Le Journées Pariculières 2022: ecco una preview che fa da entree all’evento che vedrà le Maison del gruppo LVMH, ad Ottobre, aprire le porte e mostrare al pubblico la propria storia, attraverso uno storytelling che svela savoir faire, artigianalità e know-how d’eccezione.
Venezia, 19 luglio 2022.
Siamo nella città dall’eterna bellezza, che di giorno prende vita con barche e vaporetti e di sera, al calar del sole e della luna e con il riflesso della luce soffusa sull’acqua, è avvolta da un’atmosfera unica e mozzafiato. Non è un caso che Henry James la definì “una gemma arancione appoggiata su una lastra di vetro blu”. Iniziamo la nostra visita, con LVMH, presso il celebre department store veneziano: il Fondaco dei Tedeschi. Ospitato all’interno di un palazzo storico sul Canal Grande, a pochi passi dal Ponte di Rialto, l’edificio fu un tempo la sede dei mercanti tedeschi che lo utilizzavano come magazzino e alloggio. Esistente dal XIII secolo, fu ricostruito tra il 1505 ed il 1508 in seguito ad un incendio e proprio in questa occasione furono chiamati ad affrescarlo Giorgione ed il suo allievo Tiziano. Nel corso della sua storia, fu poi, tempo dopo, convertito a centro commerciale di lusso, aprendo nel 2016 e ottenendo sin da subito un’incredibile successo. Al suo interno, si trovano le migliori marche relative a moda, accessori, prodotti di bellezza, profumi, orologi, gioielli ma anche vini, alimentari e prodotti regalo. Il tutto, in 7000 metri quadri d’esposizione e disposto in ben 4 piani. Il palazzo è articolato intorno ad un unico cortile ed esternamente è caratterizzato da cinque grandi arcate a tutto sesto. Abbiamo visitato questo luogo che ci è stato illustrato da chi ne possiede una conoscenza profonda e che ne ha trasmesso una narrazione ricca di enfasi, dedizione e passione. Il piano terra ospita le boutique Gucci, Cartier, Bulgari e Bottega Veneta, un concept store dedicato al design, un food market ed un caffè/ristorante. Salendo al primo piano, attraverso l’iconica scala mobile color rosso, troviamo collezioni dedicate all’abbigliamento, ai gioielli e ali accessori da donna. Secondo e terzo piano sono rispettivamente dedicati all’orologeria di lusso e alle scarpe. L’itinerario presso il Fondaco, si è poi concluso al quarto ed ultimo piano con la visita all’ampio lucernario, dove vengono organizzate mostra d’arte e molte altre iniziative, per poi salire, infine, sulla celebre terrazza panoramica. Qui la vista sui tetti di Venezia è un qualcosa di mozzafiato. Si riesce a vedere il faro dell’isola di Murano, le cupole della Basilica di San Marco ed il suo campanile. Il canal Grande con i suoi palazzi, le altane di Venezia e innumerevoli altri particolari si possono ammirare solo dall’alto di un luogo così speciale. Il Fondaco è un importante polo culturale per la città, rappresenta un luogo di incontro di culture e di scambi commerciali, com’era originariamente. Per tutti gli amanti della storia e dell’architettura: prenotate una visita guidata e fatevi avvolgere dai segreti di questo meraviglioso edificio;
A conclusione di una giornata dalla quale usciamo con maggiore conoscenza e cultura di nozioni e argomenti, LVMH ha organizzato per noi una cena esclusiva a cura dell’Executive Chef Riccardo Canella, presso il ristorante “il Porticciolo” del Belmond Hotel Cipriani. Un’oasi di pace, lusso e fascino indescrivibili. Abbiamo, da qui, la fortuna di ammirare un panorama notturno senza eguali. La storia dell’Hotel Cipriani risale la 1956, quando Giuseppe Cipriani, fondatore dell’Harry’s Bar ed inventore del cocktail Bellini (dal quale colore rosa prendono le pareti della struttura) decise di buttarsi in un’impresa: la costruzione di un hotel che fosse meta per i viaggiatori del jet set. E così fu. Il successo fu immediato e così anche l’afflusso dei visitatori, tra i quali i reali europei, aristocratici inglesi, attori e artisti provenienti da tutto il mondo. Il Belmond Hotel Cipriani è parte integrante della storia della Serenissima: alla Giudecca, circondato dall’acqua e con un panorama che va dal Palazzo Ducale alla chiesa di San Giorgio. Il giardino dell’Hotel, cosiddetto “giardino Casanova”, è un luogo carico di bellezza, tra pergolati, fiori e piante a non finire ed una vasca con statue neoclassiche ricoperta di ninfee e circondata da ortensie. Che dire, un hotel da mille e una notte, da scegliere sempre e per sempre.
