La chiarezza e la limpidezza, la semplicità e la forza, la fragilità e la concretezza di Carolina Crescentini. Quando penso a questa donna ed attrice dall’animo gentile, dallo sguardo incisivo che avvolge storie e persone, penso ai versi di Saffo: «Dicono alcuni che sulla terra nera la cosa più bella sia un esercito di cavalieri, altri dicono di fanti; altri dicono di navi. Per me, invece, è ciò che si ama».
Nella arte e nella vita, Carolina Crescentini ama le anime che incontra, i viaggi che riempiono gli occhi ed il cuore. Racconta le voci di donne che combattono con scudi d’amore e forza. Assapora i luoghi sconosciuti del mondo, afferra quella libertà conquistata e sognata. Un’artista è colei che racconta e scopre, vive e plasma continuamente. E per me, Carolina colora gli angoli della terra che incontra, con una vitale e sorprendente energia.
Quando è entrata l’arte nella tua vita? Lo ricordi il giorno in cui ti sei detta: Voglio fare l’attrice?
“Voglio fare l’attrice” ci ho messo un po’ a dirlo. Ma quando ho iniziato a seguire corsi di teatro ho capito che quello era il luogo dove volevo crescere. Avevo 19 anni, ed ero lì per pura curiosità, ma la potenza della ricerca, delle emozioni una volta incontrata non la vuoi più lasciare. Ringrazierò sempre Cathy Marchand, la mia prima insegnante, per avermi convinto ad andare avanti.
Quali sono le consapevolezze che il mestiere d’attrice ti ha donato, in questi anni?
Il mio mestiere per certi versi è un dono che ti fai. Perché devi metterti nei panni degli altri, farti domande che non ti faresti e capire il perché di ogni azione e emozione. Credo che l’empatia sia una componente necessaria per poter raccontare un’altra persona/personaggio.
Cosa significa essere un’attrice nel 2021?
Resistere. Nel 2020 ci hanno fatto capire quanto l’arte non sia riconosciuta da questa nazione. La cultura è un elemento fondamentale per la crescita di un paese e del suo popolo eppure i piani alti ci hanno sottolineato quanto sappiano vivere anche senza farsi domande o provare emozioni. Se decidi di fare questo lavoro devi esserne convinto perché sarà tosta. Tanti diranno “fa l’attrice” come se stessero dicendo: “è strana quella, stai attento”. Dovrai lottare con i rifiuti degli altri che purtroppo fanno parte di questo lavoro, essendoci più attori che ruoli a disposizione. E dovrai farlo sempre con il cuore pulito e onesto perché la tua unica arma o difesa sarà la possibilità di far emozionare chi ti guarda.
Agli Oscar 2021, abbiamo ammirato, per la prima volta, la candidatura di due registe: Chloè Zhao per Nomadland e Emerald Fennell per Promising Young Woman. Chloè Zhao ha conquistato due Oscar: uno come miglior regista ed uno per il miglior film. Mentre Emerald Fennell ha vinto l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Che effetto ti ha fatto constatare che, qualcosa fuori e dentro di noi, sta cambiando? Lo spazio femminile nell’industria cinematografica sta emergendo davvero?
Il Mondo del cinema sta cambiando sul fronte della parità solo perché le donne di questa industria si sono unite tutte tra loro, ma c’è ancora molto da fare, sia a livello lavorativo sia a livello sociale. Non mi sconvolge assistere a due registe donne candidate agli Oscar perché dovrebbe essere semplicemente normale.
Quali sono gli esseri umani che ispirano la tua vita ed il tuo mestiere?
Chi ha scelto di sottrarsi alle regole sociali. Spesso nei miei viaggi in giro per il mondo incontro persone che hanno ricominciato da capo seguendo uno stile di vita che più le rappresenta. Spesso, sono proprio loro che mi ricordano che non c’è un unico modo per vivere. Per stare dietro a tutto spesso arranchiamo per poi esplodere, quando a volte bisognerebbe semplicemente sottrarsi per stare e sentire davvero. Come attrice, ho sempre amato tutte quelle colleghe che non hanno voluto farsi etichettare, per ruolo, genere cinematografico o griglie identificative. Io sono tutto e il contrario di tutto e voglio poterlo sperimentare attraverso i miei personaggi.
Quali sono, invece, i volti e le storie di donne che speri di poter raccontare nel corso delle tua carriera e perché?
Mi piacciono le persone a più strati, quelle donne che nascondono la loro fragilità con una corazza. Le donne che combattono, che sanno rialzarsi ma che non hanno paura di fallire. Al cinema amerei interpretare personaggi come Artemisia Gentileschi o Gabriella Ferri.
Che significato dai alla parola “Fragilità”?
Per me la fragilità, a volte, è un valore. Ha a che fare con la sensibilità ma anche la paura di non essere all’altezza che credo sia qualcosa di assolutamente umano.
Che significato dai, invece, alla parola “Libertà” e cosa ti fa sentire davvero libera?
La libertà forse è il mio obiettivo nella vita. Libertà di pensiero, libertà di azione. Libera di girare il mondo, libera di reinventarmi tutte le volte che ne sento il bisogno.
Se chiudi gli occhi e pensi ad un luogo che ti fa essere felice e serena, a cosa pensi?
Australia, New South Wales, tra fattorie, alchimisti, aborigeni e oceano. Un posto dove tornerò.
Chi è Carolina se si guarda attraverso i suoi stessi occhi?
Una donna complessa, che cerca nella semplicità la risposta. Una donna che ama mettersi in discussione, che sa aiutare gli altri e che forse ha un po’ più di difficoltà nel farsi aiutare quando ne ha bisogno. Perché sono terribilmente orgogliosa!
Actress: Carolina Crescentini
Photographer: Alessandro Treves
Creative&Style: Eleonora Gaspari
MAkeup: Claudia De Simone
Hair: Flavio Santillo
Style Ass: Linda Giacalone
Clothing: Missoni, Marco De Vincenzo, Gucci, Alberta Ferretti, Max Mara, Voodoo Jewels, Nynne, Llio Smeraldo
Special thanks to: Residenza di Ripetta