Van Cleef & Arpels presenta, a Roma, la mostra “Van Cleef & Arpels e la danza: un passo a due creativo”
La Maison di alta gioielleria Van Cleef & Arpels presenta nella boutique di via Condotti a Roma la mostra “Van Cleef & Arpels e la danza: un passo a due creativo” rinsaldando il sodalizio tra il mondo dell’alta gioielleria e la danza. Un passo a due, sancito negli stessi giorni, dalla collaborazione con il Romaeuropa Festival durante il quale la maison francese promuove “Dance Reflections by Van Cleef & Arpels”, iniziativa di mecenatismo a favore del patrimonio coreografico contemporaneo. Un’occasione unica per esplorare il legame tra l’arte della danza e l’alta gioielleria grazie ai preziosi esposti in boutique. La mostra sarà visitabile nella boutique di via Condotti fino a metà novembre, si potrà rivivere l’affascinante pas de deux tra le pietre più preziose dell’alta gioielleria, così come narra il ricco repertorio Van Cleef & Arpels ispirato all’arte di Tersìcore sin dagli anni Venti. Ai tempi, il fondatore Louis Arpels, in compagnia di suo nipote Claude, si recava spesso all’Opera di Parigi, poco lontano dalla boutique di Place Vendôme. Grande appassionato di balletto, Arpels si lasciò travolgere dall’immagine leggiadra della danzatrice russa Anna Pavlova, dando forma nel 1941 alla spilla “Ballerina”, la prima di una collezione che si arricchisce oggi di nuovi pezzi.
Le spille:
Un pas de cinq di preziosi storici, tra cui spicca la spilla Ballerina del 1943: il viso scolpito a rilievo prende le sembianze di un diamante ovale tagliato a rosa. Mentre il copricapo come il corpino è tempestato di rubini. E’ del 1944 l’altra spilla Ballerina, anch’essa con il volto scolpito nel diamante, la gamba stavolta sollevata in arabesque. Il tutù è ampio, gonfio di oro giallo con il trionfo di rubini e zaffiri che decorano anche le maniche a palloncino del corpetto. Il linguaggio della danza è destinato ad evolvere negli anni e con esso mutano anche le sembianze delle ballerine: la spilla datata 1993 è estremamente stilizzata, il tutù in oro intrecciato è lavorato a dentelle, mettendo in valore il savoir-faire degli artigiani della Maison. Le mains d’or sembrano letteralmente danzare, lasciandosi guidare dalle leggiadre movenze dei corpi in movimento. Replicano l’effetto spirale di un tutù vibrante nell’aria, le spille Tourbillon del 1948 dove la preziosità dell’oro giallo bordato di diamanti, incornicia il diamante centrale quale corpo della ballerina intenta a danzare con una tale minuzia da sembrare realtà.
Ph: Patrick Gries
I portacipria del 1946:
La mostra riporta sotto i riflettori due portacipria del 1946. Il portacipria era un accessorio irrinunciabile per ogni aristocratica signora dell’epoca. Nella creatività di Van Cleef & Arpels, il portacirpia diviene un gioiello, raffigurando il secondo atto del Lago dei Cigni. Odette, la fanciulla-cigno al centro della scena prende i contorni di una ballerina in diamanti scolpita ad altorilievo, sullo sfondo del lago incantato a incisione in oro giallo; mentre diamanti e zaffiri brillano nel cielo a ricordar le stelle. Il secondo portacipria si ispira invece a Raymonda, balletto imperiale russo, con la protagonista in diamanti scolpita ad altorilievo; mentre file di smeraldi sembrano sostenerne il passo illuminando la base dell’astuccio.
Ph: Patrick Gries