La terza giornate di sfilate Couture non solo vede il debutto di Kim Jones alla guida di Fendi, ma è anche la prima volta che la casa di moda presenta una collezione Couture a Gennaio.
Il Bloomsbury Group, Virginia Woolf, le cui parole echeggiano come sottofondo e i dipinti di Vanessa Bell.
Le donne sono l’ispirazione dietro alle creazioni, quelle della famiglia Fendi e del Bloomsbury, donne forti di cui Jones vuole raccontare il legame.
All’interno dell’ex Borsa di Parigi un labirinto di vetri e specchi, libri e natura, che ospita l’allestimento “Exhibition of rare books and manuscript” si ritirano, come se stessero tornando nelle loro camere, dopo aver sfilato, volti noti e cari alla Maison: Demi Moore che apre la scena con un tailleur nero dal profondo scollo, Kate e Lila Moss, Christie Turlington, Cara Delevigne, Bella Hadid, Adwoa Aboah, Farida Khelfa, e le figlie di Silvia Fendi, Delfina Delettrez Fendi e Leonetta Fendi.
Come l’Orlando della Woolf, la collezione viaggia nel tempo e non ha gender. Agli abiti impreziositi di perle si affiancano tailleur broccati o in lamè.
Le tuniche, i veli, le bluse di seta scivolata sono un omaggio ai drappeggi del Bernini, in un viaggio che dall’Inghilterra arriva alla Roma della Galleria Borghese, nei suoi marmi che sono stampati sull’abito mantello indossato da Naomi Campbell nella chiusura.
Quella di Viktor&Rolf non è una sfilata couture, ma un Couture Rave.
E come ogni rave che si rispetti la location è un vecchio edificio industriale in cui prende vita la Haute Fantasy del duo.
Balze, fiocchi e tulle, che provengono dall’archivio Viktor&Rolf, sono gli elementi upcycled di una guerriera multicolour, la cui uniforme è fatta di crop top preziosi e gonne in tulle giganti o di abiti e cappotti dalle geometrie vivaci.
C’è tanta voglia di festa, tanta voglia di libertà.