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Oum Kulthum, cantante simbolo egiziana dalla voce che attraversava le diverse culture del mondo arabo, è la donna che oggi, in occasione della festa della donna, vogliamo ricordare.

Nata ai primi del Novecento, ancora bambina, essendo vietato alle donne esibirsi in pubblico, cantava travestita da beduino. La sua voce dal forte impatto le procurò da subito un grande successo tanto da essere richiestissima alle cerimonie in tutti i villaggi.

Inoltre, la sua grandezza artistica travalicò rapidamente i confini egiziani e la sua fama le valse il titolo di Ambasciatrice dell’arte araba.

La sua cifra stilistica, imitata, ma senza successo, era un fazzoletto tra le dita teso verso il pubblico per condividere i passaggi più emotivi dei suoi brani.

Il poeta Ahmed Rami scrisse per lei ben 137 testi di canzoni, che, quando lei le interpretava, lasciavano gli ascoltatori incantati. Il parlamento egiziano interrompeva addirittura le proprie sedute per permettere ai deputati di ascoltare i suoi concerti trasmessi in diretta radiofonica.

Anche lo stilista Azzedine Alaia una volta raccontò che le canzoni di Oum erano divenute la colonna sonora della sua vita.

Invece, l’artista iraniana Shirin Neshat, che abbiamo avuto il piacere di ospitare nel nostro magazine, le ha dedicato un film nel 2017 intitolato ”Looking for Oum Kulthum”.  http://www.youtube.com/watch?v=sZNhZquoZos 

Shirin Neshat ha detto che “Oum Kulthum mi ha stregata naturalmente per la sua musica, ma anche perché è stata la più idolatrata, popolare e iconica artista del Medioriente nel XX secolo, pur essendo una donna”.

Oum nel 1967 canta all’Olympia di Parigi, De Gaulle la definisce la Dame, mentre per la Callas è senza dubbio l’Incomparabile.

Morirà dopo una lunga malattia nel 1975. Quattro milioni di persone parteciparono al suo funerale per le strade del Cairo, il secondo più grande funerale nella storia dell’Egitto, dopo quello del presidente Nasser.

Oum resta la voce dell’Egitto, ancora oggi i suoi album sono infatti tra i più venduti nel mondo arabo.