelia, Coming 2 America, Dune e House of Gucci. Il premio per la miglior fotografia è andato a Greig Fraser perDune. La statuetta è stata consegnata da Woody Harrelson, Wesley Snipes e Rosie Perez, insieme per celebrare i 30 anni della commedia cult Chi non salta bianco è. Il film di Denis Villeneuve è candidato a 10 premi. Il direttore della fotografia australiano (lo stesso dell’ultimo Batman) ha avuto la meglio su La fiera delle illusioni, Il potere del cane, Macbeth, West Side Story.
The Queen of Basketball ha vinto l’Oscar 2022 per il miglior cortometraggio. Nel suo discorso di accettazione, il giovane regista Ben Proudfoot, ha invitato il presidente Joe Biden a “riportare a casa Brittney Griner“, la cestista due volte oro olimpico, arrestata a febbraio all’aeroporto di Mosca con l’accusa di aver portato marijuana. Con questo film il New York Times ha vinto il suo primo Oscar. Il breve film racconta la storia dell’atleta Lusia Harris, la prima donna a fare canestro alle Olimpiadi e una delle prime due donne ‘introdotte’ nella Basketball Hall of Fame. L’atleta è morta lo scorso 18 gennaio in Mississippi a 66 anni.
Miglior film: Coda
Migliore attrice protagonista: Jessica Chastain (Gli occhi di Tammy Faye)
Miglior attore protagonista: Will Smith (Una famiglia vincente – King Richard)
Migliore regia: Jane Campion (Il potere del cane); Migliore canzone: No time to die – Billie Eilish e Finneas O’Connell (No time to die)
Miglior documentario: Summer of Soul
Miglior sceneggiatura non originale: Sian Heder (I segni del cuore – CODA)
Miglior sceneggiatura originale: Kenneth Branagh (Belfast)
Migliori costumi: Jenny Beavan (Crudelia)
Miglior film internazionale: Drive My Car (Giappone – Ryusuke Hamaguchi)
Miglior attore non protagonista: Troy Kotsur (I segni del cuore – CODA)
Miglior film d’animazione: Encanto
Migliori effetti speciali: Paul Lambert, Tristen Myles, Brian Connor e Gerd Nefzer – Dune (Dune: Part One)
Miglior fotografia: Greig Fraser – Dune (Dune: Part One)
Miglior attrice non protagonista: Ariana DeBose (West Side Story)
Miglior trucco: Linda Dowds, Stephanie Ingram e Justin Raleigh – Gli occhi di Tammy Faye (The Eyes of Tammy Faye)
Miglior sonoro: Mac Ruth, Mark Mangini, Theo Green, Doug Hemphill, Ron Bartlett – Dune (Dune: Part One)
Miglior scenografia: Patrice Vermette – Dune (Dune: Part One)
Miglior montaggio: Joe Walker – Dune (Dune: Part One)
Miglior colonna sonora: Hans Zimmer – Dune (Dune: Part One)
Miglior cortometraggio: The Long Goodbye, regia di Aneil Karia e Riz Ahmed
Miglior corto documentario: The Queen of Basketball, regia di Ben Proudfoot
Miglior corto d’animazione: The Windshield Wiper, regia di Alberto Mielgo e Leo Sanchez