IL DESIGN D’AUTORE FA TAPPA A NAPOLI
Dal 16 a 18 ottobre, artigianato, design, creatività e tradizioni sono celebrati nella seconda edizione di EDIT Napoli.
Una fiera dedicata al design, nata da un idea di Emilia Petruccelli, imprenditrice e buyer e Domitilla Dardi, curatrice e storica del design. Edit Napoli unisce designer, aziende e artigiani d’eccellenza che fondono tradizione e tecnichecontemporanee, al centro c’è la ricerca espressiva di un design d’autore simile all’artigianato, qualitativo, territoriale e accessibile.
Quest’anno 70 tra designer, aziende e artigiani, hanno esposto i loro prodotti in più location oltre che nel Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore.
Al Mann ha esposto AndreaAnastasio protagonista di una mostra curata da Alessandro Rabottini dove presenta Aritmia, una rielaborazione dell’archivio storico della Ceramica Gatti 1928 di Faenza, Andrea Anastasio espone anche al Teatro San Carlo, per Foscarini due lampade (Madre e Filo), inoltre è presente anche la mostra di Martino Gamper per Moroso (Metamorfosi), la sua collezione di divani.
Mentre al Museo Civico Gaetano Filangieri troviamo una installazione decisamente a contrasto con l’ambiente che la circonda, l’opera di Jaime Hayon creata per Bosa, la Ceramic Tower, che raccoglie i pezzi più iconici della collaborazione fino ai prodotti appena presentati.
Entrando nel complesso di S. Domenico, cuore dell’evento, il cortile del Complesso, è allestito dall’architetto napoletano Giuliano Andrea dell’Uva con i pezzi della nuova collezione Carpet disegnata per lo storico brand campano Ceramica Francesco De Maio.
In un angolo del cortile è stato realizzato un angolo di casa, che è il manifesto sull’estetica dell’imperfezione Margherita Rui in collaborazione con la fornace siciliana 950 ninefifty. L’ intento è evidenziare le peculiarità dell’oggetto artigianale che anche attraverso le sue imperfezioni ci mostra la sua unicità e bellezza. Progetto, una collezione di rivestimenti, che ha lo scopo di riportare sul mercato la Scuola di ceramica di Caltagirone.
A rappresentare l’Italia nomi conosciuti come: Botteganove, De Castelli, Fabscarte, Forma&Cemento, Medulum, Fratelli Basile – 1830, si affacciano a questo evento anche nomi stranieri come Milla Novo, Constance Guisset Studio,l’architetto Aline Asmar d’Amman in collaborazione con Laboratorio Morseletto.
Uno spazio, Seminario, è stato dedicato ai giovani designer e brand con meno di 3 anni di storia alle spalle, brand che non hanno ancora realizzato collezioni ma singoli pezzi immediatamente pronti per l’ordine e la commercializzazione, come: Mirei Monticelli, Tom Robinson, Basis Rho, Studio Rlon.
Tra le opere che più hanno attirato la nostra attenzione in una delle sale troviamo un tradizionale lampadario Rezzonico presentato da Sylcom direttamente da Venezia. Il lampadario interamente lavorato a mano è presentato come se fosse stato coinvolto in un esplosione, e ogni pezzo fosse rimasto fermo nel tempo. L’idea presentata dal direttore creativo, Debonademeo, è una rielettura in chiave contemporanea di un lampadario in vetro soffiato, i lampadari Festa, disegnati dagli art director, Lulù di Domenico Rinaldi e BonBon di Andrea Lazzari. Ogni pezzo è attaccato a un filo di nylon e guardando in uno specchio posto sul pavimento sotto il lampadario, possiamo vedere le cose da un altro punto di vista e tutti i fili scompaiono improvvisamente.
Interessante il progetto Eleit una giovane startup che presenta una serie di pezzi di design che permettono anche agli chef stellati di presentare in modo “consono” ai loro locali, la tradizione del food italiano più povero. Ogni pezzo è pensato e progettato sul concetto del “mangiare con le mani”, nasce così la collezione riti, della quale fa parte “scarpetta”, uno strumento del quale possiamo dedurre la funzione.
A spiccare tra i vari progetti è OOH design, il cui nome è un riferimento all’esclamazione di stupore dei bambini, la collezione è frutto della collaborazione tra Gala Rotelli e Orsola Fontana.
Piccoli oggetti per la casa in vetro soffiato dalle forme inusitate e alternanza di trasparenze e policromie.
Edit Napoli non è solo un luogo fisico dove esporre i propri lavori ma un’etichetta, “Made in Edit”, che investe sui designer. L’esclusiva collezione ORA fa parte del marchio e propone un’idea specifica di wellness.
Edit è stata più di una mostra, è stato un momento ricco di occasioni per gli imprenditori e riflessioni su design e tradizione che si fondono attraverso differenti voci e stili. Giovani esordienti e nomi conosciuti si sono messi in gioco e la valorizzazione del territorio e la sostenibilità dei materiali sono stati temi centrali della mostra. La speranza è quella che il design editoriale venga sempre più conosciuto e apprezzato soprattutto a livello nazionale e che riesca a farsi spazio e trovare un ruolo predominante all’interno del mercato.