Il Maalot Hotel è un hotel a 5 stelle che si sviluppa a partire dal ristorante: il Don Pasquale, bistrot che fà da biglietto da visita di questo nuovo boutique hotel nel cuore di Roma. L’edificio è circondato da teatri ed è situato in quella che per nove anni è stata la residenza del compositore italiano Gaetano Donizetti (1979 – 1848), tra le cui famose opere c’è il Don Pasquale. Siamo a due passi da Fontana di Trevi, dalla Galleria Sciarra, vicini al teatro Quirino e il Dei Servi, alla Galleria Alberto Sordi. Una zona tutta via dove c’è poca offerta di qualità e tanta, di contro, invece, acchiappaturisti. E di turisti Roma ne vede tanti.
“Vogliamo diventare il punto di riferimento per una clientela anticonformista, giovanile, amante del bello e della buona cucina” afferma il General Manager Edoardo Officioso. Un vero “all day dining” dal mood internazionale e l’anima romana: “un bistrot in cui andare con leggerezza, per la proposta semplice e i prezzi accessibili” spiega Claudio Ceccherelli, CEO del Gruppo Shedir di cui questa è la terza insegna: oltre al Tiberio Palace di Capri e al Vilòn di Roma. Il Maalot mira ad attrarre una clientela giovane e alla ricerca di un luogo conviviale, accogliente e vivace, nel cuore di Roma. Elemento caratterizzante delle 30 suite, sono i dipinti di cappelli che simboleggiano l’emozione di “posare il cappello e sentirsi a casa”.
il Maalot è un vero e proprio boutique hotel dall’animo chic: a partire dalla veranda vetrata e dal corridoio iniziale, si arriva poi al salone centrale con un enorme e antico lampadario, sovrastato da un tetto in vetro. Quello che però colpisce al primo sguardo sono i quadri, dall’animo ironico, alle pareti. Apparenti capolavori storici, a firma di Stanley Gonczanski. I colori pieni – pavone, rosso, verde inglese- i materiali e i tavoli sono volutamente disomogenei, creano un’atmosfera british ed un ambiente che rimanda ad un club coloniale. A completare il tutto, 60 coperti più un paio di sedute al bancone del bar, rivestito in ottone ed ebano.
Quello del Don Pasquale è un menu eclettico. Alcuni piatti sono evergreen della cucina romana, rivisitati in chiave moderna. Il servizio offerto è quello di un “all day dining”: ovvero si può iniziare a mangiare dal momento della colazione finendo al dopo cena, con il sottofondo della musica in ogni momento della giornata. A guidare la cucina c’è lo chef Domenico Boschi “La mia cucina è tradizionale, ma influenzata da tecniche moderne e profumi esotici, soprattutto sud-est asiatico ma sto cercando di concentrarmi sul rimanere nelle linee guida del posto, quindi un bistrot moderno che punta alla tradizionalità romana” racconta lo chef.
Nel menù troviamo lo spaghettone all’amatriciana (15 euro), tonnarelli cacio e pepe e bombolotti alla carbonara. “Siamo amanti anche del comfort food, quindi ho messo in lista i club sandwich, il Don Burger con cheddar e cicorietta, e l’avocado toast che secondo me non dovrebbe mai mancare in hotel“, afferma. Le pietanze proposte sono stagionali e ci sono varianti giornaliere, troviamo la spigola con scarola, uvetta e pinoli, le uova bio con spuma di patate e cardoncelli (13 euro) e il taco con cioccolato e lamponi (9 euro). Il tiramisù viene servito in una tazzina in porcellana. E poi ancora si può scegliere tra zucchine romanesche, friggitelli, puntarelle e cicoria. Tra gli antipasti spicca il polpo fritto con ceci e cicoria. Tra i secondi, l’amatriciana Don Pasquale con guanciale di maiale affumicato di Sauris con pici artigianali e pecorino romano DOP; Pappardelle, ajo, ojo, baccalà e ceci per un piatto rustico ricco di sapori; Vitella alla fornara e galletto alla cacciatora. La pasta? è chiaramente fatta in casa, così coma la focaccia che viene servita sempre calda.
Ma il piatto più rappresentativo del Don Pasquale è il baccalà fritto (24 euro), “preparato con chips di carciofo alla giudia, un carciofo alla romana e maionese fatta in casa“. Le tecniche di cottura sono quelle moderne, “utilizzo soprattutto la salamoia e la bassa temperatura“.
Parlando della colazione, la cucina offre un’ampia selezione di dolci, tra cui il classico maritozzo romano con la panna, ma anche la pizza con la mortadella e una vasta scelta di uova cotte reinventate con ingredienti della tradizione romana: uova al basilico e pomodori, uova alla amatriciana e uova al cacio e pepe. Infine, non si può non assaggiare il tradizionale tiramisù o il crumble di mele e cannella, vere e proprie delizie per il palato.
Non preoccupatevi, il Maalot non sarà l’ultima apertura del gurppo Shedir. Vedremo a breve l’apertura di Palazzo Umiltà e di Palazzo Roma, a coronamento di una proposta di stile innovativa ma sempre eterogena e con tratti distintivi comuni: “il focus al design, alla qualità dei materiali, agli ambienti, firmati ogni volta da un architetto diverso; e poi il grande senso di ospitalità, l’intimità e autenticità del servizio offerto: sincero, spontaneo e personalizzato”.