Un revivial 80s in toni pastello, una tribù di angeli punk; Marco Rambaldi ha presentato ieri la nuova collezione Autunno inverno 2021.
Purple, verde acido, e rosa ma anche abbinamenti black and white.
Outfit quasi fosforescenti si sono alternati nel corto che ha presentato la collezione all’interno della nuova edizione della Fashion week Milanese ripensata per le norme covid.
Nel video, sulle note di un remake Total eclipse of the heart, di Bonnie Tyler, hanno sfilato cardigan abbottonati e vaporosi maglioncini in lana, pantaloni patchwork vagamente orientaleggianti e gonne geometriche con camicette materiche e coloratissime.
Effetto second skin invece per alcune maglie, toni nudi e tempestate di stampe a mo’ di tatuaggi che spuntano da vestitini in velluto e ciniglia.
Il brand di Marco Rambaldi nato nel 2017 rappresenta a pieno lo scontro di due mondi: la borghesia italiana degli anni ’70 con i suoi codici quotidiani ripetitivi e reazionari e un’estetica radicalmente giovane, emotiva, trasversale, nuova.
Due generazioni che si sfidano e che si scontrano nei loro precetti di conservatorismo e ribellione, come un tavolino da caffè dove riviste di moda italiane patinate e storiche come “Sguardo Italiano” o “Linea Italiana” si mescolano a fanzine punk dall’aspetto ruvido, disperato e incompiuto.
Nella narrazione di Rambaldi c’è sia un senso di annientamento che un bisogno di sopravvivenza, una sintesi degli opposti e dell’amore per il presente.
Il Made in Italy così nasce finalmente nel suo contesto culturale, non solo come sinonimo di qualità.
È la matrice della sua forza creativa, non il suo obiettivo.
Perché solo recuperando ciò che è decisamente vecchio, ma che ci appartiene, potremo capire da dove veniamo e che tipo di mondo vogliamo costruire.