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Le settimane della moda di Londra e New York hanno sfornato un mix esplosivo di spettacolo, nostalgia e, ovviamente, abiti che fanno sognare. Ecco un recap dei momenti salienti di queste due fashion marathon.

London Fashion Week: tra fiabe dark e armature glamour
Nonostante un calendario più snello, Londra ha dimostrato che la creatività non si misura a numero di show, ma a colpi di genio (e qualche colpo di scena).

Simone Rocha ha continuato la sua poetica dark-ballerina, mescolando tulle, pelle e imbracature da favola gotica. Ha persino trovato ispirazione nella favola “La lepre e la tartaruga”, dimostrandoci che la moda, a volte, è davvero una maratona.

Emilia Wickstead, invece, ha guardato al cinema: la sua collezione omaggia il thriller “Gli uccelli” di Hitchcock e la leggendaria costumista Edith Head. Mood? Eleganza con una sottile ansia esistenziale.

Erdem ha sfidato la realtà con ricami tridimensionali e silhouette iper-drammatiche, in collaborazione con l’artista Kaye Dochachie. Perché nella moda, il dramma non è mai troppo.

 Burberry sotto la guida di Daniel Lee ci ha trasportati in una perfetta fusione tra urbano e campagna inglese, tra giacche in pelle e tartan rivisitati. Insomma, perfetto sia per un tè delle cinque che per un’uscita rock.

New York Fashion Week: minimalismo chic e ritorni di fiamma
Se Londra ha puntato su un romanticismo drammatico, a New York hanno deciso di giocare su minimalismo, tailoring perfetto e ritorni eccellenti.

Calvin Klein ha fatto il suo grande comeback con la nuova direttrice creativa Veronica Leoni. Il risultato? Linee pulite, essenzialità e il classico “less is more”, dimostrandoci che il minimalismo non è mai passato di moda.

Carolina Herrera, con Wes Gordon al timone, ha firmato una collezione da sogno, un mix di eleganza senza tempo e modernità che farebbe impazzire ogni fashionista con un debole per le silhouette impeccabili.

Tory Burch ha dimostrato che il classico può essere innovativo: dettagli sorprendenti e mix perfetto tra femminile e funzionale.

Thom Browne, invece, ha deciso di portarci nel suo mondo teatrale fatto di strutture impeccabili e giochi di genere che ribaltano le regole del menswear e womenswear.

Khaite ha confermato il suo status di icona del lusso minimalista, con una collezione che bilancia sapientemente sensualità e rigore sartoriale. Cappotti oversize, abiti scultorei e un’allure misteriosa che urla “potere discreto”.

Il verdetto?
Entrambe le settimane della moda ci hanno dimostrato che il 2025 è l’anno dell’audacia. Londra ci ha servito una moda intensa, drammatica e poetica, mentre New York ha risposto con pulizia e sartorialità. Il vincitore? Noi, che possiamo sognare tra due visioni così diverse ma ugualmente affascinanti.

E ora, via alla prossima fashion week!

All photos on Tagwalk (https://www.tag-walk.com)

Eva Bernard

Eva Bernard

Art Director