foto-grafie di FEDERICO CANNATA
“Mi chiamo Dita.
Sarò la tua amante questa notte.
Vorrei metterti come in uno stato di trance…
Mi spingo dentro la tua mente quando meno te l’aspetti.
Proveresti a respingermi,
se comandassi io e ti trattassi come un bambino.
Ti lasceresti andare in modo quasi selvaggio.
Lascia che la mia bocca vada dove vuole andare.
Arrenditi a me e fai come dico.
Arrenditi e fa a modo mio.
Ti darò amore”.
Sono le parole della canzone scandalo della cantante Madonna, tratto dal suo album Erotica, ad introdurre il nuovo progetto artistico del fotografo di moda Federico Cannata che indaga su dei valori universali attraverso la potenza dell’immagine.
“Erotico” termine che designa, già in Platone, di quella forza cosmica che porta gli uomini ad elevarsi, verso il bene, verso la Bellezza, una parola propria del mondo delle idee. Il tema dell’erotismo, inteso in senso letterario e figurativo, significa, appunto, senza abitare fisicamente in nessun luogo. L’erotismo è un’idea, una concezione personale di quello che può essere il desiderio fisico, l’amore, la passione, il tradimento, il dolore. L’aspetto erotico oscilla tra due poli opposti: l’eccitazione come elevatezza dello spirito e la lussuria più sfrenata, volgare, che sfocia nella pornografia. Nel primo caso è un pensiero positivo teso nell’attesa di sogni irrealizzati e, forse, irrealizzabili, come un altrove sognato che un giorno si presenterà alla nostra porta e ci darà la possibilità di “volare”.
Federico Cannata mette in scena un gioco illusorio con moderne velature, un lavoro artistico che raccoglie con sé non solo la fotografia ma anche la video art, musica, istallazione: un complesso di idee esercitato sul corpo di muse e di veneri che hanno ispirato nei secoli i grandi maestri della pittura e che in maniera tangibile le hanno immortalate per sempre nel nostro immaginario.
Le iconiche opere di Tiziano, Giorgione, Botticelli, Francisco Goya, Manet e molti altri vengono stampate su carta (riciclata) e coperte da strati di plastica (raccolta per strada) che innesca sui corpi nudi delle veneri un gioco intrigante di trasparenze, che ci lascia intravedere i loro seni, capezzoli, gambe, mani, occhi teneramente passionali che vogliono rapire lo spettatore. C’è un erotismo in ciascuna che emerge e che diventa più potete delle moderne immagini porno-erotiche che circolano sul web. Ci emozioniamo così tanto nel vederle che le nostre mani vorrebbero toccare quella pelle e la nostra bocca si vorrebbe “sfamare” dei loro bellissimi corpi. C’è un cambio di prospettiva e di significato in ogni opera da parte del fotografo, voluto e dovuto.
La rappresentazione del nudo, si manifesta timidamente e allo stesso tempo senza regola. Ma Erotica non è solo un progetto d’arte, l’intenzione del fotografo è quella di metterci difronte ad un mandato futuristico che risulta poi tanto attuale di una denuncia sull’abuso ossessivo di plastica in tutto mondo, che continua imperterrita ad essere usata dall’uomo e che sta distruggendo visibilmente il pianeta in cui abitiamo e facciamo arte.
Ma la serie di scatti può essere interpretata attraverso un ribaltamento della questione stessa: tutti questi temi (plastica, consumismo, distruzione del Pianeta, ecosistema, inquinamento, riciclo, deforestazione) forse ci stanno distogliendo da temi primordiali dell’uomo? Come quello, ad esempio, della ricerca perenne di nuove forme di Bellezza che salva e libera dai peccati ignoranza. Forse ci stiamo dimenticando della potenza comunicativa dell’arte? Ci ispira ancora?
Sono forse queste opere a poterci guidare verso un futuro prossimo?
Anche questa è una provocazione che il fotografo Federico Cannata ci mette in un vassoio d’argento per porteci finalmente concedere delle domande di riflessione. Da ora in poi non possiamo più fuggire.