Un viaggio nelle arti visive tramite l’esposizione “Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries”, curata con maestria da Nicholas Cullinan alla Fondazione Prada e visitabile sino al prossimo 22 febbraio. A Milano, un’ indagine puntuale sulla storia e i significati dei separé in un affascinante percorso che esplora le reciproche contaminazioni tra Oriente e Occidente, gli ibridi tra diverse forme d’arte e funzioni, le collaborazioni fra designer e artisti e la produzione di opere inedite. Esemplificazione di liminalità e di soglia tra due condizioni, siano esse letterali o metaforiche, attraversano le barriere tra discipline, culture e mondi differenti. Il curatore Cullinan sottolinea l’approccio innovativo della mostra, che si interroga sui paradossi che circondano la natura di oggetti preziosi e magici allo sguardo, spesso archiviati erroneamente con l’etichetta basica di complementi d’arredo. Il progetto affronta tematiche di spessore come la migrazione culturale, l’ibridazione tra estetica e aspetto funzionale, nonché il concetto di ciò che viene celato e rivelato. La ricerca scava nelle percezioni di piccoli-grandi capolavori liminali, superando le rigide distinzioni e le gerarchie tra dimensione architettonica e decorativa.
La singolare promenade nel tempo si estende oltre i confini milanesi, con due ulteriori mostre al Prada Rong Zhai di Shanghai e all’Aoyama di Tokyo. Entrambe, presentate con il supporto della Fondazione, indagano l’influenza dell’esperienza digitale sulla genesi dei paraventi mediante commissioni affidate ad artisti di fama mondiale. La prima, denominata “Paraventi:屏”, svela pezzi antichi in una sequenza di stanze uniche. La seconda, intitolata “Paraventi: Keiichi Tanaami – パラヴェンティ : 田名網 敬一”, accende i riflettori sull’estro del celebre illustratore pop giapponese, insieme ad un lavoro datato XVI secolo del pittore Terutada Shikibu. Lo studio di architettura Sanaa ha pensato ad un allestimento site-specific che ne ospita oltre 70, includendo creazioni storiche e contemporanee provenienti da musei internazionali e collezioni private. Il Podium, organizzato con pareti curvilinee di plexiglas e tende sinuose, genera al pianterreno spazi trasparenti con particolari condizioni luminose, evocandone fogge e profili. Visioni surrealiste, métissage figurativi e camaleontici, incrostazioni scultoree come ricami sulla tela o arazzi, suggestioni litografiche e futuriste che non dimenticano la corrente espressionista. Si possono ammirare Francis Bacon, Giacomo Balla, Le Corbusier, Sol LeWitt, Shuang Li, Goshka Macuga, René Magritte, Pablo Picasso, Francesco Vezzoli e molti altri. Al piano superiore, l’intervento installativo segue un ordine cronologico su piedistalli sagomati, un tributo agli avanguardistici allestimenti museali del Masp di San Paolo, firmati in Brasile da Lina Bo Bardi, e al lavoro già realizzato in Francia per il Louvre-Lens.