Gemme imperfette, ammalianti e variopinte infondono messaggi di speranza
Carlotta è la fondatrice del brand JÌJÌ che è anche la prima parola pronunciata da bambina. Nasce per riportare a una dimensione leggera e infantile dell’esistenza. Ogni articolo possiede un design unico ed è fatto a mano.
Da dove nasce la passione per i bijoux?
Ho sempre avuto una fissazione per i bijoux sin da bambina: mi riempivo le braccia di bracciali di fili per cucito intrecciati ai bangles in oro di mia madre.
Che materiali usi generalmente per le tue creazioni?
Perle d’acqua dolce in primis, perline in vetro multicolore, pietre naturali, lettere in acetato e oro quattordici carati o acciaio inox.
Questi preziosi oggetti lasciano un allure di mistero e sembra che a volte invitino a messaggi subliminali. Dove sta la chiave di lettura?
La chiave di lettura è libera e le mie creazioni si cibano proprio dalla spontaneità. Mi piace provocare e accostare visivamente l’arte antica e materiali semi-preziosi a pezzi con parole come HIGHEST o INSOMNIA.
Parlaci della tua ultima collezione
La mia ultima collezione Pre-Summer 2021 s’intitola GOOD TIMES e nasce in ricordo dei bei momenti a cui per un po’ abbiamo dovuto rinunciare. La capsule prevede 7 semplici collane girocollo per lui e lei, realizzate con perle d’acqua dolce, perline in vetro colorato in tonalità pastello, ma anche più decise dedicate alle anime dark anche in estate.
JÌJÌ rammenta anche uno scenario estivo per i suoi colori vivaci ma sofisticati, dove ci porterebbe?
JÌJÌ è dove vorresti essere. A St. Tropez negli anni Settanta, a casa della nonna ad impastare la focaccia, a letto con il tuo crush, nella Sardegna selvaggia, in una città infuocata dal caldo.
Con quale outfit abbineresti un gioiello JÌJÌ?
Uso spesso le collane abbinate ad una felpa grigia basic o ad una t-shirt total white con scritta colorata. Mi piace mixare JÌJÌ a necklace sottili in oro della mamma o i bracciali con perle e perline – modello Metà – a quelli in cotone sottilissimi che recupero da vecchie magliette che non uso più.
Quanto è difficile essere imprenditrice in un mondo governato da start-up e cosa fa la differenza?
È indispensabile osservare come si comportano gli altri, ma il valore aggiunto sta nel guardare sempre dritto e produrre solo ciò che si indosserebbe/acquisterebbe per se stessi. Non ragiono mai in base alla richiesta del mercato, ma in base ai miei gusti e valori.
Progetti per il 2021?
JÌJÌ sta lavorando ad una serie di micro bag per contenere gli essentials della vita quotidiana. Non è un trend nuovo ma qualcosa che mi piace, per cui ho deciso di fare da me.