Il progetto “Ri-Scatti“, nato dall’incontro tra il milanese Pac (Padiglione d’arte contemporanea) e l’associazione di volontariato “Ri-scatti Odv”, celebra nel 2024 il decimo anniversario di un viaggio straordinario all’insegna della rivalsa sociale attraverso l’arte fotografica. Ideato e sostenuto dal Comune di Milano, con il contributo di Tod’s e Lca Studio Legale, l’iniziativa è unica nel suo genere, poiché ha saputo trasformare l’arte in un potente strumento di riscatto per chi si trova ad affrontare le sfide più dure della vita.
Il titolo evocativo di questa speciale edizione è”Somebody to love“, l’attenzione si focalizza su un tema tanto delicato quanto attuale: l’Hiv e l’Aids. Dopo oltre trent’anni, la malattia, che ha segnato intere generazioni, continua a essere oggetto di stigma e disinformazione. Ri-Scatti sceglie di sfidare il tabù e di riaccendere il dibattito, puntando su una narrazione che vuole restituire dignità e voce a chi non ce l’ha.
L’edizione 2024, in scena sino al 27 ottobre, è stata realizzata in sinergia con importanti realtà impegnate nella lotta contro l’Aids, come Asa- Associazione solidarietà Aids Odv, Cig Arcigay Milano, Fondazione Lila Milano Ets e Milano Check Point. Il progetto coinvolge otto persone che convivono con l’Hiv, le quali hanno avuto l’opportunità di raccontarsi attraverso l’obiettivo della macchina fotografica, dopo aver partecipato a un percorso formativo supervisionato da fotografi professionisti volontari di “Ri-scatti”. Le loro opere saranno esposte al Pac e parleranno di storie profondamente umane, intime, con l’intento di scardinare stereotipi e pregiudizi, aprendo nuovi spazi di dialogo e confronto.
L’esposizione, curata da Diego Sileo, non è solo un viaggio fotografico, ma una vera e propria campagna di sensibilizzazione, che mira a costruire una nuova rappresentazione della vita con Hiv, lontana dalle narrazioni stereotipate o drammatiche spesso presenti nei media. Il cuore pulsante della mostra è la lotta contro le discriminazioni che, ancora oggi, gravano su chi vive con il virus, una lotta che si combatte con l’informazione corretta e con una comunicazione che ponga al centro le persone, non la malattia.
In un’epoca in cui l’accesso alle informazioni è immediato, l’Hiv continua a essere percepito da molti come una minaccia costante, nonostante i progressi della scienza. Eppure, l’avanzamento nelle terapie ha reso possibile ciò che solo vent’anni fa sembrava un sogno: grazie alla condizione clinica descritta dalla sigla U=U (Undetectable = Untransmittable), una persona la cui carica virale non è rilevabile non trasmette il virus. Questa consapevolezza, tuttavia, non è ancora pienamente radicata nella coscienza collettiva e troppo spesso si assiste a fenomeni di emarginazione e pregiudizio, alimentati dalla disinformazione.
“Ri-Scatti” vuole dunque farsi portavoce di un messaggio forte: l’Hiv può essere gestito e le persone che vivono con il virus meritano di essere trattate senza paure irrazionali o ingiusti giudizi. Il percorso espositivo intende riportare l’attenzione su questa verità scientifica, ma lo fa con dignità, forza e, soprattutto, amore. Da qui, il titolo “Somebody to love“, un chiaro richiamo all’importanza di una rete affettiva e sociale che accolga e sostenga, piuttosto che escludere.
Il decennale è quindi l’occasione per fare un bilancio su quanto il progetto sia stato capace di influenzare positivamente il tessuto sociale locale e non solo, portando alla ribalta tematiche complesse tramite lo sguardo di chi, con coraggio e passione, ha scelto di metterci la faccia. Ancora una volta, il linguaggio artistico si dimostra uno strumento potentissimo per abbattere muri e costruire ponti tra la società e chi, fino a ieri, era invisibile.