Il paradiso Covid-free all’improvviso nel Sud Pacifico, dove un pulsante cuore verde mantiene vivi i principi di ecologia e sostenibilità ambientale. In Polinesia Neozelandese, spaziando nell’antica tradizione della cultura
māori, nonché della sua lingua, l’espressione “Mana Tiaki” evoca l’atto sacro di preservare il patrimonio naturalistico pensando alle generazioni che verranno. “Tiaki” significa guardiano mentre “Mana” si traduce in potere o influenza. Un angolo paradisiaco che sembra essere lontano dalla contemporaneità e fedele all’anima incontaminata della Polinesia quando non c’erano ancora i complessi alberghieri e la natura era la regina incontrastata. Così le Isole Cook sono considerate una delle aree meglio custodite dell’oceano anche grazie alla presenza di progetti che occhieggiano lo sviluppo sostenibile, garantendo un saldo equilibrio fra crescita economica, dalle attività estrattive alla pesca, e conservazione della nutrita biodiversità oceanica.
Il Parco Marino, per chi sogna una vacanza green nonostante il complesso momento storico che in seguito alla pandemia, con la guerra in Ucraina, mette in discussione l’assetto geopolitico internazionale, è considerato “il santuario degli squali” e si estende per circa 1.065 milioni di chilometri quadrati fra isole vulcaniche, barriere coralline e atolli in cui la fauna pullula di rare specie di uccelli, mante e balene. Qui trionfa la vita marina e l’arcipelago ospita nel “Cook Islands Whale Sanctuary” un’ampia presenza di megattere durante la stagione dell’accoppiamento che, per l’inverno australe, va da luglio sino a ottobre. Numerose le ricerche che vengono svolte per comprenderne il movimento e gli spostamenti, analizzandone la struttura genetica tramite campioni bioptici.
L’isola di Atiu è la dimora selvaggia di 400 guerrieri, tempio del caffè coltivato in maniera biologica dopo essere stato essiccato a mano. Un salto nell’era primordiale per gli amanti dell’esplorazione e di esperienze avventurose che lasciano il segno. Circa 400, inoltre, gli abitanti di Pukapuka: la leggenda narra che la sua fondazione sia dovuta a soli 15 polinesiani e ai loro figli, sopravvissuti 300 anni fa ad un tragico tsunami. Lo scrittore americano Robert Dean Friesbie decise di stabilirsi nell’idilliaca località con la moglie poiché desiderava “un posto al di là della portata della più debole eco del clamore rumoroso del mondo civile“. Fra pratiche ancestrali di sostentamento, che tuttavia garantiscono l’autosufficienza della comunità senza alcun sovrasfruttamento e tutelando le risorse alimentari, il sistema comunitario vanta un’organizzazione impeccabile in cui il singolo non prevale sul gruppo.
E a beneficiarne è lo stile di vita che guarda ancora al funzionale modus vivendi degli antenati di un secolo fa. A Sud-Est di Rarotonga, il concetto di “Mana Tiaki”, che è pure il nome di una certificazione con cui si attesta la sostenibilità dei servizi legati al turismo, si applica ai resort, come il Muri Beach, che ha il primato per aver installato un impianto solare al fine di risparmiare energia e acqua, basandosi sul recycling e la ricerca accurata di prodotti del territorio per il ristorante, e al premiato Ikurangi Eco Retreat, primo albergo verde delle Isole Cook immerso nei giardini biologici con vista sulle montagne. Passeggiate tropicali con la bassa marea, accompagnati da Kura, una nota cantautrice ambientalista cookiana, si alternano alle escursioni per esplorare l’entroterra e gli incantevoli panorami che lasciano senza fiato per la loro bellezza.