Venezia, 20 Luglio 2022.
Il nostro viaggio nelle meraviglie, continua il giorno successivo con la visita, a Fiesso d’Artico, alla Manifattura di Louis Vuitton, la cosiddetta “Manufacture de Souliers”(La fabbrica delle scarpe). La manifattura di una pelletteria e di quel monogramma diventato icona indiscussa in tutto il mondo. La Maison del gruppo LVMH possiede un legame, forte e stretto tra artigianalità e creatività dei maestri calzaturieri veneti. Già nel XIII secolo, le acque cristalline del fiume Brenta attiravano i conciatori e calegheri di Rialto e piazza San Marco a Fiesso d’Artico. Un pezzo di mondo dove la creatività diventava “calzolaia” magia nelle mani di quegli artigiani. Un luogo dove materie prime, tecnica, capacità e filosofia di pensiero, unite tra loro, hanno reso quegli artigiani maestri indiscussi dell’arte della calzatura. Da qui, si parlò poi di artigianato di lusso e si creò un distretto evoluto, sviluppato, in cui vive un costante equilibrio tra tecnologia e savoir faire. La tipicità della produzione della calzatura è che tutto viene realizzato proprio come un secolo fa, la tecnologia aiuta per essere più efficienti ma non si sostituisce mai all’operato del singolo artigiano. Louis Vuitton scelse di fondare, proprio qui a Fiesso d’Artico, la propria produzione e sede mondiale calzaturiera. Torniamo allora indietro al 1998, quando per la prima volta la Maison, con Marc Jacobs presenta un catwalk con il prêt-à-porter e le calzature. Vi era un ufficio con dei tecnici che si occupavano dei prototipi e degli acquisti ma non esistevano fabbriche. Nel 2001 la Maison acquista il tutto e dalle “ceneri” di ciò che vi era prima, nasce “Manufacture de Souliers” di Vuitton. La manifattura è stata poi inaugurata nel 2008, dopo circa tre anni di costruzione. Parliamo di un edificio di 14 mila metri quadri, progettato come una scatola di scarpe e rispettando i requisiti ecologici per il benessere della natura e degli artigiani stessi. All’ingresso della fabbrica, ad accoglierci, Priscilla: la scultura di Joana Vasconcelos. Un meraviglioso ed enorme decolletè con tacco a spillo. All’interno della fabbrica troviamo 5 stabilimenti di produzione interni divisi per prodotto: donna elegante, uomo elegante, car shoe e due atelier dedicati alle sneakers. La manufacture presenta inoltre una galleria d’arte, con l’intento di accostare il mondo prezioso dell’arte, embedded nella visione della maison, con ciò che Louis Vuitton produce. Abbiamo imparato che per ogni calzatura si contano circa 250/300 operazioni, tutte fatte a mano e che l’alta specializzazione degli artigiani è la caratteristica primaria. Qui, l’arte, l’ispirazione e il culto del bello si fondono per dare vita ad un qualcosa di magico.
