“La cosa più gratificante e rilevante per noi è ricevere messaggi di ragazzi che hanno avuto le nostre stesse difficoltà di coppia e, grazie a noi, si sentono motivati ad andare avanti.”
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Haiyan e Luciano, avete fatto di voi stessi un fenomeno digital. Vi definite un “progetto-blog”, nato, possiamo dire, “en passant”. Siete due fotografi di professione ed una coppia a testimonianza che il metissage di culture e le mescolanze vincono nonostante tutto. Haiyan, nella vita di tutti i giorni, ti ritieni una “tiger mum”?
H e L: Noi siamo nati e abbiamo iniziato il nostro progetto attraverso il blog, strumento che all’inizio dell’era del digital andava per la maggiore. Ci raccontavamo, parlavamo delle nostre passioni, quali la fotografia, i viaggi ed anche la passione per la moda. Attraverso il nostro lavoro di fotografi ci siamo immersi nel mondo del digital a pieno, dal blog si è passati a instagram e abbiamo deciso di dedicarci a questo nuovo lavoro, mantenendo sempre lo stile che avevamo durante i nostri lavori e servizi fotografici. Il nostro inizio di vita insieme è stato tutt’altro che semplice ma alla fine ciò che abbiamo fatto insieme e creato ha vinto su tutto. H: Nella vita di tutti i giorni, cerco di educare i miei figli in tal senso, non mi definisco una “tiger mum”, anzi, mia madre lo è. Sotto l’aspetto emotivo e affettivo i miei genitori non hanno mai eccelso, cosa che invece sia io che Luciano cerchiamo di fare costantemente con i nostri bambini, per non fargli vivere la mancanza che a noi è venuta meno.
Hayan e Luciano, vivete la vostra vita insieme, con due splendidi bambini, in Italia. Quali sono le differenze culturali e di tradizione, italiana e cinese, che vivete, o elementi discordati legati ognuno alle proprie abitudini ed origini? Come educate i vostri figli a riguardo?
H e L: Siamo nati in due realtà diverse ma ci riteniamo abbastanza vicini, sia sull’educazione dei figli che su tutto il resto. L: Per me è fondamentale il rispetto, insegnatomi da mio padre sin da piccolo, ed è la cosa a cui tengo di più che imparino i miei figli. Nostra figlia ha già imparato questo concetto e riceviamo sempre complimenti da parte delle persone sul suo comportamento e la sua educazione. H: Sono arrivata in Italia all’età di 7 anni e la cosa che più mi è stata ripetuta dai miei genitori è che la famiglia è tutto e che qualunque cosa facessi avrei dovuto farla per la loro, cosa che magari per Luciano era più difficile da comprendere. Per gli adulti in Cina si porta un rispetto talmente alto che qui in Italia non c’è, tanto che non si chiama mai per nome un adulto, proprio in segno di altissimo rispetto.
La vostra è una storia che fa riflettere sulle differenze di culture, di etnie e sulle conseguenti problematiche che queste possono comportare. Vi va di raccontarci di più?
H: La nostra è una storia nata per caso ai tempi di MSN. Avevo 18 anni ed avevo paura del giudizio dei miei genitori in merito ad una storia con un uomo, Luciano, molto più grande di me e per di più italiano. I primi 4 anni della nostra storia, Luciano, che è di Genova, faceva il pendolare quasi tutti i giorni. Poi sono rimasta incinta e ho dovuto dire tutti ai miei genitori, i quali hanno cercato in tutti i modi di farmi interrompere la relazione e farmi tornare sui miei passi, fino al punto di dirmi di farmi andare via d casa quando ero incinta di 5 mesi. Sono arrivata a Genova da Luciano e durante tutto il periodo della gravidanza non ci siamo mai più parlati. Una volta tornati a Milano, ho iniziato a provare a recuperare i rapporti e mettere da parte l’orgoglio. È stata dura, ci sono voluti tanti anni e tante difficoltà ma alla fine ci siamo guadagnati il rispetto facendogli capire che non chiedevamo nulla a loro e tutto quello che ci stavamo creando era e sarebbe stato solo il frutto delle nostre forze, senza aiuti altrui. H e L: Il consiglio che come coppia sentiamo di dare a chi vive la situazione che abbiamo vissuto noi è quello di capire anche l’altra parte, di immedesimarsi e rendersi conto che non è sempre facile, non solo per noi. E mettere da parte l’orgoglio.
