Wallis Simpson, Marlene Dietrich, Katharine Hepburn, Greta Garbo, Lauren Bacall, Gala Dalí, Vivien Leigh, Ginger Rogers, Juliette Gréco e Mae West…
Sono solo alcune tra le più importanti personalità che scelsero la boutique dell’italiana Elsa Schiaparelli; anticonformista, ribelle e determinata, riuscì a mixare arte e moda in splendide creazioni da indossare.
Elsa nasce nel 1890 a Roma e, il suo sogno, è quello di diventare poetessa; si può dire che, alla fine, lo diventò, non scrivendo su carta ma raccontandosi attraverso i suoi abiti. E, proprio a Parigi, una delle città della moda, divenne stilista, conoscendo Paul Poiret e diventando sua allieva.
Da Parigi arrivò immediatamente alla grande distribuzione newyorkese, che fece conoscere la stilista a tutto il mondo.
Fu la prima donna ad apparire sulla copertina del “Time” e, quando nel 1934 incontrò Salvador Dalì, diede vita ad una amicizia e collaborazione che durò per tutta la sua vita, determinando un connubio tra Moda e Arte, un mix esplosivo nelle mani dei due.
Si può dire che una rinascita del marchio, dalla dipartita della sua fondatrice, si abbia da quando è subentrato nella Maison, nella figura di direttore creativo, Danile Roseberry; il quale sembra voler seguire il rapporto moda/arte e rispettare gli ideali e le fantasie della Schiaparelli, pur portando il suo tocco.
Nell’ultima collezione, Roseberry cambia le silhouette definite da canoni classici e celebra il corpo in tutte le sue potenzialità, così come fece la Schiaparelli. Riportando in vita il movimento surrealista, che si ispira ai sogni, all’inconscio e all’onirico e dove la natura è uno degli elementi principali.
Lo stilista ci parla di una moda che forse davamo per persa, un richiamo all’artigianalità e alla ricerca.
Elsa Schiaparelli ha sempre ammirato e studiato i materiali: ciò di cui effettivamente è costruito un abito e gli artigiani che, dietro le innumerevoli creazioni, sono celebrati oggi anche da Roseberry.
Rompere gli schemi, sperimentare e rivoluzionare… una collezione che fa sfilare i suoi capi come opere d’arte.
Ma la cosa che colpisce di più sono i dettagli, gli accessori, che, spesso dimenticati, possono stravolgere completamente un outfit da testa a piedi e gli omaggi alla stilista romana sono ben mirati:
l’abito che riprende l’immagine della madonna con il bambino, vede come uno degli elementi principali una zip dorata, elemento di cui la Schiaparelli per prima inserì negli abiti da sera;
così come la giacca di seta con tasche over, con lucchetti che sembrano invitarci a scoprire un nuovo mondo, ricordano i bottoni disegnati in passato e la giacca con cassetti disegnata da Dalì.
Oggi la casa di moda, dopo degli anni passati in sordina, si sta riprendendo il palcoscenico, dove la sua fondatrice aveva brillato a lungo;
indimenticabile, durante il giuramento del nuovo presidente degli Stati Uniti d’ America, Joe Biden, il 18 gennaio 2021, una meravigliosa Stefani Germanotta aka Lady Gaga, che, intonando l’inno americano, indossava uno splendido abito firmato proprio Schiaparelli.
“Liberare le idee e ritrovare il senso del meraviglioso, in assenza di qualsiasi controllo della ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale”. André Breton.