Nel riverbero glamour di Hollywood, tra le luci abbaglianti del Grauman’s Egyptian Theater, un giovane artigiano irpino ha piantato le radici di un impero della moda che avrebbe influenzato le passerelle e gli armadi di tutto il mondo per intere generazioni. Era il 1923 quando Salvatore Ferragamo aprì il suo primo negozio, dando inizio a una saga che avrebbe affascinato l’universo dello showbiz con le sue creazioni iconiche. «Sono benedetto o maledetto, a seconda di come la vedi, con uno spirito inguaribilmente inquieto e la capacità di lavorare sodo», sosteneva con umiltà. Cent’anni dopo, l’eredità di questo visionario artista dello stile viene celebrata con un progetto senza precedenti che accende i riflettori sulla sua vita e sul suo lavoro. La retrospettiva “Salvatore Ferragamo 1898-1960”, in corso fino al 4 novembre, non è solo un omaggio al “Calzolaio delle stelle”, ma un itinerario affascinante nella storia del fashion e dell’artigianato.
Ripercorrendo i passi di Ferragamo, dalla sua giovinezza in Italia all’emigrazione negli Stati Uniti, il percorso offre uno sguardo intimo sulla sua genialità creativa e sulla sua capacità imprenditoriale. Dall’esordio nel firmamento del cinema alle collaborazioni con celebrità del calibro di Cecil B. DeMille per il film “The Ten Commandments”, le sue calzature hanno trasceso il loro scopo funzionale diventando simboli di eleganza e sofisticazione. Ma l’esposizione va oltre il mero estetismo delle splendide scarpe-scultura. Con una curatela innovativa, le opere sono presentate come documenti viventi della sua ricerca artistica e della filosofia stilistica. Dai materiali insoliti alle ispirazioni tratte dall’arte e dalla cultura antica, ogni paio racconta una il capitolo di un romanzo fatto di passione, conoscenza e ingegno. L’Archivio Ferragamo e il Museo Ferragamo, istituiti rispettivamente nel 1985 e nel 1995, fungono da custodi dell’heritage, regalando al pubblico un accesso privilegiato al suo estro. Ma più di un semplice tributo al passato, il progetto rappresenta una riflessione profonda sul ruolo della moda come veicolo culturale e identitario. Esplorando la biblioteca personale, emerge il ritratto di un uomo in sintonia con i cambiamenti della società e animato da una sensibile percezione dell’ambiente circostante.
Le sue pubblicazioni testimoniano una mente aperta alle nuove idee e ai progressi del suo tempo, spunti e anticipazioni su questioni che ancora oggi coinvolgono la contemporaneità. «Ho diviso le donne che sono venute da me in tre categorie: le Cenerentole, le Veneri e le Aristocratiche. Le Cenerentole calzano sempre scarpe più piccole della misura 6. Le Veneri calzano la taglia 6, le Aristocratiche il 7 o sopra. I piedi mi piacciono. Mi parlano. Appena li prendo in mano, ne sento la forza, la debolezza, la vitalità, i difetti. È un piacere toccare un piede buono, dai muscoli saldi, dall’arco robusto, è un capolavoro del Creatore», era solito affermare da sognatore qual era. Così, “Salvatore Ferragamo 1898-1960” è molto più di una semplice antologica: è un viaggio nel cuore e nell’anima, un’opportunità per lo spettatore di immergersi nella bellezza e nella complessità del suo essere geniale.