Quella per la Primavera 2022 è una couture “pura” espressa principalmente attraverso palette, che salvo alcune eccezioni, sono dominate dal bianco e dal nero.
Pura perché si concentra sulla costruzione dell’abito, involucro del corpo che non è più solo contenuto, ma diventa centro stesso.
Dallo studio dell’abito si passa allo studio del ricamo, emblema supremo della couture e massimo comun denominatore di quasi tutte le Maison.
La stilista russa Ulyana Sergeenko mescola sport e glamour anni 20’ attraverso racchette, guanti e cuffie per capelli con applicazioni floreali o in cristallo. La sfilata, che si apre con una modella che utilizza un fischietto da arbitro, propone silhouette vintage nelle quale il punto vita è strizzato e le spalle sono enfatizzate, in un susseguirsi di tailleur ed abiti ricamati, crochet con lurex e pizzo, cristalli, ma soprattutto lingerie con bra che mettono in evidenza il seno e diventano focus sugli abiti da sera.
Maria Grazia Chiuri per Dior celebra l’Atelier come il luogo intimo in cui mano e testa convergono, come spazio sperimentale in cui la magia e la scienza della couture avanzano e sono rielaborati.
La tecnica del fatto a mano è esaltata nel ricamo, che in quel luogo diventa azione progettuale, che nell’interazione con l’aria si discosta dalla superficie e si fa evanescente. Da qui prendono consistenza le calze, emblema della collezione e trait d’union di look con tailleur o abiti da sera dalle linee pure.
L’oggetto, fatto a mano, diventa manifesto di un desiderio di forzare i confini tra arte ed artigianato attraverso il corpo, che a sua volta diventa supporto per dar vita a progetti d’avanguardia.
Virginie Viard studia per la Couture di Chanel la costruzione di un capo e come i ricami possano diventare parte di esso, creando silhouette luminose e giocose che fluttuano tra ricami geometrici. Una collezione femminile e vivace in cui abiti leggeri e tessuti come gli chiffon, o balze, giocano con macramè e pizzi cangianti, ma soprattutto con il tweed ed il bouclé, heritage della Maison, creando contrasti materici. Ma quello che sicuramente resterà più impresso dello show è il momento iniziale, in cui la principessa Charlotte Casiraghi apre la sfilata cavalcando.
Quella di Alexis Mabille è una couture carnale, come lo stesso stilista ha voluto definirla, in cui il concetto di desiderio è costruito ed esplicato attraverso pizzi effetto tatoo, trasparenze ed elementi di lingerie, ma soprattutto attraverso una palette che predilige le tonalità del nude.
Una seduzione ulteriormente sussurrata da elementi che scoprono la spalla e piccoli cut out.
Stephane Rolland si ispira all’espressionismo realista del pittore Lorenzo Viani per creare tuniche e caftani in cui il tessuto, che parte da cappucci drappeggiati, o da mantelli che coprono la testa o infine, da maniche lunghissime, sfiora il pavimento. I gioielli formati da grosse pietre si legano e diventano vere e proprie parti dell’abito, fino ai look finali, in cui in si trasformano in top geometrici su gonne ampie. L’elemento chiave della collezione è il volume, ma anche la sorpresa che quasi tutti gli abiti mostrano nel retro, quando la modella si gira per andar via.
RVDK Ronald Van Der Kemp sceglie la supermodel Pat Clevend per il video di Can you Feel it? la sua collezione Haute Couture Primavera Estate 2022. Una collezione creata con gli scarti a partire dai materiali che sono resti di tessuti delle passate collezioni o che provengono dal vintage, fino ai dettagli, creati con petali di fiori veri in resina. Non mancano infine, alcuni look dipinti a mano dallo stilista stesso.
Sulla passerella di Zuhair Murad sfilano le piratesse di Byron vestite di gonne in organza, maniche a palloncino cinture e dettagli che ricordano i corsetti. Con le loro fasce sulla testa o i loro cappelli da corsaro, queste avventurose donne sono pronte a partire per mare alla ricerca del tesoro della loro vita.
Questa volta tocca a Glenn Martens disegnare la collezione Couture di Jean Paul Gualtier. Lo stilista, che ritorna alla maison dove aveva iniziato la sua carriera, porta in luce, attraverso l’ombra ed un atmosfera dark a tratti gotica, la follia e l’inquietudine dell’heritage di Gaultier, attualizzando, attraverso un dettagliatissimo studio sul corsetto, quest’elemento. Protagonisti sono righe, strutture metalliche, ma soprattutto i nastri non solo su corsetti, ma anche su gonne e il tulle ed il velluto che sembrano drappeggiati dal movimento del vento.
Ispirazione della collezione di Viktor&Rolf è la paura, sentimento comune di una società che sta cambiando e il cui simbolo è Dracula. Ma la paura deve essere trasformata, attraverso la bellezza, in qualcosa di positivo e quindi sì ai vampiri, ma a quella della vecchia Hollywood, che sulla passerella si esplicano in silhouette allungate dalle spalle altissime fino a coprire il collo, ma anche rouches, fiocchi e tulle.
Elie Saab sceglie i fiori nella sua Ode al Mediterraneo. Bouganville di organza che sbocciano e si arrampicano su abiti e mantelle e si mescolano a ricami di cristalli e frange preziose. Scolli che ricreano i petali in una palette di colori vivaci tra i quali spicca il fucsia.
Infine, Kim Jones da Fendi celebra la bellezza di Roma in un viaggio tra antichità e presente, tecniche tradizionali e artigianato moderno. Un percorso armonico nel tempo in cui le protagoniste sono imperatrici la cui purezza divina è imbevuta di potere celestiale e che indossano silhouette futuristiche e capi dalle lavorazioni avant-gard, con stampe dipinte a mano ed olografiche che riprendono l’idea del bassorilievo e linee scultoree con decori 3d e dettagli in cristalli.
Per quel che riguarda invece Schiaparelli e Valentino, qui e qui potete trovare le nostre review.