Dal successo di No Roots nel 2017 all’album d’esordio – Mint – del 2019, il percorso della cantante tedesca con cittadinanza britannica e canadese è stato costellato di traguardi importanti e da un sound intriso di contaminazioni.
Alice Merton ha ottenuto così tanto nel primo capitolo della sua carriera: “No Roots” ha superato la classifica rock di Billboard, superando i 400 milioni di stream ed è entrato nella Top 10 in tutta Europa. L’impatto è stato tale che è stata persino invitata a diventare giudice dell’edizione tedesca di “The Voice”
Il 9 aprile è escito ‘Vertigo’, il suo nuovo singolo. Un inno alle fragilità ricco di sonorità incalzanti. Contraddistinto da sonorità fortissime, che contrastano con la schiettezza e la fragilità del testo.
Ce lo siamo fatti raccontare da lei.
Qui la nostra intervista tradotta
Ciao Alice! Da quando ti abbiamo intervistata l’ultima volta, è passato quasi un anno, come stai? Come hai passato questo ultimo anno di pandemia e reclusione? Hai usato questo tempo per scrivere ?
Sì, anche. E’ incredibile come tutto sia cambiato, quasi improvvisamente, quanto il tempo sia importante e quindi oltre allo scrivere ho trascorso tanto tempo a parlare con i miei amici sparsi nel mondo che mi sono mancati tanto!
L’ultima volta che ti abbiamo intervistato, parlando di Paper Plan Records, ci hai detto che ti sentivi ancora in una fase di decollo, e adesso?
Ora mi sento tornata “in pista” anche se in un modo diverso; è strano rispetto a prima, che io non possa ballare il mio nuovo singolo su un palco esibendomi, ma nello stesso tempo, mi sento connessa con tutti quelli che nel momento in cui ascolteranno di nuovo la mia musica, balleranno comunque!
Ci hai anche detto che avevi ancora molte canzoni da scrivere, c’era anche Vertigo tra loro?
Anche se Vertigo non è stata scritta durante la pandemia, è stata comunque quella che mi ha fatto capire che stavo accingendomi ad andare incontro al nuovo album! Quindi forse sì, era già lì!
Vertigo è un’ode alla fragilità: essere fragili come una forza. Gli artisti devono mettersi a nudo per professione, quando cantano, quando si esibiscono sul palco. Quando hai iniziato a essere consapevole di questa vertigine? Quando e come hai capito che per raggiungere le persone dovevi spogliarti e affrontare le tue debolezze e le tue fragilità?
Le vertigini non sono belle sensazioni, ci si sente storditi, intrappolati… quando salgo sul palco mi agito un po’ e quella sensazione credo si possa considerare proprio una vertigine.. Penso che quando si faccia musica si è “nudi”, certi schemi mentali a volte ci fanno sentire insicuri, ma è proprio questa fragilità a dare forza, almeno a me.
Hai detto che per capire come ti senti rispetto a una cosa, ci devi scrivere una canzone: hai qualche consiglio per le persone che si sentono confuse e non sanno come scrivere canzoni?
Posso dire quello che funziona per me: scrivere d’amore, della voglia di realizzare i sogni, e di come diventare la versione migliore di noi stessi….
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Una cosa che forse abbiamo imparato da questo periodo è che è impossibile pianificare.. quindi per ora voglio stare “seduta” e godermi questa nuova uscita e ciò che ne verra!