Enzo, Benvenuto e Settimio sono siciliani, sono fratelli e con la loro grande passione e il profondo lavoro, hanno portato avanti una meravigliosa realtà.
La Di Stefano Dolciaria. Vi raccontiamo di loro.
Come nasce la vostra azienda?
La nostra azienda nasce nel 1986.
Nostro padre, Paolo Di Stefano, avvia con noi figli un piccolo laboratorio di pasticceria artigianale a conduzione familiare.
Nel 2003 nasce l’attuale stabilimento della Di Stefano Dolciaria.
Ci troviamo a Raffadali, in provincia di Agrigento che in arabo vuol dire “villaggio eccellente”.
E’ qui che prepariamo panettoni, creme, colombe e marmellate.
Ci rifacciamo alle ricette della più antica tradizione dolciaria italiana e siciliana.
Utilizziamo ingredienti genuini e selezionati.
Per noi, l’azienda è un prolungamento della nostra famiglia.
Insieme a noi fratelli, lavorano alcune delle nostre mogli e dei nostri figli, oltre ai nostri preziosissimi collaboratori.
Cosa significa per voi preparare un panettone?
Quando prepariamo i nostri prodotti pensiamo sempre che potranno mangiarli i nostri figli.
Ci concentriamo sulla ricerca delle migliori materie prime e sullo studio di ricette originali che ci consentano di rivisitare la tradizione, senza mai tradirla.
Questo tipo di percorso, non è semplice.
Spesso, ci troviamo costretti a dire dei NO!
No emulsionanti, no conservanti, no a tutto il superfluo in ricetta, che nel tempo si sono trasformati nei SI del mercato che ci sceglie e ci conferma anno dopo anno.
Selezioniamo materie prime di alta qualità come : uova fresche da galline allevate a terra, burro 100% italiano, pistacchi, mandorle, cioccolato, carrube e arance siciliane.
Seguiamo rigorosamente ogni fase della preparazione (dalla miscelazione degli ingredienti al confezionamento), ma non basta!
Bisogna osservare l’impasto, “ascoltarlo”, “sentirlo” per poterlo davvero conoscere, così da poter capire in tempo cos’è necessario e cosa no.
I nostri prodotti sono lavorati a mano.
Per quanto seguano delle ricette precise, sono soggetti a fattori esterni quali: temperatura, umidità ecc, che ne condizionano il risultato.
Per questa ragione è necessario conoscere bene ciò che si fa.
Noi fratelli crediamo e investiamo molto nella ricerca in campo alimentare.
E’ grazie a questa che abbiamo rivisitato in chiave siciliana le ricette originali del panettone meneghino o quella veronese del pandoro che è tra le novità di questo natale.
Com’è nata l’idea di creare della scatole così originali? Chi c’è dietro ogni opera?
Al buono, abbiamo sentito un naturale bisogno di abbinare pack unici e distintivi, caratterizzati da un’immagine legata alla nostra isola.
Da cinque anni circa, abbiamo scelto l’arte contemporanea e l’artigianalità siciliana come simbolo delle nostre produzioni, avviando delle collaborazioni con artisti, designer, stilisti e chef.
Dalla “truscia” con cui avvolgere il panettone della stilista Marella Ferrera che ha cucito a mano antichi tessuti di batista di cotone al piatto in legno serigrafato e alla latta da collezione ispirata ai personaggi simbolici dell’Opera dei Pupi dell’artista Alice Valenti.
E ancora, dal piatto in Laminan sempre a tema cavalleresco del designer Andrea Branciforti al piatto in ceramica realizzato dall’artista Domenico Pellegrino insieme a Ceramiche De Simone.
Infine, quest’anno, il piatto in vetro dell’artista Ligama.
Sono queste le nostre edizioni a tiratura limitata.
Per il Natale 2020, due artisti hanno reinterpretato in chiave contemporanea storie e leggende legate alla Sicilia.
Domenico Pellegrino ha realizzato una latta in edizione limitata in cui rievoca la luminosa essenza di Federico II di Svevia, ricordato come lo “Stupor Mundi”.
Ligama ha realizzato due piatti tondi in vetro, presentati separatamente all’interno della confezione del Magnum, aventi come soggetti il mito tragico di Scilla e Cariddi.
Dietro questo lavoro ci siamo noi, l’agenzia di comunicazione che ci segue da anni e gli artisti, designer, stilisti, chef che decidono di essere i nostri ambasciatori di bontà e bellezza.
Com’è cambiato il mondo del cibo in questo periodo storico e come vi siete attrezzati per cercare di resistere?
Durante questa pandemia il modo di vivere e di “consumare” di ciascuno di noi è stato totalmente ripensato.
Il primo lockdown è caduto in piena campagna pasquale e il secondo, sebbene abbia maglie più larghe, durante la campagna natalizia.
In entrambi i casi abbiamo fatto quello che sappiamo fare meglio, ovvero, lavorare e non perdere mai l’ottimismo.
Abbiamo utilizzato al massimo le risorse a nostra disposizione.
Dalla rete commerciale costituita dai nostri agenti all’e-shop, dalla comunicazione sui social a quella sulla stampa.
Abbiamo deciso di continuare a lavorare e a investire sui nostri prodotti con la stessa energia di sempre.
Qual è l’elemento che vi spinge a creare sempre nuovi prodotti? Cosa occorre per avere così tanto successo?
L’elemento che ci spinge a creare nuovi prodotti è l’amore, lo stesso che mettiamo in ogni nostra produzione.
Poi c’è la nostra curiosità, la voglia di soddisfare le richieste del cliente.
Il non considerare mai un nuovo traguardo raggiunto come l’ultimo e le conferme da parte della nostra squadra di lavoro e del mercato.
Tutto questo si traduce in investimenti nel settore ricerca sviluppo & qualità che ci spingono a creare sempre nuovi prodotti con tanta pazienza, studio e umiltà.
Non pensiamo di aver successo, quanto di esserci ritagliati una fetta di mercato che riconosce nella Di Stefano l’insieme di “bello e buono” e “goloso e genuino”.
Cosa vi sentite di consigliare a chi desidera entrare nel mondo della pasticceria?
Consigliamo di fare tutto con tanta passione, di concentrarsi sullo studio, di essere sempre curiosi, di lavorare con costanza senza mai avere la sensazione di “essere arrivati”.
Oggi, il palato e le richieste dei clienti sono in continuo cambiamento e occorre sempre stare al passo.
La Sicilia non smette mai di stupirci.
Terra ricca di odori, sapori e gente che con immenso orgoglio e con profondo amore, la fa conoscere al mondo intero.
Buon lavoro e continuate così!