La prima cosa che colpisce di lei è il sorriso, che fa da cornice ad una dolcezza disarmante. Stiamo parlando di Isabella Potì, Chef italiana classe ’95, che insieme al suo compagno Floriano Pellegrino ha fondato il ristorante Bros’, una stella Michelin, nel cuore della Puglia, a Lecce. Isabella è una donna e futura mamma creativa e intraprendente, determinata e comunicativa tanto da aver trasformato la propria passione nel proprio lavoro. Innamorata dei dolci sin da bambina, è un vero talento destinato sempre di più a far parlare di sè.
Chi è Isabella Potì? Donna in carriera, pluripremiata, da poco protagonista di una bellissima campagna creata da Miriade volta a sostenere l’autonomia e la valorizzazione delle donne che hanno importanti storie da raccontare. Ma tra poco sarà anche mamma. Come ha vissuto il suo cambiamento fisico e com’è il suo rapporto con l’estetica? Isabella Potì è una chef in carriera, mi ritengo una donna dalle tante qualità. Il cambiamento fisico inerente alla maternità è stato, da un certo punto di vista e a priori, abbastanza arduo. L’idea che questa nuova vita implicasse un cambiamento così repentino ed evidente del mio fisico mi spaventava un po’. Dopo poco però la paura è chiaramente svanita e ho vissuto la gravidanza nella maniera più naturale possibile. Il cambiamento è sicuramente in positivo e non ha fatto altro che portare tanta gioia. Sicuramente cambieranno le mie giornate così come la mia organizzazione di vita giornaliera, ma mentalmente posso dire di sentirmi sempre la stessa, forse più responsabile di quanto non lo fossi già.
Nonostante la sua giovane età, ha avuto una carriera costellata da grandi esperienze. Ha lavorato al fianco di nomi importanti, donna in un mondo ricco di uomini. Ci racconti come ha vissuto il suo percorso e se questo aspetto ha intaccato il suo cammino fino ad oggi. Mi sono sempre detta una cosa molto importante, ovvero che non ci ho mai pensato mentre lo facevo. È vero, la presenza femminile nel campo della ristorazione è sicuramente inferiore a quella maschile ma questo vale anche per altre professioni ed altri ambiti lavorativi. Si può dire essere un fatto storico e di evoluzione. Ritengo che la cosa importante sia parlarne e normalizzare il tutto, senza evidenziare troppo le differenze, ora che l’iter sta sicuramente cambiando. Sin da piccola, ho vissuto le mie amicizie in egual maniera sia con femmine che con maschi, senza mai fare distinzione di genere e quindi senza mai sentirmi inferiore nè ricevere pressioni. Quindi, forse anche questo aspetto mi ha aiutato nel mio percorso lavorativo.
Oggi le donne hanno raggiunto dei traguardi esemplari nel campo della ristorazione. A volte, faticando maggiormente. Secondo il suo punto di vista, come è cambiato il ruolo della donna nel mondo del food? E soprattutto, ci sveli qual è secondo lei il valore aggiunto che dona la donna in cucina.
Io parlo molto, appunto, di uguaglianza. Così come le donne possiedono caratteristiche come la delicatezza, la dolcezza, la sensibilità, anche un uomo può tranquillamente esprimere le stesse a proprio modo. Non credo che vi sia qualcosa in più o un qualcosa in meno apportato da una donna, in riferimento ad un uomo, all’interno di una cucina. Possono esserci donne che, viceversa, esprimono una cucina fredda o più di impatto. In base al proprio carattere, ognuno esprime semplicemente sè stesso. Ad esempio, nella nostra realtà lavorativa, Floriano è la parte più creativa tra i due e paradossalmente il più delicato. La mia speranza è che in un futuro prossimo e non troppo lontano non vivremo più questa distinzione di genere.
Il suo è un lavoro molto affascinante, oltre che creativo ed impegnativo. Ha mai pensato che possa essere complicato riuscire a coniugare il lavoro con quello che sarà il suo ruolo di madre? E cosa pensa possa fare il mondo della ristorazione per andare incontro alle esigenze della donna-mamma?
Senza dubbio, sia io che Floriano, dovremo riorganizzare il tempo in cucina per poterci prendere più spazi. Avremo più tempo anche per noi stessi. Per quanto riguarda ciò che si potrebbe fare per migliorare, credo che in tutti i campi forse si potrebbero regolare meglio gli orari e la loro stessa gestione, per consentire alla futura mamma o ai futuri papà di godersi di più un momento unico come la gravidanza.
La situazione attuale in Ucraina ci ha spinti a riflettere, a guardarci dentro e a renderci conto che in un attimo può davvero svanire tutto. Passano i giorni in un clima di tensione e paura, lei come sta affrontando tutto ciò? È un qualcosa che tocca tutti da vicino, anche se credo non possiamo davvero capire fino in fondo il dolore e lo strazio che queste persone stanno vivendo in questo momento. Tutto quello che possiamo e dobbiamo fare è agire in base alle nostre possibilità, offrire il nostro aiuto attraverso i mezzi che ci sono concessi ed il nostro supporto. Tutto questo dovrebbe farci riflettere, spingerci e spronarci ancora di più a non arrenderci mai, proprio come stanno facendo tutti coloro che stanno vivendo questo incubo. È un qualcosa che ci servirà da lezione per capire che tutto può succedere e finire in qualsiasi momento. Dunque, dobbiamo fare sempre ciò che ci piace fare senza mai smettere di credere nelle nostre idee.
Che consiglio si sente di dare alle donne che decidono di intraprendere la sua stessa carriera?
Il consiglio di non subire i pregiudizi, di non farsi sopraffare dai miti della cucina come ambiente solo maschile. Di fissarsi degli obiettivi ben chiari e di andare avanti qualunque cosa accada, essendo sempre molto determinati.