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«Non ho sempre saputo cosa volessi fare, ma ho sempre saputo il tipo di donna che volevo essere: una donna indipendente». Così scriveva qualche anno fa Diane von Fürstenberg nella sua biografia “The woman I wanted to be”, ritratto di signora controcorrente nell’impero della moda. Dal 25 giugno, dopo l’anteprima del 5 alla serata di apertura del newyorkese Tribeca Film Festival, arriva in streaming su Disney+ “Woman in charge”, docufilm che racconta la vita e la carriera dell’amata stilista belga, oggi 77enne, nata a Bruxelles e naturalizzata americana. Le notti al mitico Studio 54 di New York, la movida della Grande Mela e il jet set internazionale, gli amici couturier Valentino Garavani e Yves Saint Laurent ma anche una storia di empowerment femminile nell’inedito documentario diretto da Sharmeen Obaid-Chinoy, regista e produttrice due volte vincitrice del Premio Oscar, insieme a Trish Dalton. «Perché una donna non può fare ciò che fa un uomo? », si chiede la designer che ha sfidato il maschilismo imperante da cosmopolita e figlia di una famiglia ebraica benestante. Sua madre Liliane Nahmias, di origini greche, da giovane era stata deportata ad Auschwitz nel campo di concentramento. Cinquant’anni fa, l’idea di creare quello che sarebbe diventato l’iconico e inconfondibile “wrap dress”, il celebre abito a portafoglio in jersey che esalta la silhouette valorizzandola. All’anagrafe Diane Simone Michelle Halfin, nel 1969 si trasferì in America. Poi il matrimonio con Egon von Fürstenberg dal quale, in seguito, si sarebbe separata mentenendo però il cognome da sposata, probabilmente per una questione di riconoscibilità. Una laurea in discipline economiche in Svizzera, all’ateneo di Ginevra, il periodo parigino come assistente alla regia di Albert Koski e stagiaire dell’imprenditore tessile Angelo Ferretti in Italia. Tantissimi i premi ricevuti tra cui l’Excellence Award dell’American Accessories Council e il riconoscimento alla sua brillante carriera, conferitole dal Council of Fashion Designers of America, associazione di categoria senza scopo di lucro fondata da Eleanor Lambert nel 1962 . «Lo stile è qualcosa che ognuno di noi già possiede, tutto ciò che abbiamo bisogno di fare è trovarlo», dichiarava l’irriverente dama dell’eleganza che, di diritto, resterà nella storia del fashion system per la sua originalità e, naturalmente, per la coraggiosa intraprendenza di aver rotto gli schemi borghesi e frantumato i pregiudizi dell’upper class statunitense e mondiale.

Gustavo Marco Cipolla

Gustavo Marco Cipolla

Storyteller, appassionato di tutto ciò che è indie, travelholic. Mi piace raccontare le immagini attraverso le parole e impazzisco per l’alternative rock. Collaboro con diverse testate nazionali, mi occupo di moda, arte, cinema, musica e LifeStyle. Svolgo, inoltre, l'attività di addetto stampa, content writer e communication consultant in ambito culturale e per alcuni brand. Penso dunque scrivo.