Qual è il significato della moda?
Cosa ha da dire in un periodo in cui tutto è in movimento?
Cosa è il surrealismo per Schiaparelli quando è la realtà stessa ad esser stata ridefinita?
La coscienza della perdita, l’incertezza di un futuro collettivo, il senso di spaesamento unanime, intrecciati alla speranza, hanno portato Daniel Roseberry, lo stilista dietro la Maison, a porsi delle domande e a cercare le risposte lontano da tutto ciò che nell’alta moda è usato per comunicare grandezza.
Dopo due anni passati a riflettere sul surreale, Roseberry pensa all’Empireo, luogo di fuga dal caos, cielo e casa di una mitica sacerdotessa i cui abiti sfidano la gravità.
Le silhouette esagerate, i volumi enormi, i gloriosi pouf di tessuto appaiono vuoti. Quello che appariva eccitante durante le prove adesso è mutato in qualcosa di più disciplinato, quasi trattenuto.
Il dramma deve essere ottenuto senza fare affidamento a quei principi: è il momento della disciplina.
Forme sartoriali affilate come lame taglienti, vita stretta, colli di “colomba” sovradimensionati per poter velocemente prendere il volo: dea ed aliena, la sacerdotessa cammina tra noi.
Indossa una giacca corta color crema con il dorso a becco d’anatra in sartoriale toile di cotone “U.S.” ricamate con palme Schiaparelli vintage che si sollevano dalle spalle per levarsi dritte. Pantaloncini bordati di faille di seta ecru, cinciallegre di raso beige in vita, bustier aerodinamici con fusciacche di raso crema e cascate di crine nero che oscillano e rimbalzano insieme ai suoi movimenti. Un frac lungo in faille di raso ricamato dietro con la fontana di Apollo di Versailles, motivo vintage Schiaparelli.
Alla fine, dopo il rigore della sartoria e la sperimentazione di silhouette affilate, abbraccia la sua potente vita interiore e da spazio a fontane d’oro, piume nere, cabochon quasi animaleschi e cristalli, come quelli dell’abito da cocktail che ricorda quasi l’interno di una scatola di gioielli.
Il volume appare sbagliato, il colore appare sbagliato, ed è così che da dentro emerge con prepotenza il bisogno del nero, del bianco e dell’oro, un muoversi in avanti, ma verso l’elementare.
Il perfezionamento dell’oro Schiaparelli, attraverso un’ulteriore sperimentazione, crea una tonalità né calda, né fredda, né rosa, né ottanio, formulata specificamente per la Maison e composta con parti di foglia oro 24K e si presenta, come una visione, in pezzi su abiti in colonne in jersey di seta nera con lunghi e tremolanti fili di metallo, lastre di metallo martellate e lucidate che oltrepassano i confini di un corsetto, libero di muoversi e ondulare come una medusa nel mare, ma anche nelle sculture che rappresentano i codici della maison: occhi, lucchetti, aragoste, colombe e una litania di parti del corpo rivestite in pelle o tessuto e poi dorate in foglia d’oro 24k e ricamate con cabochon e cristalli vintage della fine degli anni 30’.
L’effetto è infantile e un po’ grezzo, volutamente elementare.
“Quando gli abiti, gli accessori, i capelli, la musica ed il muoversi di chi li indossa sono in armonia, quando l’insieme cerca di comunicare qualcosa possiamo ricordarci perché amiamo la moda: non per le celebrità, per i like o le recensioni, perché quando è fatta bene, quando ha qualcosa da dirci, può aiutarci a sentire l’inafferrabile.”
Creando la collezione Couture Primavera/Estate 2022 Daniel Roseberry ha capito che crea per far sentire qualcosa alla gente, perché la moda ha ancora il potere di farci commuovere.