Zalando, piattaforma europea online leader nel campo del fashion e del lifestyle, presenta la campagna Voce allo stile, in collaborazione con tre giovani artisti che si sono esibiti ognuno in una città diversa, per omaggiare la moda streetwear e la musica italiana.
Marianna Mammone, conosciuta con il nome di @BigMama, Laila Al Habash, sui social @LailaAlabastro, e Livio Cori, su Instagram @LivioCori, hanno interpretato per l’occasione la celebre canzone “Nessuno mi può giudicare/Se lo dici tu” di Caterina Caselli, presentata per la prima volta nel 1966, durante il Festival di Sanremo.
La canzone, che da subito ha reso la cantante un’icona della musica italiana, diventa l’occasione per i tre artisti di esibirsi tra le strade delle proprie città, come su un palcoscenico accessibile a tutti. Ognuno di loro ha dato una propria versione unica e originale del singolo, attraverso il proprio stile musicale e strizzando l’occhio al mondo dello streetwear.
Livio Cori, rapper napoletano di successo, ha incantato la sua città, Napoli, con la sua versione, perché “Napoli in effetti è un po’ una città palco, perché i napoletani sono tutti un po’ attori e un po’ musicisti.”
Il suo sguardo da duro viene immediatamente smorzato da un sorriso dolcissimo: ci accoglie dimostrandosi una persona sensibile e gentile. Ama sperimentare e vivere le cose nella loro totale bellezza, con un attitudine tipicamente partenopea, curiosa e sempre positiva.
Cos’è per te la musica?
Quanto tempo hai per questa risposta? (Ride). La musica si è addentrata nella mia vita inizialmente come una grande passione. La mia famiglia è stata fondamentale in questo: da sempre a casa mia si ascoltano canzoni e sinfonie eterogenee ad ogni ora del giorno ed io ora non ne faccio più a meno. Da piccolo mi piaceva seguire qualsiasi programma di musica e assorbire tutte le informazioni più utili. Ripensando a quel periodo, mi rendo conto di quanto ne sia stato sempre intrinsecamente affascinato.
Crescendo, ho sentito il desiderio di dover sperimentare in prima persona: di non essere solo un fruitore passivo e appassionato, ma di esserne anche protagonista. Così, al primo anno di liceo, ho iniziato a mettere alla prova le mie skills da rapper, senza nessuna ambizione particolare, ma con giocosa naturalezza.
Oggi trascorro il 95% della mia giornata con la musica, che è una continua fonte di piacere per la mia vita. E’ stato sorprendente trasformarla in un vero e proprio lavoro, che mi desse così tante soddisfazioni.
Quali sono le tue principali fonti di ispirazione?
Ascoltare assiduamente la musica, per me, è fonte di ispirazione, perché permette di confrontarmi con il panorama mondiale e di imparare ed esserne ispirato. Mi piace molto la musica oltreoceano, dal R&B alla musica Soul al Pop americano. Questo mantiene attive le mie conoscenze, perché sono un grande sostenitore dell’importanza del passato, che dovrebbe essere una fonte di studio da non sottovalutare, perché quello che abbiamo oggi deriva anche un po’ da quello che è stato già fatto.
Dal punto di vista autorale, invece, cerco sempre di attingere dalle mie esperienze personali. Amo l’idea di poter essere vicino alle storie degli altri, raccontando il mio punto di vista nella maniera più genuina e autentica possibile, perché credo che l’empatia sia un buon modo per non sentirsi mai soli.
La scelta di cantare in napoletano suggella un legame intimo con Napoli. Quanto ha inciso per te crescere in una città dalle mille sfaccettature? Che valore ha oggi nella tua vita?
Napoli per me rappresenta un vantaggio enorme. E’ una città d’arte, di musica, di cultura e di folklore. E’ in grado di sorprendermi incessantemente, pur conoscendola benissimo in tutte le sue sfaccettature: è la mia musa principale, perché è in grado di regalare emozioni anche quando non te le aspetti.
