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Attore, sceneggiatore, regista. La vita di Giovanni Anzaldo è ricca di traguardi meritati e percorsi concreti che lo portano a conquistare e raccontare l’arte, ogni giorno, sempre di più. Per descriverlo, con sincerità e concretezza, mi viene in mente la parola εὐδαιμονία (eudaimonia) che, in greco antico, significa felicità. Questo sostantivo è formato da εὖ (eu) e δαίμων (daimon): bene e demone. La felicità diventa così perseguibile solo grazie al nostro demone interiore. Quello spirito benevolo, a cui ci appelliamo involontariamente negli attimi che ci mettono alla prova, ci aiuta a seguire ed afferrare quella luce che vogliamo, quella beatitudine e quella salvezza che chiamiamo coraggiosamente felicità.

Benvenuto, Giovanni. Recentemente, sei entrato a far parte del cast della serie Netflix Summertime. Come ti ha accolto il cast?

Il resto del cast mi ha accolto molto bene. Sono tutti ragazzi giovani, ormai diventati famiglia. Diciamo che ero un po’ come uno zio che non avevano mai conosciuto ed è bastato poco per entrare in armonia con quello che era un gruppo già rodato.

In che modo descriveresti il tuo personaggio Jonas?

Jonas è un girovago, un libertino che vive con grande leggerezza la vita. Non ha una casa, ne ha mille in tutto il mondo; è il classico ragazzo con lo zaino in spalla, con una vita come quella dei marinai, con amori ad ogni porto. Credo sia innamorato degli esseri umani, delle loro storie; per questo cerca di immortalare tutto con la fotografia.

Quale credi sia la particolarità di una serie come questa?

Summertime è una serie estiva. Parla di amore, turbe giovanili. Credo che a guardarla si senta il sapore del sale, del gelato in spiaggia. Appartiene a quel genere di cose che si guardano per rilassarsi, decisamente l’opposto di Dark o Black Mirror. Tra le varie complessità della vita abbiamo anche bisogno di estate, un amarcòrd dei nostri primi amori.

Nel tuo curriculum c’è tanto Cinema. Quanto senti di essere cambiato nel tuo percorso artistico e quali sono le consapevolezze che pensi di aver conquistato?

Più vado avanti e più mi rendo conto di non saperne assolutamente nulla. Dovrei avere più esperienza, e forse un po’ è così, ma è un mestiere molto delicato, come la vita. Uno può avere settant’anni e non aver capito nulla, può dirsi vecchio, ma non uomo. Non è scontato che andando avanti si vedano i progressi e l’unica cosa certa è l’abbandono. Cercare di lasciarsi andare, senza particolari assicurazioni; abbandonarsi alla recitazione nonostante i percorsi, gli anni, l’esperienza. Questo è un mestiere che rende tutti bambini. Più si è bambini e meglio è.

Cosa significa essere un attore nel 2021?

Essere un attore nel 2021 è un gran casino. Dopo il lockdown è tutto un fiorire di produzioni, di serie , di film. Si prediligono i teenager e le storie che ruotano intorno a quell’età. Io ho trentatré anni e quando avevo sedici anni c’erano praticamente solo i “Liceali” e se non eri romano diciamo che eri spacciato. Ora per i giovani ci sono molto più chance. Allo stesso tempo i canali si sono un po’ confusi, c’è meno una definizione di mestiere e con questo non voglio dire che sia necessariamente un male.

Mi spiego meglio: una volta per fare l’attore dovevi fare una scuola riconosciuta a livello nazionale e poi massacrarti di provini tentando la fortuna o incontrando il talento, ora invece è più probabile fare un film se hai duecentomila followers su Instagram. La moda si sta impossessando di giovani carismatici e se uno non ha la testa sulle spalle può essere un problema. Dunque, per rispondere alla domanda, essere un attore nel 2021 vuol dire fare tante storie su Instagram.

C’è un ruolo che ti piacerebbe affrontare in futuro?

Vorrei interpretare un personaggio complesso, con più sfaccettature e con molta “ciccia”, per dirla in gergo.

Ed un regista con cui ti piacerebbe lavorare?

Luchetti, Garrone e qualche giovane talento.

Che tipo di spettatore sei? Quali sono i film e le serie tv che hai amato e che ti affascinano?

Non sono uno spettatore da serie, sono più da film. Se devo guardare una serie, allora dev’essere di pochi minuti come “After Life” di Gervais, o “Fleabag”. Ma ho amato anche “The Crown”, per quanto della famiglia reale non me ne freghi un granché. Adoro i film dove l’attore domina la scena, anche a discapito di una fotografia immacolata. Mi riferisco a film come “Victoria” , un film tedesco tutto in piano sequenza con attori straordinari.

C’è un artista ( regista, attore, sceneggiatore) che ammiri e che ti ispira, quotidianamente, nel tuo lavoro?

Come regista non potrei non citare Kassavetes, praticamente il fautore di un certo tipo di cinema indipendente. Amo Elio Germano, in tutti suoi film c’è una poesia che si porta dentro che credo abbia a che fare con il suo modo di interpretare la vita. Enrico Pantani fa dei quadri che sono dei sogni visionari sempre stimolanti e poi, last but not least, penso che Zerocalcare sia un genio.

Se pensi ad una canzone per descrivere la tua vita in questo momento quale sceglieresti?

The Youth dei Daughter.

Chi è Giovanni, adesso, in questo preciso momento?

Uno che tenta e che vuole essere felice. Credo che la voglia che ho di felicità sia più forte di tutte le mie passioni. Il mio unico obiettivo.

Stylist MUCCINO AMATULLI
Ph PIERGIORGIO PIRRONE
Talent GIOVANNI ANZALDO
Pr talent GIUSEPPE ZACCARIA
Assistente stylist ARIANNA COMPAGNONE
Grooming L’OREAL 
Location HOTEL MASSIMO D’AZEGLIO