“Le donne sono i veri architetti di questa nostra società” (H. Beecher Stowe)
Oggi, 8 marzo, si celebra la Giornata internazionale della donna. Questa data venne fissata per tutta l’Europa nel 1977 dall’Assemblea Generale dell’ONU e noi di SpaghettiMag che crediamo nella bellezza del métissage delle culture, in tutte le sue declinazioni, vogliamo omaggiare tutte le donne.
Si ragiona spesso sulla necessità o meno di festeggiare questa data simbolo, ma al di là delle disquisizioni e degli stereotipi sull’argomento, è importante ricordare i tanti traguardi raggiunti, e le altrettante troppe sfide ancora aperte.
Secondo il Global Gender Gap Index del World Economic Forum, che analizza l’uguaglianza di genere in quattro aree (partecipazione economica e opportunità, istruzione, salute e sopravvivenza, potere politico) nel 2021, l’Italia si è classificata al 31º posto. In particolare, l’Italia ha ottenuto risultati positivi nella partecipazione economica e nelle opportunità per le donne, attestandosi al 22º posto, tuttavia, per quanto riguarda l’uguaglianza di genere nella politica e nella leadership il nostro paese si è classificato solamente al 82º posto. Insomma, il percorso verso il cambiamento è lungo.
Eppure, noi vogliamo ricordare tutte quelle donne del passato, del presente e speriamo a maggior ragione del futuro, che hanno dato un contributo alla libertà e all’autodeterminazione femminile. Donne che da soggetto e oggetto della storia hanno dimostrato che non esiste un solo modo di essere donna, perché il cambiamento di prospettiva è proprio la tensione ad una libera espressione di sé.
Donne che si sono rese protagoniste su percorsi tradizionali, come su terreni meno battuti e quindi forse più innovativi, neutralizzando insicurezze e solitudini.
Le nostre donne, quelle che parlano dalle nostre pagine, sono donne qualunque, sono lavoratrici, casalinghe, artiste, stiliste, giornaliste, cantanti, scrittrici, pittrici, scienziate, imprenditrici, filantrope, leader politiche, madri, mogli, sorelle e figlie.
Donne che con le loro battaglie private e pubbliche hanno, talvolta anche inconsapevolmente, inventato nuovi modelli del vivere insieme in una società.
La ribellione ai soprusi, l’affermazione dei propri diritti parte dalla cultura, dall’educazione e dalla conoscenza. In questo senso, raccontare il valore dell’essere donna non potrà mai dirsi effimero.