Scompare, all’età di 88 anni, il “metallurgico della moda”, così definito da Coco Chanel
Lo stilista spagnolo Paco Rabanne è morto in Francia, precisamente a Portsall, dove si era trasferito con la famiglia da piccolissimo. Età, 88 anni. In Francia arrivò dopo lo scoppio della guerra civile spagnola e lì decise di studiare architettura. Questa sua formazione, dedicata allo studio delle forme e della materia, è riscontrabile infatti in ogni fase della sua carriera, sin da quando lavorò come designer di gioielli per Givenchy, Dior e Balenciaga. «Un monaco della moda», è così che amava definirsi lo stilista. Fin dalla sua prima collezione, appare chiara l’ispirazione futuristica delle sue creazioni, una passione e uno slancio verso il modernismo e un futuro non troppo lontano, fatto di abitini scultorei, elementi brillanti, trame metalliche.
“La Maison Paco Rabanne desidera onorare il suo visionario stilista e fondatore, scomparso oggi all’età di 88 anni. Tra le figure più importanti della moda del XX secolo, la sua eredità rimarrà una costante fonte di ispirazione. Siamo grati a Monsieur Rabanne per aver fondato il nostro patrimonio d’avanguardia e per aver definito un futuro di possibilità illimitate”, ha dichiarato l’azienda tramite un comunicato.
La casa di moda col suo nome nacque nel 1966 e subito riscontrò un enorme successo e i suoi capi innovativi vennero immediatamente indossati da star di ogni calibro. Nel 1973 l’eau de toilette maschile Paco Rabanne Pour Homme divenne icona olfattiva di una generazione. Il suo marchio entrò a far parte del gruppo spagnolo Puig nel 1986. Nel 1999 avvenne il ritiro dalla moda e la realizzazione delle sue collezioni fu affidata a creativi come Rosemary Rodriguez nel 2000, Patrick Robinson nel 2005 e Julien Dossena nel 2013.
Coco Chanel lo definì “il metallurgico della moda”, per via dell’uso pionieristico e visionario dei materiali alternativi nelle sue creazioni. Fu, tra le altre cose, il primo stilista in assoluto ad usare la musica nelle sue sfilate. Salvador Dalì disse di lui: ‘‘È il secondo genio più grande della Spagna, dopo di me”. Noto anche per il suo rapporto col mondo del cinema: divenne subito celebre l’abito di grandi paillettes indossato da Audrey Hepburn nel film “Due per la strada” Stampata nell’immaginario di ognuno di noi è poi Jane Fonda negli abiti succinti di “Barbarella”. Costumi diventati pietre miliari nel mondo della moda. PVC e pelle, abiti di catene e body di plastica e poi la borsa 1969, accessorio simbolo di un’estetica futuristica, un evergreen intramontabile. Un bagaglio importante, che il designer ci ha lasciato, capace di raccontare una storia che mai dimenticheremo.