Pino Daniele, figura centrale nel panorama musicale della mia città, è stato il mio riferimento principale per tanto tempo, in quel crossover di musica napoletana più tradizionale e quella d’oltreoceano più contemporanea. Da lui ho imparato che nulla può essere considerato assoluto e che le contaminazioni offrono sempre punti di vista innovativi e sorprendenti.
E’ stata la sua musica a spingermi verso la scelta di cantare in napoletano. Sono affascinato dalla musicalità di questa lingua, che si presta ad essere più armonica rispetto allo stesso idioma italiano. La musica napoletana poi mi ha insegnato tanto, sia dal punto di vista personale che professionale e scegliere di usarla per la mia arte è un omaggio alla sua importanza nella mia vita.
Come hai vissuto questo progetto con Zalando?
Per la campagna con Zalando, ho reinterpretato una canzone storica di Caterina Caselli, Nessuno mi può giudicare, e lavorare su un suo brano è stato per me un’esperienza totalmente gratificante, perchè siamo legati da un rapporto che va oltre il semplice rispetto professionale, c’è stima ed amicizia.
La Caselli è stata la mia discografica proprio nel periodo di Sanremo, che è stata una grande opportunità per apprezzarla e conoscerla non solo come artista, ma anche come essere umano.
La tua carriera è permeata da una partecipazione al Festival di Sanremo nel 2019 in coppia con Nino D’Angelo, ma anche alla serie tv di successo Gomorra. Cosa ti porti dentro di queste esperienze così forti e di grande crescita professionale?
Sono state due esperienze molto significative per me e anche se diverse tra loro, sono indissolubilmente legate entrambe alle mie origini, all’appartenenza, alla mia città, Napoli.
La serie tv Gomorra mi ha offerto la possibilità di cimentarmi sia nel cast come attore, interpretando il ruolo di ‘O Selfie, un giovane membro del clan dei Talebani, sia contribuendo con il mio brano Surdat alla colonna sonora della terza stagione. E’ stata la mia prima esperienza come attore ed è stata totalizzante, proprio perchè mi ha reso parte di un progetto televisivo importante nel panorama italiano: sarà sempre una parte fondamentale del mio percorso professionale.
Sanremo è stata un’opportunità altrettanto rilevante ed inaspettata: non perchè non mi sentissi all’altezza, ma perchè non ci avevo pensato prima.
Inizialmente avevo chiesto a Nino D’Angelo una collaborazione per una canzone e non mi aspettavo nemmeno una risposta positiva, perchè so che lui non ama le partnerships. Invece, Nino si è dimostrato subito interessato prima che al mio progetto, al me artista. Ed è stato curioso scoprire quanto fossimo simili, due scugnizzi figli della stessa città.
Dopo aver registrato il brano, Nino ha espresso il desiderio di portare il singolo a Sanremo e così ho preso parte all’avventura.
Per un artista italiano l’esperienza di Sanremo rappresenta un punto d’arrivo o d’inizio, a seconda dei punti di vista, che è un onore indescrivibile per la propria carriera. Ti permette di vivere emozioni che ti rendono migliore.
Cosa ti aspetti dal futuro a livello lavorativo e non solo?
Sicuramente gli ultimi due anni vissuti sono stati anni duri per tutti e mi hanno insegnato a rivalutare il concetto di futuro, inteso non più come progetto a lungo termine, ma come filosofia del vivere la vita a 360° minuto per minuto.
Ho imparato ad amare il presente e a programmare il futuro a piccoli step, senza precludermi nulla: la musica è sempre al primo posto nei miei progetti, ma la recitazione mi ha dato emozioni per le quali continuerei a mettermi in gioco anche come attore. Sono sempre pronto ad imbattermi in nuove esperienze, qualsiasi esse siano. Credo sia sempre necessario mostrare una certa apertura verso la vita e questa ti regalerà analogamente libertà e good vibes.
Da un punto di vista più intimo, sento di aver oltrepassato quella linea che segna il passaggio da ragazzino ad uomo: sto imparando a migliorare e a crescere in quanto persona.