Giorgio Bartocci è un urban artist italiano. La sua produzione artistica si serve di colore, luce e gesto, per spaziare dai muri alle tele, dalle sculture alle customizzazioni. Il suo ultimo lavoro “Le désir unique” vede protagonisti i muri del Port Tonic Art Center di Saint Tropez – Côte d’Azur.
1) Come nasce la tua collaborazione con il Port Tonic Art Center ?
Sono stato invitato a progettare e realizzare un intervento murale site specific per la Villá del P.T.A.C. dando seguito ad un’opera murale di Public Art realizzata diversi anni fa da Stefano Serretta, intitolata ‘closer than it appears’ (più vicino di quanto sembri).
Il Port Tonic è un centro artistico culturale che offre un’esperienza alternativa a una galleria o un museo.
Gli ideatori del progetto hanno coltivato una profonda riflessione sul metodo di ospitalità che definisco ‘generativa’ nel contesto delle residenze d’artista, attraverso il contatto diretto tra artisti e questo territorio stupendo della Costa Azzurra.
Una spontaneità radiosa che questo luogo iperconnesso alla natura ha saputo stimolare anche in me, mi sono interrogato sul mio ruolo come autore nel contesto visivo contemporaneo e cosa vorrei ottenere, sui miei limiti e sulla mie virtù, estraniando completamente il mio essere da quello che ho proposto come pittura permanente.
2) Le désir unique ossia il desiderio unico, di che cosa?
Mi sono innamorato del mare, dei suoi segreti, i suoni che mi hanno accompagnato nella produzione sono stati immagazzinati dal mio corpo, avevo il mare alle spalle e non ti nascondo che spesso dipingevo ad occhi chiusi in una sorta di improvvisazione guidata dal sound e ritmo delle onde.
Nel mio modus operandi, quando sento che i cinque sensi sono in totale sincronia tra loro, con estremo piacere sono appagato e sogno di tornare bambino, un fanciullo che deve scoprire un sacco di cose, sogno di poter dialogare con tutti, con tutto l’universo, come se il ruolo del pittore sia appunto universale, l’uomo che diventa uno strumento di conduzione in un livello superiore della realtà. Forse attraverso una nuova lettura del sentimento, del saper provare e far provare emozioni uniche, avvolgenti, in una linea extra-spirituale.
Questo titolo descrive un’esperienza di libertà progettuale e di forte spontaneità, ho ricevuto molteplici energie da questa residenza, trovando ogni giorno maggiori stimoli ed impulsi creativi, una vera e propria connessione tra uomo e natura che ha permesso inoltre, di enfatizzare le mie ricerche sulla società liquida moderna in un contesto naturalistico.
Io sono un uomo impulsivo pieno di contraddizioni, il titolo è forse la sintesi estrema di ciò che tutti noi desideriamo. Mi sono interrogato su una delle parole più astratte dell’Universo. L’Amore. Molti di noi nascondono questa volontà di arrivare a sapere cosa sia, forse in maniera sleale, forse per timidezza. L’amore vero non l’ho ancora mai provato e quindi “il desiderio unico“, desiderio utopico che vorrei raggiungere.
3) E’ la prima volta che un tuo lavoro varca i confini italiani?
Certo che no, ho viaggiato molto e mi auguro di poter replicare presto altre esperienze fuori dalla nostra penisola. La Francia è uno stato che ammiro da quando ero bambino e la sua storia nell’Arte è profondissima e molto unita all’Italia. I progetti che ho realizzato in Francia sono nella mia memoria tra i più importanti e significativi della mia carriera.
Vorrei poter realizzare opere all’estero dopo aver lasciato un segno indelebile del mio linguaggio espressivo qui in Italia. Ho bisogno di tempo e ho esigenza di debellare molte mie lacune.
4) Se dovessi descrivere questo tuo lavoro in tre parole?
Farei una grande fatica ad esprimere dei concetti astratti a parole, raramente mi espongo nel descrivere in prima persona quello che dipingo. Mi esprimo attraverso le immagini spero con una buona capacità di sintesi.
5) Anche in questa tua opera, prevalgono i tre elementi che caratterizzano un po’ quello che è il tuo marchio di fabbrica. Cosa sono per te: luce, colore e gesto?
Questi tre elementi sono dei pilastri nella pittura e parte integrante dei miei ultimi anni di produzioni, sono molto attratto dalla mutazione della luce nell’arco temporale della quotidianità, dalla riflessione e dal concetto di trasmissione, conduzione attraverso l’utilizzo di colori vibranti spesso metallizzati. Il gesto mi permette di estendere i limiti della mia anatomia, spesso mi avvalgo di prolunghe per dare forma a linee continue senza interruzioni di produzione. Il colore diventa organico, una campionatura di quello che ci circonda e amo definire i miei progetti di pittura ‘H24’ perché mutano di colore continuamente e li trovo quindi meno statici, sempre in movimento.
