Nel 2019 raccontammo di un evento che poteva considerarsi un unicum alle soglie della fine del primo lockdown. Questo evento si svolgeva nell’incantata isola di Mozia, legata a storia ancestrale e tramonti infatuanti. Da allora, quel gruppo di amici che rese Mozia, città Fenicia abbandonata da millenni, di nuovo viva per una notte, è cresciuto, si è evoluto, ha creato. Si è passati dalle Colline del Chianti, fino alle Rocce del Gran Sasso e di Rocca Calascio che hanno visto la prima installazione on site, materia aliena in un mondo cristallizzato nel medioevo. Si è volati nell’Isola di Favignana dove artisti come Emiliano Maggi, Agnes Questionmark ed Edoardo Dionea Cicconi hanno reso la natura ancora più indimenticabile. Per poi giungere al riposo di Ottobre nelle terre di Hypermaremma, ai piedi delle installazioni di Claudia Comte (IN NATURE NOTHING EXISTIS ALONE) e di Giuseppe Gallo (I Giocolieri dell’Armonia).
Lo scorso 4 febbraio Pic Nic Affair ha creato presso Lampo, un innovativo progetto di rigenerazione urbana nato dalla riqualificazione all’interno dello scalo ferroviario Farini in Milano, un contenitore di arte e musica che oramai rendono il progetto da diversi anni riconoscibile. Da quel 2019, dove la natura e la musica elettronica erano il fulcro incontrastato del valore esperenziale, l’arte contemporanea è diventata peso specifico irrinunciabile del progetto. A Milano grazie aIla direzione artistica di Elena Pelosi ed ai curatori d’arte Maria Abramenko e Carlo Pratis si è deciso di riempire lo spazio post-industriale con la misura delle istallazioni di Jonathan Vivacqua, forme geometriche istintive ed estensive del dialogo tra solidità e materia e con il team dei Mandalaki Studio che hanno dato dimostrazione dell’esplorazione dei confini della luce tra design industriale, arte e tecnologia. A questo si è aggiunto anche l’altro elemento distintivo del gruppo che è stata la musica dei SENTAKU MUSIC (London base label fondata nel 2007) scelti dai SINERGY Milano. Tutto questo non basterebbe per spiegare un progetto in continua crescita che vanta un iniziale respiro internazionale.
La misura è data da un neologismo: transromanticismo.
Un amalgama di idee che nel caos ideatorio fa sì che il neologismo sia interpretabile da tutti i soci senza che vi sia censura o linea tratteggiata. Nel prossimo futuro l’Associazione Culturale è impegnata con tutte le forze nella produzione dei campi estivi, con la partnership del gruppo MANGIA’ S RESORTS che ha posto attenzione alla valorialità derivante dall’arte, presso Brucoli e Santa Teresa di Gallura dove insieme anche alle Istituzioni Regionali e Locali, ai curatori oramai affiliati, ad architetti ed artisti ancora segreti si riuscirà ad aggiungere arte a ciò che la natura ha già reso indimenticabile. Nel medio tempo che verrà si prospetta di dare una sede al Movimento Transromantico a Milano, una sede aperta e residenza artistica, come nell’idea originale di Sylvia Beach che nel 1921 aprì a Parigi il suo Shakespeare & Co per gli scrittori ed artisti della “Lost Generation” di cui fece parte anche Ernest Hemingway. Un non luogo dove si possa dare asilo e voce a chiunque abbia la voglia di esplorare un mondo e un modo nuovo di essere romantici.
Analog Photography 35mm film by Francesca Scandella