Un mondo in lockdown, chiuso, incerto – visto il perdurare dell’emergenza sanitaria globale – dove raccontare la F/W con nostalgia ma con l’auspicio “Di tornare a divertirci nella realtà, a uscire da questo caos, a ballare di nuovo tutti insieme nei rave qui a Berlino”. Là dove i fondatori si sono incontrati per la prima volta, e da quel giorno operano per rivoluzionare il variegato panorama del Fashion System con Gmbh, label fondata sul principio di utilizzare la moda come piattaforma per avviare conversazioni su razza, bellezza e comunità emarginate.
Valutazione outperfom per GmbH, che a seguito di un anno trascorso a salvare l’esercizio dall’impatto della congiuntura globale, nella quale le fondamenta aziendali hanno retto parzialmente, a dover rallentare sono stati invece gli annullamenti degli ordini autunnali, che hanno registrato un calo del 40% in termini di volume generato dal retail, supponendo che ci vorrà più tempo per recuperare le vendite e i profitti 2019. Il duo di direttori creati punta oggi a rivedere il proprio business model: “Abbiamo scoperto che i limiti imponevano un nuovo senso di focalizzazione su ciò che è GmbH, i nostri ideali e in cosa consiste il guardaroba GmbH”, visto che l’industria, secondo le stime, tornerà a rialzarsi tra la fine del 2022 e la metà del 2023.
Parte della manifestazione uomo in formato digitale sulla piattaforma Fhcm, ‘Welt am Draht’ (‘Il Mondo sul Filo’) è il titolo di una serie televisiva fantascientifica del regista pluripremiato Rainer Werner Fassbinder trasmessa nel 1973 dalla televisione tedesca. La serie racconta di una realtà simulata o virtuale all’interno della nostra realtà. L’ispirazione prende le mosse da un presente digitalizzato in cui, “il nostro mondo esiste interamente dentro un altro mondo , forse come una simulazione al computer,” in cui i designer desidererebbero una ormai non auspicabile riconversione all’ analogico. Il linguaggio cinematografico, strumento originale quanto potente, al servizio di un esperimento che intreccia il concetto di moda come forza progressista, oltre a stimolare consapevolezza su identità sessuale e politica, utilizzato precedentemente dal duo nella Spring 2021 attraverso uno short film dal nome ‘Guest on Earth’ (‘Ospite sulla Terra’). “Prendere come esempio la serie di Fassbinder non è una scelta stilistica ma concettuale, la nostra intenzione è raccontare un mondo allo specchio, una simulazione di ciò che stiamo vivendo, attraverso i vestiti”.
Chiamano a raccolta un cast di ragazzotti sbarazzini stile Matrix, determinati, ostinati a perseguire dopo ‘Y L E M’, la continua ricerca di quel Clothes of dream, fatto di slihouette futuristiche, tagli rigorosi e forme attillate. “Il taglio ha assunto una qualità terapeutica in questa stagione”, ha affermato Serhat Işık. Scorrono così, sul catwalk, 28 outfit ai minimi termini dei codici maschili in una palette cromatica neutra che fa da fil rouge al raso trapuntato, la pelle e il jersey effetto tailoring di abiti senza revers, trench alla caviglia, top elasticizzati o camicie bianche accostate a pantaloni aderenti rifiniti con cerniere che incorniciano l’inguine. Volumi ampi, asimmettrici si affermano sulla maglieria, in bustini, blazer di pelle o camice a quadri drappeggiate, così come le silhouette fetisch che infestano una serie di scollati da sera su cappotti in simil pelliccia che ricordano uniformi regali dotati di corsetto incorporato per avvolgere spalle rigorose. Si innesta tra i must-have di stagione il camaleontico full look in tela trattata con stampa pitone, completato da stivali a punta da pirata parte – anticipata dalla Spring 2021 con una serie di pantaloni in pelle vegana e versioni reinventate del classico mocassino Chappal – della prima gamma in-house della label al posto delle recenti colab con ASICS; completa di scarpe e accessori, inclusi alti stivali da equitazione dai toni neutri con cerniere curve, mentre una selezione di gioielli è stata progettata in collaborazione con la Jewellery maker Nhat-Vu Dang.
Collezione di geniale intuizione del duo di direttori creativi, dal mood Black Mirror: “In molti modi, questa collezione è molto promettente perché si tratta davvero di credere che andremo di nuovo nei club, nelle opere, nei teatri e nei matrimoni”. Con sguardo positivo verso il futuro, e con sempre presente un tocco kitsch, “abbiamo bisogno di tornare a parlare di bellezza e per farlo ci siamo dedicati alla costruzione dei capi come farebbe un atelier di couture,” attraverso la costruzione di bustini e scolli che ricordano gli abiti da sera. “Abbiamo voluto esagerare per apprezzare la bellezza stessa del ‘realizzare’ gli abiti senza porci limiti.”