A proposito di “tiger”, siamo arrivati al tanto atteso Capodanno Cinese, ovvero il “Lunar New Year 2022”, che ci introduce nell’Anno della Tigre. Cosa significa per voi e come vivete questo evento? Rappresenta una ritualità ed una tradizione, un motivo in più per parlare, appunto, di metissage?
H e L: È un evento che festeggiamo tutti gli anni ma non come lo festeggiano in Cina, li i festeggiamenti durano all’incirca una settimana. Il significato è quello di riunirsi con la famiglia, passare del tempo insieme e mangiare insieme. Ci sono dei piatti che non possono assolutamente mancare nella tradizione di questa festività: il pesce è simbolo di prosperità e fortuna, per ogni tipo di pesce c’è una fortuna diversa. I ravioli cinesi augurano la ricchezza; le palline di riso dolci sono il simbolo dell’unione familiare. Gli spaghetti indicano longevità e felicità. Il rosso è il colore rappresentativo della festa per eccellenza, nonchè il colore portafortuna dei cinesi. Sicuramente, non manca mai la classica “busta rossa”, dove all’interno gli adulti mettono i soldi per i bambini. Per noi, è un modo come un altro per stare insieme e vivere momenti di spensieratezza con la nostra famiglia.
Come mai, secondo voi, ricopre questa importanza globale? Qual è il suo significato e cosa rappresenta?
H e L: La Cina si è inserita e si sta inserendo in tutte le parti del mondo. Quindi, sicuramente è molto vantaggioso per le aziende creare progetti, collezioni o capsule ad hoc per il Capodanno Cinese. La Cina porta economia e dunque clienti. Crediamo sia normale che anche le casa di moda più importanti siano attirate da questa festività. H: Chiaramente, poi, ritengo sia importante e necessario anche che le culture altrui si diffondano e si impari a conoscere anche ciò che non fa parte della propria tradizione, come appunto il Capodanno Cinese, che in molti non sapevano cadesse a febbraio perché in corrispondenza dell’anno lunare e non di quello solare.
L’evento diventa motivo di festeggiamenti anche in Italia. Come dicevamo, anche il mondo della moda dedica a questa ricorrenza delle capsule speciali e, attraverso la tigre, simbolo di forza, sicurezza e coraggio, auspica quest’anno ad un futuro luminoso. E mai come in questo periodo potrebbe essere auspicio migliore. Qual è il vostro personale auspicio per il futuro?
H e L: Noi ci riteniamo molto fortunati, non abbiamo nulla di cui poterci lamentare. Stiamo crescendo molto lavorativamente parlando, le persone ci vedono per come noi vogliamo essere visti. Quando abbiamo creato il nostro “brand”, abbiamo sempre sognato di crescere per poter anche e soprattutto aiutare persone che non si trovano nella nostra stessa condizione di privilegio bensì di difficoltà. Il nostro auspicio più grande, oltre al fatto che il Covid sparisca, è quello di poter crescere sempre di più per poter, attraverso la nostra visibilità, la nostra immagine e le nostre forze, aiutare le persone ed i bambini in difficoltà e renderci utili per gli altri. Non è forse la cosa più bella che si possa fare? Ognuno di noi dovrebbe sentirsi addosso il peso di una responsabilità personale e collettiva. Per questo ci stiamo muovendo, abbiamo molte idee a proposito e speriamo in un futuro prossimo e vicino di poterle realizzare.