Matteo Napoletano è un professionista del settore immobiliare con una carriera in continua evoluzione, ma non solo: la sua passione per la moda e la comunicazione lo rende in grado di unire mondi apparentemente distanti. La sua esperienza, che spazia dall’immobiliare alla moda e al digitale, si alimenta di contaminazioni e opportunità che lo spingono a innovarsi costantemente. In questa intervista per Spaghetti Magazine, Matteo ci racconta del suo percorso professionale, delle sue ispirazioni e di come costruisce la sua identità visiva, facendo un affascinante parallelo tra il settore immobiliare e quello creativo, dove ogni spazio e ogni dettaglio conta.

Il settore del real estate è in continua evoluzione. Cosa ti ha spinto a intraprendere questa carriera e quali aspetti ti appassionano di più?
Il real estate è un settore in costante movimento, sempre alla ricerca di nuove prospettive e opportunità. Ed è proprio questa dinamicità ad avermi spinto a intraprendere questa carriera, che è ancora agli inizi ma mi sta già dando grandi soddisfazioni. È un mondo che appartiene ai visionari, a chi sa leggere il presente per anticipare il futuro. Qui si incontrano finanza, strategia e intuizione, ma soprattutto comunicazione. È proprio questo punto di contatto che lo rende così affine al mondo della moda e del digital, in cui mi muovo parallelamente. Ciò che mi appassiona di più è il fatto che il settore immobiliare non è solo business: è qualcosa che tocca la vita di ognuno di noi. Le case che abitiamo, gli spazi che viviamo, le città che cambiano sotto i nostri occhi: tutto questo ha un impatto reale sulle persone. Contribuire a costruire, trasformare e valorizzare questi luoghi è un processo affascinante, che unisce creatività e concretezza.


Puoi raccontarci del tuo percorso professionale e di come le tue passioni personali influenzano il tuo lavoro?
Il mio percorso professionale è iniziato con un incontro fondamentale, quello con una persona che considero il mio “mantra” in questo settore. Il real estate, in questo senso, non fa eccezione: vendere una proprietà non è solo questione di numeri, ma di narrazione, di emozione, di capacità di far immaginare alle persone la loro vita in un determinato spazio.
Il mio lavoro è il risultato di questo intreccio tra mondi apparentemente lontani: immobiliare, moda, comunicazione, che in realtà si contaminano continuamente.
Il tuo percorso professionale è caratterizzato da esperienze diverse e sfaccettate. C’è stato un momento preciso in cui hai capito quale sarebbe stata la tua strada?
Più che un singolo momento, è stato un viaggio, davvero in senso letterale. A 18 anni ho fatto le valigie e sono partito per Los Angeles. Quattro anni in un paese completamente nuovo, lontano da casa, dalle certezze, dalle abitudini. E’ stata una scelta che ha cambiato tutto, perché mi ha permesso di vedere il mondo con occhi diversi.
Los Angeles è una città che ti insegna a pensare in grande. È un luogo in cui convivono sogni, ambizioni e opportunità, ma dove nulla ti viene regalato. Qui ho studiato, ho imparato cosa significa mettersi in gioco, costruirsi da zero, adattarsi a una cultura nuova e, soprattutto, guardare oltre i confini a cui mi ero abituato. È stata un’esperienza che mi ha insegnato a osare, a non accontentarmi, a cercare sempre il passo successivo.
Un momento che ha definito il mio percorso è stato proprio quel volo verso Los Angeles. Perché da lì in poi ho capito che il mio futuro non sarebbe stato dentro una sola categoria, ma in un intreccio di esperienze, contaminazioni e opportunità che avrei saputo riconoscere e cogliere.



Lavorare nel mondo della moda e della comunicazione richiede una costante capacità di innovarsi. Dove trovi ispirazione per i tuoi progetti?
L’ispirazione è ovunque, basta saperla cogliere. Mi affascina osservare le persone, le città, i dettagli nascosti che pochi notano. Viaggiare mi ha insegnato quanto sia importante avere una mente aperta: ogni cultura ha il suo modo di comunicare, di creare tendenze, di raccontare storie. Cerco di prendere il meglio da tutto ciò che vedo e trasformarlo in qualcosa di mio.
Viviamo in un’epoca in cui l’immagine e la presenza digitale sono fondamentali. Quanto conta per te l’identità visiva e come costruisci la tua?
L’identità visiva oggi è essenziale, è il modo in cui le persone ti percepiscono prima ancora di conoscerti. Per me non è solo una questione di estetica, ma di coerenza: ciò che comunichi deve riflettere chi sei veramente. Non voglio costruire un’immagine perfetta che non corrisponde alla realtà, voglio che quello che si vede sui social sia il più possibile in linea con la mia vita reale.
È per questo, per esempio, che con Vale o con la mia famiglia non condivido ogni singolo momento della nostra quotidianità. Voglio che le nostre relazioni rimangano autentiche, senza l’ansia di dimostrare qualcosa. Credo sia importante trovare un equilibrio tra il mondo digitale e quello reale, senza perdere di vista ciò che conta davvero.Costruisco la mia identità visiva attraverso scelte precise: dai progetti a cui partecipo ai contenuti che condivido, fino allo stile con cui mi presento.
Spero che le foto che usciranno con questa intervista raccontino proprio questo: un mix di quello che sono, tra moda ed eleganza, tra look casual e look più business. Perché alla fine, il modo in cui ti presenti parla di te, e io voglio che racconti il mio percorso, le mie passioni e la mia visione.