«C’è sempre un fascicolo pronto per ognuno di noi da tirar fuori al momento opportuno. Il sistema racconta una pagina oscura della giustizia italiana, che non riguarda solo politici e magistrati ma ogni singolo cittadino». È nato dopo aver letto il best seller omonimo, firmato da Alessandro Sallusti e Luca Palamara, lo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Edoardo Sylos Labini, con l’adattamento teatrale del critico d’arte Angelo Crespi in scena al Sala Umberto di Roma fino a sabato. Una telefonata al giornalista Sallusti, per poi confezionare la pièce. Sold out alla prima della mise en scène che fonde satira e critica, offrendo spunti di riflessione che faranno discutere. Dietro le quinte, in seguito alle innumerevoli prove, Sylos Labini, da sempre in campo quale poetico e dannunziano difensore di cultura e identità nostrane, si prepara per il debutto capitolino, affiancato dall’attore Simone Guarany. Riapre così la stagione del teatro d’autore nella Capitale, sganciandosi dal fermo opprimente dettato dalla pandemia. Tramite le parole dell’ex capo dell’Anm (Associazione nazionale magistrati), il protagonista ripercorre la carriera di Palamara scoperchiando quel “Vaso di Pandora” che custodisce una rete comunicante, ma nascosta, tra politica e magistratura negli ultimi 20 anni. Affari loschi, processi, sentenze che di sicuro Francis Ford Coppola amerebbe riprendere dietro la sua cinepresa.
L’obiettivo, schietto e privo di orpelli, è quello di invitare lo spettatore a credere ancora nel sistema giudiziario, senza attaccarne l’indipendenza costituzionale. Sete di potere, ambizione, astuzia e tradimenti in un ritmo incalzante per una partita a scacchi con il destino. «In questi anni ho interpretato Alessandro Mazzini, Nerone, Gabriele D’Annunzio, Italo Balbo, ma sentivo la necessità di raccontare la nostra epoca, quella di generazioni di italiani come la mia che, in fondo, hanno sempre visto l’Italia tappata dentro una bottiglia da quel sistema che oggi porto sul palco. Ci vogliono coraggio e passione per difendere il nostro Paese a teatro, così come nella vita. Vi aspetto in platea perché questi personaggi mi hanno insegnato ad amare, nonostante tutto, la nostra bella Italia», spiega in un post su Instagram Sylos Labini che con il suo one man show da standing ovation, a cui fa sempre seguito un dibattito su temi d’attualità coinvolgendo pubblico ed esperti, ha già raccolto infiniti consensi anticipando il palcoscenico romano attraverso le altre tappe del tour estivo.
Il 29 e 30 settembre prossimi approderà al Manzoni di Milano. Infine, a sipario aperto, i ringraziamenti d’obbligo a Laura Giannisi per le scene e i costumi, alla graphic designer Beatrice Buonaiuto, al videomaker Nicola De Toma, a Luca Barbati per il disegno luci e Giacomo Vezzani per le musiche originali nonché alla Rg Produzioni. Con grande soddisfazione, considerando la ripartenza che ha in agenda ben 27 titoli, di Alessandro Longobardi, direttore artistico del Sala Umberto.