6) Le désir unique è stato realizzato in un periodo particolare che molti artisti hanno definito critico e privo d’ispirazione. Come ha influito nella tua pittura quello che stiamo vivendo?
Sono convinto che non possiamo fingere o nascondere le nostre fragilità, l’aver contaminato la natura ci ha portato ad essere ancora più esposti a rischi di salute e la mutazione violenta è parte integrante della mia ricerca stilistica e compone molti elementi ricorrenti nel mio lavoro.
La tensione che provo ad evidenziare in ogni opera è un esempio forse pratico per definire l’instabilità dei nostri tempi in numerosi strati della società, azioni, comportamenti che ci uniscono, non possiamo rilassare mai la mente e lo sguardo, dobbiamo mantenere vive le pulsioni primitive che ci caratterizzano nel contesto globale, trovando equilibrio nel rispetto del prossimo.
7) Cosa porti con te di questa esperienza? Di questi giorni a Saint Tropez.
La mia esperienza è solo iniziata, abbiamo altre idee in ballo e sono libero di tornare in altre stagioni per approfondire con maggiore coerenza anche le numerose pitture su tela che ho iniziato, prodotto in parallelo alla parete nei giorni di residenza. Ho realizzato più di quindici opere e diversi sketch su carta, non mi sono fermato un minuto, perché sentivo che dovevo dare un senso quasi motorio, astratto attraverso un tutt’uno tra murale, ricerche e fatiche fisiche, una sorta di attitudine depurativa dopo mesi di clausura qui a Milano. Mi porto dentro questa virtù cosmica che mi permette di mantenere vivo il sogno di essere un soggetto plurale e non un singolare e vorrei condividerla con i miei estimators e non, prima possibile, grazie a questa esperienza.
8) Se io fossi un bambino con gli occhi incollati sui muri esterni del Port Tonic Art Center, come mi spiegheresti ciò che sto guardando?
Ritengo da molto tempo che non bisogna spiegare l’Arte ma bisognerebbe veicolare i più piccoli al concetto di libertà di interpretazione soggettiva in un’ottica collettiva, senza alcuno scopo o doppio fine.
9) Per questo 2021 hai in cantiere dei progetti futuri?
Sono entusiasta di poter dare continuità ad alcune mostre personali e nuove
produzioni outdoor per la Città di Bologna, alternando nuove ricerche che spaziano dall’arte pubblica al post-graffitismo. Presto presenteremo un progetto site-specific per Zanichelli S.P.A. nella storica sede Monumentale di Via Irnerio.
Sto lavorando alla Fondazione della mia famiglia incentrata sul lavoro di mio padre e la sua collezione all’interno di un’antica tipografia restaurata nel cuore delle Marche.
Stiamo completando con amici artisti e Aziende di settore una lunga ricerca con per la realizzazione di murali scultorei permanenti, indelebili nel tempo, in collaborazione con curatori indipendenti, costruttori e architetti. Mi sto dedicando per la prima volta nella mia carriera alla catalogazione di drawings al tratto che non ho mai pubblicato, attraverso numerosi studi preliminari di anni di lavori realizzati e progetti in corso, per la realizzazione di un libro monografico e ho in cantiere un progetto espositivo che mette in mostra delle opere inedite vicine al mondo della scultura partendo da un concetto di pittura circolare.
10) Cosa Giorgio Bartocci vorrebbe fare e non ha mai fatto?
Sono un sognatore che desidera il contatto estremo con la bellezza della vita, mi piacerebbe incontrare in questo mio totale viaggio nell’Arte persone sensibili che possano condividere con estrema energia ed emotività l’armonico stupore delle novità del nostro settore, mettendo in pratica progetti di alto livello che possono durare per sempre nel tempo e nella memoria, attraverso un gioco spontaneo (non troppo calcolato) composto da variegati e forse rischiosi passaggi temporali tra passato, presente e futuro. L’obiettivo è quello di migliorare sempre ogni giorno dare qualcosa e ricevere un feedback armonico tra realtà e illusione.
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Port Tonic Art Center Contemporary Art Center and Artist Residency, unique in the Golfe of Saint-Tropez.
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Ph. Credits:
Image Courtesy #PortTonicArtCenter
Film Ph. by Julien Tiverne.