Maria Host-Ivessich, ormai conosciutissima sul web per essere un’esperta dell’universo che ruota intorno alle fragranze olfattive, si racconta a Spaghettimag e ci parla di sé, di come nasce in lei la passione verso i profumi, del desiderio di collezionarli e del significato che racchiudono.
Maria, è considerata sui social un’esperta di profumi ed è, non a caso, seguitissima. Quando e come nasce in lei la passione e la curiosità verso il mondo olfattivo?
Grazie! Mi considererei più un’entusiasta, sono autodidatta. Mia madre è sempre stata molto appassionata, a 15 anni me ne ha dati due: uno per la scuola ed uno per uscire. Così, il mio approccio non è mai stato quello del “un profumo per la vita” e insomma, da lì ho iniziato a collezionarli. Per quanto riguarda il comunicare questa passione, ho sempre spontaneamente voluto condividere con gli altri quello che amavo in generale. Al liceo lo facevo già su un forum di moda, pensa te – il passaggio ai social e di conseguenza al progetto Scentlist è stato naturale.
Che ruolo d’importanza ricopre l’olfatto, per lei, rispetto a tutti gli altri sensi? E che sensazioni suscita in lei una fragranza piuttosto che un’altra?
In realtà sono in profondo contatto con tutti i sensi. Amo la musica, il cinema, il buon cibo, la bellezza in generale. E’ un peccato che la cultura olfattiva non venga considerata allo stesso livello, perchè ha un potere pari agli altri se non più intenso -perchè va a toccare tasti inconsci. Un profumo che proviene dal passato puo’ essere molto più potente di una foto.
Qual è il modo migliore per avvicinarsi a questo mondo, in apparenza complesso e possiamo dire quasi misterioso?
Se si parla di profumeria artistica sì, è vero, ci si è creato intorno un po’ un club elitario ed è un peccato. E’ quello che cerco di fare con Scentlist, creare uno spiraglio, prendere per mano chi è alle prime arrmi e si sente ancora spaesato. L’attitudine è quella che ho anche per tutto il resto: apertura e curiosità infantile. Se ci si pone con l’idea di scoprire qualcosa di bello piuttosto del piano di “diventare esperti”, allora non esistono sbagli.
Laura Bosetti Tonatto, uno dei nasi più conosciuti al mondo, ci ha raccontato, per la nostra scorsa edizione cartacea, di quanto l’olfatto sia per lei un elemento fondamentale. E del suo primo ricordo collegato ad esso. Il suo?
Forse i più vividi sono quelli della cucina di mio padre e della lacca per capelli Elnette, che mi ha inseguito prima per l’infanzia con la danza classica e poi per l’adolescenza e i 20 anni attraverso il lavoro di modella. Difatti, ora, quando ne sent l’odore, il mio corpo reagisce istintivamente, di pancia, con l’ansia.
La maggior parte delle persone, tendono ad utilizzare lo stesso profumo, un po’ per identificarsi, forse. Di cosa è composto, invece, il suo guardaroba olfattivo?
Amerei anch’io essere una ragazza con un signature! Per indole però proprio non era nelle carte: troppo indecisa, troppe identità a cui voglio dar vita. Ne ho troppi, ma penso che una misura giusta possano essere uno fresco, uno caldo, uno elegante, uno romantico ed un preferito. Certo, se sei appassionato, ovviamente.
Se dovesse sceglierne uno su tutti, quale sarebbe il suo profumo del cuore e dell’anima?
Non posso scegliere, quando me lo chiedono vado in crisi e piuttosto di rispondere con qualche pietra miliare, un po’ per ridere penso al mio primo amore, guilty pleasure (anche se non credo nei piaceri colpevoli): Vanille Banane di Comptor Sud Pacifique. Sa di banana pudding.
Ha in mente progetti per il futuro, inerenti a questo mondo?
Ne ho! alcuni sono ancora sogni, altri più concreti. Posso dire di essere una persona che possiede tante passioni intense e fulminee, ma quella dei profumi dura ormai da più di un decennio e dubito che l’abbandonerò mai.