Virginie Viard ha abitato gli uffici stile parigini per trent’anni, affiancando Lagerfeld e diventando la sua erede. E’ riuscita a mantenere quello spirito rivoluzionario e al contempo elegante “alla vecchia maniera”.È un cambiamento importante quello che dovrà affrontare Chanel con l’addio della stilista. Certamente la notizia rientra nel discorso esemplice riflesso della condizione economica mondiale che porta incertezza e la necessità di essere visionari facendo le mosse giuste in anticipo.La Viard ha portato in casa Chanel un tocco giovanile, influenzato dagli anni ’80. Per la collezione Autunno Inverno 2024 2025, si è ispirata al classico Un homme et une femme di Claude Lelouch, a tal punto da ricreare l’ambientazione della spiaggia di Deauville del film per la sua sfilata. La sua ultima collezione, la Cruise 2025, ha portato invece gli spettatori a Marsiglia, in particolare sul tetto della Cité Radieuse del maestro modernista Le Corbusier. Quando nel 2017 una giornalista di Madame Figaro le chiese cosa si intendesse per Chanel-girl – letteralmente “ragazza Chanel” – Virginie Viard rispose che, considerandosi da sempre una Chanel-girl, non sapeva come si potesse essere altro. Di lei Loïc Prigent, regista della serie documentaristica Negli Ateliers Haute Couture affermò di non averla mai sentita lamentarsi del ritmo folle delle collezioni. Possiamo dire essere stata un’attenta custode dei codici vestimentari a la Karl Lagerfeld, proponendo una moda conservativa, più che creativa. Ricorderemo sempre le frange anni Sessanta – simbolo del suo codice stilistico – le silhouette da power dressing anni Ottanta e l’uso insistito del papillon.
Ora, riapre il gioco delle sedie in merito al destino dell’eredità creativa.