Organico: perchè la moda e l’innovazione non possono prescindere da un approccio sostenibile
“Cool sustainable fashion, where every action matters”: questo è il motto di “Organico”, brand di beachwear che punta tutto sull’etica sostenibile attraverso un’estetica contemporanea e inclusiva.
Giulia e Chiara, le fondatrici di Organico, danno vita a un prodotto che mira non solo al “bello” e all’estetica del marchio, ma va incontro a ciò in cui loro credono fermamente: l’importanza della sostenibilità e della cura dell’ambiente. Non a caso il brand, in quanto attivista, ha deciso di donare il 2% del proprio fatturato alla Onlus “Plastic Free”, associazione di volontariato volta a sensibilizzare tutti sulla coscienza ambientale ed in particolare sulla pericolosità di utilizzo della plastica. I capi, completamente Made in Italy, sono caratterizzati da linee e forme semplici e si tingono dei colori della natura, dal nero al verde salvia. Veri e propri ever green dal fascino elegante e senza tempo. Rivelatore di un attento lavoro di upcycling è il materiale simbolo del brand: il nylon rigenerato dalle reti da pesca abbandonate negli oceani.
Una slow production a km 0. Il primo vantaggio? senza dubbio il minor impatto ambientale. Per un mondo più pulito, più giusto e volto alla realizzazione di una moda eco-sostenibile. Che dire, un brand giovane e rivoluzionario che guarda al futuro attraverso un linguaggio non solo estetico, ma sopratutto e prima di tutto etico. Un investimento a tutela dell’ecosistema.
Ciao Giulia e ciao Chiara, raccontateci da dove siete partite e come nasce il vostro brand di costumi “Organico”:
Siamo amiche dai tempi del liceo e già allora fantasticavamo su come sarebbe stato il nostro futuro e sulla nostra passione per la moda che ci ha sempre accomunate. Poi negli anni dell’università e del lavoro abbiamo seguito strade diverse ma parallele. Ci siamo ritrovate prima a Londra, dove Giulia studiava Fashion Design presso il London College of Fashion mentre Chiara ha seguito un corso breve post laurea in direzione artistica per la moda alla Central Saint Martins. Giulia torna a lavorare a Roma per un famoso brand di lusso mentre Chiara si sposta a Parigi dove consegue il master in Fashion Management per la produzione e sviluppo prodotto. E’ proprio a Parigi dove ci ritroviamo nel 2019 e dove oltre a lavorare nella stessa storica maison francese, diventiamo anche coinquiline. Tra le chiacchiere serali uscì l’idea che un giorno sarebbe stato bello creare un nostro brand. L’idea di Organico nasce però verso Aprile 2020, in pieno lockdown, dove nonostante fossimo felici dei nostri percorsi lavorativi ci sentivamo che dovevamo fare qualcosa di più per il nostro pianeta. Così abbiamo iniziato a pensare in che direzione muoverci, con che tipo di design e prodotto iniziare, con l’intento di mantenere un’estetica fashion, come quella a cui eravamo abituate nelle grandi aziende per cui abbiamo lavorato, ed unirla ad un messaggio etico, sostenibile e made in Italy.
Cosa significa per voi la parola “organico” e che valore attribuite a questo termine, così importante, nel vostro quotidiano?
Organico prende il nome da volontà di trasmettere un messaggio forte e abbiamo scelto questa parola proprio perché comprensibile in diverse lingue. Noi dentro Organico vediamo un futuro migliore a partire dalla consapevolezza che bisogna cambiare oggi il nostro modo di acquistare e pensare alla moda. Organico da un’alternativa a tutte quelle persone che come noi credono nell’importanza delle piccole azioni e nel potere delle scelte quotidiane. Abbiamo voluto creare questo brand non solo per proporre un prodotto che fosse sostenibile solo per i tessuti scelti e il modo di produzione ma che parlasse anche di tematiche importanti come l’impatto ambientale dell’industria tessile, e di valori come la lotta per un futuro migliore. I nostri social sono una finestra aperta sul mondo di Organico dove parliamo a 360° del sourcing, della produzione, della qualità e della provenienza delle materie che usiamo, non solo per i costumi ma anche per il packaging, proprio perché per noi la trasparenza e la tracciabilità sono altri valori intrascendibili.
Il vostro è un brand etico che promette di essere simbolo di una moda responsabile, che proprio negli ultimi anni sta andando sempre più verso il sostenibile e verso l’apertura all’inclusione e alla bodypositivity. Voi cosa ne pensate e come vedete a tal proposito il futuro del mondo del fashion?
