Qualche assaggio di primavera lo stiamo già vivendo, ma nulla in questa stagione ci mette più al riparo di un caldo piumino.
Il piumino ha una lunga storia che inizia negli anni Trenta. Sono anni difficili, di enormi cambiamenti sociali e politici, ma sono anche gli anni durante i quali nella produzione dei vestiti vengono utilizzati per la prima volta le zip e i tessuti sintetici.
Del resto si sa che sono proprio gli anni più complessi a far sorgere idee creative legate alla comodità e alla praticità.
Ma torniamo al piumino. Si racconta che un escursionista di Seattle, dopo una battuta di pesca rischiando l’ipotermia, abbia maturato l’idea di voler creare una giacca calda e leggera che proteggesse il corpo dalle intemperie.
Ecco che nel 1936 vede la luce il primo piumino, lo Skyliner, brevettato nel 1940.
Sarà l’anno successivo alla sua creazione, nel 1937 che questo nuovo capo funzionale verrà dotato del tipico design che tutti conosciamo: imbottitura di piume, tessuto trapuntato e profili tondeggianti. Merito dell’intuizione di ispirarsi alle giacche che gli ufficiali russi indossavano per proteggersi dal freddo.
Nel tempo il piumino avrebbe affascinato due mondi molto diversi tra loro: quello dello sport e quello del tempo libero da trascorrere in casa. Infatti, da una parte il piumino entrò prepotentemente nel mondo degli alpinisti e degli sciatori – nelle Alpi italiane e francesi a partire dai primi anni Cinquanta si diffuse il piumino Moncler – dall’altra, mutò solo di poco per trasformarsi nella confortevole vestaglia trapuntata che indossavano in casa le signore degli anni Cinquanta e Sessanta.
Oggi, il piumino ha conquistato un po’ tutti, influencer e artisti compresi, basti pensare alle esibizioni di Kanye West e Drake con piumini Moncler rossi, o a Rihanna che li indossa extra-large.
Balenciaga (con un celebre modello della collezione autunno/inverno 2016/2017 portato aperto sotto le spalle) ha sicuramente rilanciato il piumino, e anche Moncler ha avviato una serie di collaborazioni con stilisti famosi per reinterpretare in chiave contemporanea un capo che non può mancare nel proprio guardaroba.