Comincio questo viaggio partendo dall’uguaglianza universale degli uomini senza distinzione di razze e di religione fornendo un affresco della Fashion Industry indagando intorno ai frammenti progettuali di questo terreno sedimentato su cui bisogna costruire in modo nuovo.
Ogni epoca e ogni decennio ha infatti le sue chiavi di accesso e le sue tonalità emotive che influenzano fortemente la composizione di queste personalità che esprimono nel loro formarsi i valori e i disvalori di un’epoca, i sogni e i fantasmi dell’immaginario collettivo in continua trasformazione.
Siamo consapevoli che alcuni grandi temi sociali, ambientali, culturali, si sono imposti nell’agenda di tutti come riflessione comune acquisendo un respiro planetario: l’accellerazione informativa, la sostenibilità, la costante richiesta di differenziazione ne rappresentano alcuni esempi e troveranno nuove forme di rappresentazione e di espressione.
Il comun denominatore è la creatività che, applicata a ogni settore, dalla scienza all’arte, significa superare i confini, innovare, cercare strade fino a poco prima impensabili, integrare alto e basso, passato e presente, intelligenza artificiale e dettaglio artigianale, rigore e fantasia. Vicina al saper fare, valore intrinseco del lusso d’eccellenza. Fondamento su cui bisogna lavorare per la ripartenza del Nuovo Rinascimento. Patrimonio del passato, gli artigiani, sono un investimento per il futuro, perchè non sono meri esecutori, bensì attori raffinati delle loro idee e senza di loro nessuna creazione vedrebbe la luce.
Il saper creare, quindi l’idea visionaria e il saper fare: essenziali per dare un valore aggiunto alle creazioni dei grandi. Non a caso non si usa la parola oggetti per questo tipo di creazioni, ma bene. Si dice beni di lusso, perchè sono fatti bene e fanno del bene.
Atto finale
Il concetto di crisi implica, per definizione, l’idea di una ripresa (anche se i tempi non possono essere previsti). Questi mesi complicati rappresentano degli accelleratori di rivolgimenti strutturali, se non delle concause di rottura di routine un po’troppo protratte nel tempo. Pratica quotidiana dell’industria sul proliferare incontrollato dei tempi e ritmi di produzione, quella moda bulimica di novità, evitare quelle corse ai saldi impensabili in un futuro, vendendo quindi i capi invernali in inverno e quelli estivi in estate.
Pratica su cui bisogna costruire modelli chiari, sustanaible, vincenti come per il design, nonchè un quotidiano impegno rivedendo le priorità, ragionando sui tempi, volumi con un approccio interdisciplinare-stagionale, ambientale e sostenibile in ogni ambito. Perchè una dimensione più umana necessita di tempi meno frenetici e distratti, tempi più lenti che ci consentano di accorgerci degli altri. È in quest’area che i concetti di semplicità, sostenibilità e compatibilità ambientale trovano la loro realizzazione più completa.
Il Sistema Moda ha sempre fondato la propria logica soprattutto sulla variabilità, cioè sul fatto di dover comunque cambiare, di dover in qualche modo proporre continuamente delle novità, più che delle innovazioni vere e profonde, partendo dall’idea che il consumatore vuole comunque cose nuove, proposte che siano originali. Concentare le forze su nuove formule imprenditoriali, fronteggiare il mercato con la follia creativa di chi non si ferma davanti a chi dice che “abbiamo sempre fatto così”.