Next stop: la visita alla Manifattura di Christian Dior in un altro distretto, quello di Fossò, dove Dior possiede un maxi stabilimento, un intero blocco di testa della zona industriale dedicato dove sono stati concentrati uffici direzionali, produzione (montaggio e fissaggio) e modelleria. Inagurato nel 2015, oggi 170 persone sono impegnate a sviluppare e realizzare, secondo la tradizione dell’haute couture, le scarpe da donna più iconiche e sofisticate del brand, tra le quali i prototipi dedicati alle sfilate e agli showroom. All’interno dell’azienda dedicata alla manifattura, i disegni della Direttrice Artistica di Dior Maria Grazia Chiuri, diventano da prototipo, prodotto finito. Ed il sogno diviene realtà. Prendiamo la classica decolletè modello J’adior, caratterizzata dal fiocco e cinturino posteriore: per realizzarla, gli artigiani devono tagliare 42 di pezzi di pelle, tessuti e materiali. E per poi finirla aggiungere il sottopiede, la suola, il tacco, il sottotacco. Ogni modello, ha bisogno dei suoi componenti personalizzati e viene costruito ad hoc nel dettaglio, con la possibilità di personalizzare alcuni modelli in base ai desideri di ciascuno. Qui gli artigiani disegnano, progettano, assemblano ed uniscono il manuale alla tecnologia. Ci muoviamo nei meandri dell’azienda e osserviamo il lavoro del singolo artigiano, ognuno dedito alle proprie mansioni e competenze. Ne ammiriamo il lavoro, meticoloso, preciso ed incredibilmente veloce ai nostri occhi. Osserviamo mani cucire ed incastonare pietre, perline, una ad una, su ogni singolo pezzo. Notiamo con piacere giovani ragazzi e giovani donne compiere con passione una professione che, a differenza di ciò che si potrebbe pensare, è ancora oggi scelta e perseguita, per fortuna, dalle nuove generazioni. Andiamo via da questo luogo con una reale e maggiore consapevolezza della maestria dell’artigiano e ringraziando, in cuor nostro, LVMH, per questa iniziativa generosa che ci ha permesso di accedere a luoghi così esclusivi.
Last (but not least) stop: la Manifattura Thélios, il nuovo sito di produzione italiano dedicato all’eyewear e join venture tra LVMH e Marcolin. Inaugurata il 24 aprile del 2018 a Longarone, nel distretto dell’occhiale di Belluno, Thélios diventa la sede del savoir-faire d’eccezione, frutto di una lunga tradizione, in ambito eyewear. Uno spazio di 6000 metri quadrati, di cui un terzo occupati da uffici e i restanti due terzi dedicati a processi come design, prototipia e sviluppo tecnico. Grazie al connubio tra tecnologie avanzate e un know-how unico, la Manifattura Thélios costituisce un’organizzazione produttiva completa e dinamica che assicura un controllo capillare dei prodotti: dal brief creativo iniziale al design 3D e alla realizzazione finale, passando per l’elaborazione del prototipo e all’ingegnerizzazione degli occhiali. All’interno dell’ufficio tecnico, troviamo artigiani che realizzano un vero e proprio progetto per ogni componente e per l’occhiale completo. Una volta realizzato il progetto, che passa per tempi, fasi, cicli e materiali, bisogna testarlo per poter arrivare alla certificazione finale e perché l’occhiale possa essere lanciato. Parliamo di Dior, Fendi, Celine, Loewe e poi ancora Fendi, Givenchy e poi ancora Stella McCartney, Kenzo, Fred, Berluti e Rimowa, oltre al proprio brand 9.81 di occhiali high-tech. Per l’edificio, Thélios ha scelto lo studio Designgroup Architetti Associati, che ha progettato la Manifattura: un ambiente di lavoro ideale dall’estetica innovativa, su una superficie di ben 8.000 m2, caratterizzato da pannelli in corten e molteplici vetrate. La struttura è inoltre pensata per essere sostenibile ed eco-responsabile, vantando oltre 2.300 pannelli solari installati sul tetto.
Dunque, a conclusione del tutto, possiamo dire di aver vissuto una full immersion nel mondo dell’eyewear e del suo know-how tecnico, che fa da apripista alle giornate dedicate alle Journèes Particulières del 14, 15 e 16 Ottobre, iniziativa che riflette l’orgoglio di LVMH per l’eccellenza artigianale e che aprirà le porte di 19 location al grande pubblico. Un viaggio di due giorni alla scoperta del savoir faire italiano, da sempre apprezzato e invidiato in tutto il mondo, in tutta la sua vitalità. Un percorso tra le eccellenze italiane e fieramente nostrane, tra aziende importanti che hanno in comune una liasion produttiva che dura e perdura nel tempo. Un viaggio dunque che permette al pubblico di scoprire la tradizione, la bellezza, l’artigianalità del bello e ben fatto e la ricchezza del saper fare. Ed il Made in Italy, che sembra tornare, così, prepotentemente di moda.