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Dal prossimo 10 ottobre e fino al 2 febbraio 2025, Palazzo Reale ospita “Ugo Mulas. L’operazione fotografica“, una delle più ampie retrospettive mai dedicate al grande fotografo italiano. Curata da Denis Curti e Alberto Salvadori, la mostra milanese offre un percorso inedito attraverso l’opera dell’autore, uno degli artisti che ha saputo meglio interpretare il linguaggio visivo del Novecento, con un focus particolare sulla sua Milano.

Con oltre 250 immagini esposte, molte delle quali mai viste prima d’ora, la’esposizione è un viaggio visivo attraverso i molteplici aspetti della carriera di Mulas, dall’inizio degli anni Cinquanta fino alla sua prematura scomparsa nel 1973. Oltre agli scatti, si possono ammirare documenti d’archivio, libri e filmati che approfondiscono la complessità della sua produzione. Milano, città d’elezione del fotografo, è il fulcro della narrazione, presentata nelle sue sfaccettature di capitale culturale, intellettuale e artistica.

Mulas, nato a Pozzolengo nel 1928, vi si trasferì a nella metà del secolo scorso e qui iniziò a documentare la vita cittadina tramite la fotografia. Il suo occhio penetrante cattura l’essenza della metropoli lombarda: un crocevia di artisti, architetti, intellettuali e personalità dello spettacolo che plasmarono il clima creativo dell’epoca. La sua capacità di entrare in contatto con i protagonisti della cultura meneghinae internazionale, da Giorgio De Chirico a Dino Buzzati, da Gio Ponti a Giorgio Strehler, ha reso il suo lavoro una testimonianza preziosa dell’effervescente panorama artistico di quel periodo.

Uno degli aspetti più affascinanti dell’expo è il confronto tra la Milano delle strade e quella dei salotti, tra i vicoli affollati e i luoghi dove si svolgeva la vita mondana. Le sue opere raccontano luoghi in continuo mutamento, una Milano che diventa laboratorio di sperimentazione artistica, dalla Pop Art americana alle nuove forme di teatro e architettura. Il contributo di Mulas alla fotografia di moda e di teatro è altrettanto significativo. La sua sensibilità verso il dettaglio e la capacità di creare immagini iconiche gli hanno permesso di collaborare con stilisti e registi di fama internazionale. Le immagini vintage, spesso stampate dall’artista stesso, sono testimonianze del suo meticoloso approccio al processo fotografico e della sua ricerca incessante per definire una nuova estetica.

Ma l’itinerario non si ferma in Lombardia. La sua macchina fotografica ha attraversato l’oceano, immortalando alcune delle figure più rilevanti dell’arte contemporanea statunitense, come Andy Warhol, Roy Lichtenstein e Jasper Johns. Sono celebri i suoi ritratti di artisti della Pop Art, in cui non si limita a rappresentare l’aspetto esteriore delle celebrità, ma cerca di penetrare il loro mondo interiore, rendendo visibile l’invisibile.

La mostra non trascura le esplorazioni fotografiche meno conosciute dell’artista: dai nudi alla fotografia di gioielli, Mulas ha saputo sfidare i limiti del mezzo fotografico, sperimentando generi diversi in modo innovativo. Questi lavori offrono una visione completa del suo estro, svelando la sua inesauribile curiosità e la sua capacità di adattare il proprio sguardo a soggetti sempre nuovi.

I curatori hanno scelto di presentare l’opera di Mulas non solo seguendo il fil rouge cronologico, ma come un’indagine sul processo creativo. Non solo una celebrazione del lavoro finito, ma anche una riflessione sulle fasi di lavorazione che portavano alla creazione degli scatti. “L’operazione fotografica” si riferisce, dunque, al metodo analitico e concettuale: ogni foto è il risultato di un processo preciso, che unisce tecnica, riflessione e immaginazione.

Palazzo Reale diventa così il luogo dove si  sfoglia il libro di un’epoca, ma soprattutto un modo di intendere la fotografia come strumento di storytelling, documentazione e produzione artistica. La retrospettiva, organizzata dal Comune con “Marsilio Arte”, è un’occasione imperdibile per osservare e ricordare quei frammenti storici cristallizzati dall’obiettivo di un talentuoso interprete visivo del suo tempo.

Gustavo Marco Cipolla

Gustavo Marco Cipolla

Storyteller, appassionato di tutto ciò che è indie, travelholic. Mi piace raccontare le immagini attraverso le parole e impazzisco per l’alternative rock. Collaboro con diverse testate nazionali, mi occupo di moda, arte, cinema, musica e LifeStyle. Svolgo, inoltre, l'attività di addetto stampa, content writer e communication consultant in ambito culturale e per alcuni brand. Penso dunque scrivo.