L’estetica di Andrea Pompilio sembra scritta nel suo DNA: è nella vecchia generazione che il designer ritrova la sua storia, da un lato un nonno militare dall’altro sartoriale, un mix consolidato sotto l’occhio attento di una nonna proprietaria di una boutique.
Adesso, dopo cinque anni, Andrea torna a disegnare la collezione femminile. La sua donna prende molto in prestito dall’universo maschile, perché nella visione di Pompilio, la donna più attraente è quella che gioca con l’armadio dell’uomo, per un mix no-gender.
Andrea Pompilio si racconta in un’intervista scritta dalla collaborazione di Ester Palazzo e Francesco D’Arbitrio, autori di SpaghettiMag.
Come nasce la tua passione per la moda? Dove hai mosso i primi passi?
Sono figlio di un ambiente creativo, con mio padre architetto e mia madre appassionata pittrice. Ma la spinta alla professione arriva dai miei due nonni, due personaggi davvero iconici e speciali e totalmente agli opposti: uno ufficiale dell’esercito e l’altro raffinato gentiluomo, che mi hanno trasmesso, anche forse inconsciamente, un determinato gusto e un’attenzione per gli stili maschili che si rispecchia poi nelle mie collezioni, soprattutto nei temi che approccio sempre, ovvero militare e sartorialità.
Il gusto per la moda in generale arriva invece da mia nonna, che ha sempre gestito boutique. Già all’età di 8 anni volevo fare lo stilista! E così è stato.
Poi il percorso accademico ha definito il tutto, dal Diploma in Fashion Design a Pesaro, al Master in Marangoni a Milano. Le prime fondamentali esperienze di lavoro iniziano nel 1994 da Prada a Milano, da Calvin Klein a New York, da Yves Saint Laurent a Parigi e poi ancora da Bally a Milano. Nel 2010 decido finalmente di creare la mia linea Andrea Pompilio con la stagione FW10/11.
Dalla vittoria del concorso Who’s On Next nel 2011 ad oggi, cosa è cambiato?
Dopo aver partecipato come special guest a diverse edizioni di Pitti Immagine Uomo e ad aver vinto nel 2011 il concorso Who’s On Next, dalla SS13 ho iniziato questa duratura e fortunata collaborazione con Onitsuka Tiger, di cui sono Direttore Creativo dal 2017. Nel 2012 ho collaborato anche con Moncler e Boglioli e Jet Set. Dopo essere stato sostenuto per tre stagioni da Pitti Immagine Uomo – dove hanno sfilato le mie collezioni – nel 2013 sono stato il primo designer a beneficiare del supporto di Giorgio Armani sfilando nel suo Teatro con la collezione SS14, esperienza che ha segnato il mio debutto alla Milano Fashion Week. Per due anni, dal 2014 al 2016, sono stato Direttore Creativo di Canali e dal 2017 sono stato Direttore Creativo della divisione calzature e borse di Diesel, sia per l’uomo che per la donna; dello stesso anno anche la mia la capsule collection per Rossignol.
Il 2018 è stato un anno chiave che ha visto la fondazione della mia linea menswear/childrenwear Apn73 (ndr APN73 è l’acronimo di A PERSONAL NOTE 73, le iniziali di Andrea Pompilio e il suo anno di nascita, 1973). Questa linea ripercorrere essenzialmente il mio viaggio creativo, un “diario personale” delle mie esperienze. Ultima capsule nel 2019 quella con La Martina per la collezione SS20.
Com’è la nuova donna di Andrea Pompilio?
A distanza di cinque anni dalla mia ultima collezione donna, ho voluto ritornare a disegnare la linea, un progetto che era stato temporaneamente “messo da parte” per dedicarmi ad altro, ma che è sempre e comunque rimasto nella mia mente e nella mia volontà. Amo creare abiti da donna che rispettino il mio ideale, e dunque riflettano le caratteristiche principali che sono proprie della linea uomo, dalle combinazioni di tessuti e textures ai tagli classici e alle linee semplici. Ho sempre trovato estremamente attraente una donna vestita con capi maschili mixati ai suoi femminili.
Cosa la sua donna prende in prestito dal suo uomo?
Tutto. La mia donna indossa capi maschili ma ridisegnati sulla sua silhouette, senza tuttavia marcarla eccessivamente. La maggior parte dei tessuti sono gli stessi della collezione uomo e quindi i checked e la maglieria e la sartorialità dei completi con un tocco più femminile dato dal tulle degli abiti e delle camicie e dalla garza di cotone e capi chiaramente femminili come le gonne ad A.
Ci racconta come è nata la collezione? Cosa l’ha ispirato?
Naturalmente alla base della collezione vi è anche un concept volutamente sfumato, che è quello del “passaggio”, riferimento continuo del video che ha accompagnato la presentazione della linea.
Un passaggio metaforico che trasferisce l’essenza maschile in quella femminile e viceversa, in un continuo rimando alla natura duplice dell’essere umano. E un’idea di facilità nei passaggi di genere che conduce al non genere.
Progetti per il futuro?
Il futuro è movimento, i progetti sono infiniti e tanti in attesa di definizione. Uno fra tutti che si concretizzerà a breve è l’apertura il 18 dicembre del primo store a Milano di Onitsuka Tiger interamente e creativamente pensato e disegnato da me. Perché la mia creatività è sempre attiva e aperta a nuovi progetti, non necessariamente connessi alla moda.