Mentre scambiavamo idee su come sarebbe dovuto essere per noi un brand sostenibili abbiamo iniziato a fare delle ricerche di mercato e quello che ci ha convinte ancora di più ad intraprendere questo viaggio è stato il gap nel mercato italiano che è uscito dalla nostra analisi. Ci siamo rese conto che le persone sono sempre più attente alle tematiche ambientaliste, soprattutto le nuove generazioni, ma che spesso fanno fatica a reperire un brand sostenibile che le soddisfi in termini non solo di prodotti, ma anche di immagine. Sui nostri social parliamo spesso di rispetto non solo per l’ambiente ma anche proprio per le persone, le due cose devono andare sempre di pari passo. Sono ancora pochi i brand sostenibili che si impegnano su entrambi i fronti, e in Italia si parla ancora troppo poco dell’importanza dell’inclusivity. Per il nostro shooting abbiamo scelto ragazze normali e bellissime proprio per questo. Ci siamo chieste che senso avesse continuare a prendere delle modelle perfette ma dai canoni inarrivabili. Invece in questo modo chi arriva nell’universo di Organico si riconosce in quelle ragazze e speriamo che questo le aiuti a capire che ogni corpo è bello proprio perché unico.
Mai come in questo periodo abbiamo capito l’importanza della valorizzazione del nostro paese e delle sue imprese. Dunque, quanto è stata importante per voi la scelta del “made in Italy” per la creazione del vostro brand?
Per noi era fondamentale creare un prodotto che fosse di qualità superiore, rifinito alla perfezione e dai dettagli curati, tutto questo è stato possibile solamente affidandosi alle mani esperte come quelle del Made in Italy. Poi sicuramente entra in gioco anche l’amore per il nostro paese e diciamo che sostenere le piccole imprese locali è il nostro modo di valorizzare e ringraziare questa terra per tutto quello ci offre. La nostra produzione inoltre è quasi a KM zero, il laboratorio dove produciamo i costumi è a pochi minuti da dove viviamo e questo ci ha permesso di monitorare step by step tutta la produzione. Inoltre ogni elemento di questa collezione, dalle sacchette al tessuto è tutto prodotto in Italia.
Parlateci della vostra prima collezione: la “Collezione zero”.
La collezione nasce pensando all’amore per il mare, ma anche alla valorizzazione dei corpi femminili. Ogni costume è pensato per un tipo di fisico diverso. Il bikini Mediterraneo è un bikini versatile e sgambato che grazie alla costruzione a tendina permette di regolarlo scoprendo di più o di meno le forme. Il Balconcino Baltico è un due pezzi con balconcino perfetto per sostenere il seno grazie anche al fatto che le spalline si possono annodare in 3 modi diversi. La particolarità del nostro modello Intero Caraibico sono le due lunghissime trecce annodabili intorno al corpo in diversi modi. Per finire, c’è l’Oceano Indiano, il nostro modello sporty adatto per fare surf, yoga ma anche da poter usare come top per uscire. La particolarità e il segno distintivo dei costumi di Organico sono le trecce fatte a mano da noi, pensate come alternativa sostenibile oltre che estetica. Nei lacci dei costumi da bagno sono solitamente presente delle fettucce sintetiche per creare supporto al tessuto. Noi invece ci siamo chieste: in che modo possiamo avere lo stesso effetto ed elasticità senza usare la plastica? E così è nata l’idea delle trecce artigianali che rendono ogni costume un vero pezzo unico oltre che più sostenibile.
I modelli dei costumi portano tutti nomi di mari ed oceani, raccontateci il perché di questa scelta. Siete accumunate da un legame particolare con il mare o si può dire essere una scelta prettamente etica?
Essendo cresciute in Italia il mare ha sempre fatto parte della nostra vita, inoltre Chiara fa surf da anni e anche Giulia ultimamente si è avvicinata a questo sport, che ti porta ad avere un contatto magico con il mare e i suoi essere viventi. Inoltre siamo tutte e due appassionate della natura, ci piace scambiarci titoli di documentari e libri sul mare o sull’ambiente in generale. Abbiamo scelto poi questi nomi perchè sono quelli degli Oceani più inquinati al mondo e volevamo dare continuità al nostro messaggio, con l’intento di aumentare anche nei nostri clienti la consapevolezza dell’inquinamento degli oceani. Proprio il nostro amore per il mare ci ha portato a scegliere di donare il 2% delle nostre vendite a Plastic Free, onlus che si occupa di ripulire i fondali marini e le spiagge italiane. Inoltre ci schieriamo in prima linea partecipando quando possibile e sponsorizzando i loro eventi.
Qual e’ la donna che indossa le vostre creazioni?
Sicuramente una donna che cerca qualcosa di più di un semplice prodotto di stagione, i costumi di Organico si rivolgono a chi pensa che consumare meno ma acquistando meglio sia un valore aggiunto al proprio guardaroba e non viceversa. Inoltre la donna che si avvicina al nostro brand condivide non solo i nostri valori etici ma anche l’amore per la moda e per il made in Italy.
Quali sono i progetti futuri di “Organico”?
Ci piacerebbe crescere e diventare un punto di riferimento tra i brand di moda sostenibili. Puntiamo ad ampliare la nostra collezione di costumi inserendo anche capi di abbigliamento pensando sempre però a come limitare l’impatto ambientale, ricercando materie sostenibili e producendo piccole produzione o su ordinazione in modo da evitare sovrapproduzioni e stock.