Non deve essere semplice far si che la Couture abbandoni la sfera dei sogni e invada la vita di tutti i giorni senza snaturarla del suo essere. E sarà stato ancora più difficile farlo per un marchio come Schiaparelli, conosciuto per il suo massimalismo, il suo estro… riuscendo comunque a mantenere l’anima di Elsa. Eppure il nuovo direttore creativo Daniel Roseberry ci è riuscito splendidamente.
La collezione Ready to Wear Autunno Inverno 2020/2021 ha riversato l’eleganza della couture nel daytime ponendo l’attenzione sui capi chiave del guardaroba femminile, come il tailleur, il cappotto e la camicia, nel nome del minimalismo, senza dimenticare il massimalismo ed in particolare il surrealismo che da sempre hanno contraddistinto il brand creato da “L’Italiana”, anzi facendolo esplodere nei dettagli e negli accessori.
Succede così che la camicia di seta riporti la stampa di una boccetta di profumo, che il classico tailleur sia colorato nelle tonalità del blu o che i gioielli surrealisti siano stampati sugli abiti.
Il nero e la pelle, protagonisti indiscussi della collezione, si impreziosiscono di dettagli oro: la semplice gonna retta, così come i cappotti, i cardigan, i tailleur ed il tubino, riportano bottoni gioiello diversi l’uno dall’altro.
Nei vestiti più semplici la stoffa crea una grande e voluminosa rouche ed infine, un abito scuro dal profondo scollo a V non è tenuto su da bretelle, ma da due cerchi che sono orecchini.
La parte in cui l’impronta della couture è più visibile è quella dedicata alla sera con il voluminoso abito blu senza bretelle. Anche in questo caso però si cerca di smorzare l’effetto sognante, fiabesco abbinando a gonne vaporose body in pelle second skin.
La sobrietà degli abiti è totalmente inesistente nei gioielli in oro e negli accessori, tra i quali spiccano dei guanti lunghi in pelle nera con unghie oro e degli occhiali e dei gioielli che ripropongono la forma dell’occhio con pupille smaltate, ciglia in metallo e lacrime di perle
Tramite il surrealismo Roseberry ha legato la
collezione alle precedenti ed alla storia della maison: il famoso Skeleton
dress del 1938 rivive nei dettagli tridimensionali di un corpino in pelle, di
una giacca cropped, ma soprattutto nel retro di una tuta rosa schocking.
Il trompe l’olei è riproposto in metri sulla vita dei pantaloni o sugli scolli
delle giacce.
Una collezione che è un ossimoro ben riuscito, come il nome che le è stato dato “Dreamer in Daytime”, sognatore di giorno, e come i versi più belli di lirica nei quali gli opposti si uniscono per dare vita a qualcosa di innovativo e di poetico.