La bellezza, il sogno, la fuga ed anche la frivolezza, ma soprattutto la natura, perché, come ha detto Gianbattista Valli, nell’orrore di quello che stava succedendo la natura continuava a fiorire.
Questi i comuni denominatori del Haute Couture Autunno Inverno 2020/2021. Una tre giorni insolita, che ha però dato la possibilità agli stilisti di dare libero sfogo alla loro immaginazione, confrontandosi con nuovi modi di comunicare, organizzata dalla Fédération de la Couture et de la Mode e fatta non solo di sfilate, ma anche di interviste, fashion portraits e approfondimenti legati al mondo dell’arte, aperta da Naomi Campbell e dal suo discorso sull’inclusività che cita Nelson Mandela.
Prima a presentare la collezione, lunedì 6 Luglio, la maison Schiaparelli con il video Imaginaire che mostra Daniel Roseberry disegnare la collezione sulla panchina di un parco di New York. La maison decide di presentare solo i bozzetti nei quali appare esplicito il riferimento al mondo di Elsa e quindi al surrealismo, modo per evadere dalla realtà, tramite immagini d’archivio.
Iris Van Herpen presenta un unico abito in organza bianco che si srotola sullo stesso pavimento in cui le perle nere che lo ricamano formano un albero della vita, simbolo di rinascita. Protagonista di Transmotion è Carice Van Houten.
Le Mythe Dior è sicuramente il protagonista di questa prima giornata, se non di tutta la Couture. Maria Grazia Chiuri ha voluto il regista Matteo Garrone, per ricreare un mondo onirico, fatto di creature mitologiche che vagano senza vestiti in un paesaggio bucolico, che è in realtà il Giardino delle Ninfe a Roma, è che, al passaggio di due uomini che trasportano un baule contenente dei piccoli manichini con i vestiti della collezione, decidono di indossare gli abiti. La collezione vuole celebrare il lato nascosto e magico della realtà attraverso la moda e per ottenere questo Matteo ha voluto fondere gli abiti nei colori dei paesaggi.
Il baule è un chiaro rimando al Theatre de la Mode del secondo dopoguerra e verrà inviato ai clienti nel mondo. Non mancano mai nelle collezioni della Chiuri gli omaggi alle donne, stavolta alle artiste del surrealismo, che diventano ispirazione, insieme alle bambole e al film Il racconto dei racconti.
Come si evince dalle parole dello stesso designer, l’ispirazione della collezione di Giambattista Valli è la natura ed in particolare il rapporto con essa ed il desiderio che deriva dalla mancanze di viverla. Sullo schermo, accanto a Joan Smalls che indossa le creazioni, immagini di paesaggi in movimento realizzati dallo stesso designer con il suo cellulare, che ci danno la sensazione di essere dietro il finestrino di una macchina in movimento.
Ad aprire la seconda giornata ci ha pensato Chanel, il cui desiderio di opulenza, brillantezza, sofisticatezza ma anche eccentricità di Virgin Viard si è tradotta in un romanticismo ultra rock. La nobile autorità delle eroine dei dipinti del XIX secolo e il mondo di Karl Lagerfeld si impersonificano in una principessa ribelle e punk che veste tweed anche la sera, grazie ai ricami che lo rendono prezioso, ed indossa gioielli audaci per andare a ballare in una discoteca degli anni 80.
Ci sono poi Alexis Mabille, che fa sfilare le sue creazioni ispirate alle dive di Hollywood in una scatola rosa shocking che ricorda le confezione delle Barbie, Stephane Rollande che presenta le sue creazioni in un set tutto bianco dove i capi che giocano principalmente sulla monocromatica opposizione del bianco e nero ed hanno forme rotondeggianti, sono impreziositi da cristalli in oro argento. Il mood è quello anni 60 ed è anche sottolineato dalla musica. Infine, Alexandre Vauthier il cui fashion film in stile anni 80 dura solo trenta secondi.
Un movimento immaginario in quarto episodi crescenti è Artisanal, collezione co-ed di Maison Margiela, che svela, nell’ultimo giorno della Couture solo il primo di quattro episodi. Come un trailer dall’effetto che rimanda alle immagini dei rullini, ma multicolor, il breve filmato, svela poco e fa crescere la curiosità per quello che ancora dovrà venire.
La Retour aux Sources, un ritorno alla fonte nella sua forma pure, è il viaggio di Elie Saab nel quale le immagini dei bozzetti e della realizzazione degli abiti si intervallano con quelle di elementi naturali, ponendo l’attenzione all’energia e al suo potere di creazione. Tornando indietro alle radici lo stilista libanese vuole omaggiare l’artisticità e sprofondare nella bellezza della natura, presentando una collezione che ancora non esiste e che sarà realizzata solo in seguito.
Viktor and Rolf, sono stati coloro che hanno saputo rappresentare meglio le sensazioni di questo periodo, riuscendo ad unire la frivolezza della couture con il peso dell’attualità. La voce narrante di Mika descrive uno per uno nove creazione raggruppate in tre guardaroba che rappresentano altrettante sensazioni che tutti abbiamo provato in questo strano periodo e formate ognuno da un abito lungo d’ispirazione nightwear, una vestaglia e un cappotto. Ansia è rappresentata da colori cupi e dalle nuvole di un cielo uggioso. Confusione, quella delle tante emozioni contrastanti, è rosa e con le emoji. Infine, Amore ci ricorda cosa è importante nella vita ed è rappresentato dal bianco e dai cuori ovviamente.
Of Grace and Light di Valentino è il dialogo tra Pierpaolo Piccioli e Nick Knight che chiude la couture. Nessuna collezione, che verrà invece presentata il 21 Luglio a Cinecittà, ma solo un video che l’anticipa, nella quale una donna danza nello spazio e con lei danzano anche i tessuti.
La couture ci ha sempre fatto sognare, ora però incarna la nostra voglia di fuggire verso il bello ed il meraviglioso. È una via di fuga verso qualcosa di già conosciuto, ma che per troppo tempo è stato dato per scontato.