Torniamo indietro nel tempo.
Non una location casuale ma le Carrières de Lumières, ovvero le famose cave bianche a Le Beaux-de-Provence. Fu qui che il leggendario poeta e drammaturgo francese Jean Cocteau decise di ambientare “Il Testamento di Orfeo”, uno dei suoi film più celebri. Ecco il lavoro di un artista rivelarsi di fondamentale importanza e diventare, per Virginie Viard, direttrice creativa della Maison, fonte da cui trarre ispirazione per mettere in scena la “Chanel Cruise 2021/2022”.
Riavvolgiamo il nastro: è il 1920 l’anno in cui Coco Chanel e Jean Cocteau si conoscono e sarà poi nel 1924 che Mademoiselle creerà i costumi per il balletto “Le Train Bleu”.
Cocteau aveva dato a Chanel il seguente mandato: “I costumi dovrebbero essere l’eleganza stessa, senza nulla di teatrale. Le Train Bleu deve essere alla moda. È un balletto che deve cogliere nel segno. Si possono ancora ingannare gli artisti su ciò che si aspettano, non si possono ingannare le persone della moda riguardo alla moda”.
Tuttavia, il vero trait d’union tra i due artisti è la lettura. In particolare fu fondamentale, tra tutte le opere di Cocteau, il “Libro Bianco”, in cui si dichiara l’omosessualità dell’autore. Si può dire che quest’opera sia stata, in un certo qual modo, rivelatrice e decisiva. E’ proprio grazie ad essa che Chanel decise di creare una palette di colori neutrale e stabilì il bianco e il nero come i colori chiave. Lo scopo? quello di rappresentare il passato ed il futuro, il maschile e il femminile e creare un identità precisa ed inconfondibile.
L’abito non è più un semplice capo di abbigliamento, ma uno strumento veicolatore di cultura e di arte. E’ proprio l’arte che Cocteau comunica attraverso le sue opere che diventa e diventerà per Chanel fonte principale di ispirazione. Dunque, la sfilata a le Carrières de Lumières non è una semplice sfilata-evento, ma un defilè ricco di significati. «La semplicità, la precisione e la poesia del film di Jean Cocteau mi hanno fatto venire voglia di creare una collezione molto pulita, con una bicolore molto distinta, fatta di bianco brillante e nero profondo». Queste le parole di Virginie Viard.
Si definisce così il più importante contrasto cromatico: il black and white. Diversi ma indispensabili l’uno per l’altro, forti della legge “gli opposti si attraggono”.
Da una parte sfilano classiche giacche in tweed bianco, chemisier ricamati e abiti dalle stampe floreali, dall’altra minigonne sfrangiate con calze a rete, frange in pelle, mary- jane metalliche a punta, mini dress a rete ricoperti di“C” intrecciate tra loro, lunghi orecchini e choker di pelle. Ecco, dunque, la donna modello dell’immaginario Chanel subire un vero e proprio cambiamento di stile e, pur mantenendo la propria semplicità, rappresentare una nuova e moderna immagine di donna ribelle. Un meraviglioso mix tra bohemian e punk.
Tutto ha avuto inizio al numero 31 di Rue De Cambon, dove il duo di fotografi Inez e Vinoodh hanno scattato 6 capi chiave per la presentazione della collezione. Inoltre, hanno girato un mini teaser che fa da anticipatore alla sfilata, con protagonista la modella- musa Lola Nicon, irriverente eroina punk in un look che richiama la modernità degli anni ’60. La cornice non è altro che l’appartamento di Coco Chanel, dove la stilista riceveva i suoi amici più cari, come Jean Cocteau, e dove «ospitava il suo bestiario preferito, tra leoni, sfingi femminili e cervi».
Elemento simbolo le colombe bianche, che le modelle tengono in mano e lasciano, alla fine, volare verso il cielo. Metafora di estrema libertà. Un po come Chanel e Cocteau, due irriverenti spiriti liberi, accomunati dalla passione per i bestiari. E’ infatti la scena dell’uomo con la testa di cavallo nero del film “Il Testamento di Orfeo”, apparsa nel video, uno degli elementi più significativi per il processo creativo di Virginie Viard, che sviluppa così una collezione che fa eco alla modernità di Cocteau ma in una chiave totalmente nuova, il “punk”.
Come per magia, assistiamo ad una pellicola in bianco e nero ma contemporanea, dove i protagonisti non possono che essere gli abiti. Ecco che i confini tra il giorno e la notte si confondono e si sprigiona una nuova voglia di trasgressione, seppur con un occhio sempre rivolto al passato e rimanendo fedeli ai propri eroi. E’ proprio la fedeltà a un heritage del passato che fa da fil rouge a tutta la collezione Chanel Cruise. Cocteau e Chanel come due anime gemelle.
Dopo la sfilata, ospiti di eccezione partecipano all’esibizione musicale guidata dal musicista della Maison, Sèbastien Tellier: Roche con Charlotte Casiraghi, Sunny con Vanessa Paradis, La Dolce Vita con Juliette Armanet e Baby One More Time with Angèle. Un momento unico e un atmosfera magica che prolungano la magia di questa crociera all’interno della meravigliosa cornice della Provenza, che circonda il tutto.
E come un bel film che lascia tutti senza parole, basterà chiudere gli occhi per lasciarsi trasportare.
1955, 1 gennaio, lettera di Jean Cocteau a Gabrielle Chanel:
“Mia cara, ti voglio bene, ti mando baci, vorrei che potessimo stare insieme per sempre, cuore a cuore. Jean”