“Mangiami!” diceva un biscotto e “bevimi!” l’etichetta di una boccettina e così Alice si ritrovò ad essere prima piccola piccola e poi gigante. Pensando a lei Marco De Vincenzo si diverte a confondere le proporzioni nella collezione autunno inverno 2020.
Come un bambino che sta giocando con le bambole De Vincenzo esagera alcuni accessori, ne rimpicciolisce altri, gioca con i volumi, accorcia orli e ribalta tutte le regole dell’abbigliamento tradizionale.
Ed è proprio sulle note di una versione nuova della famosa canzone di Patty Pravo, che una giovane donna, ladylike, ma allo stesso tempo divertente e allegra, calca le passerelle indossando macro polo in maglia, pull e cardigan oversize, e orli cortissimi che si intravedono a malapena sotto cappotti utility, giacche balloon e abiti palloncino, tra cui spiccano i minidress di pelle drappeggiata su base di crinolina.
Sono però i dettagli a rendere la collezione unica: tasche giganti e bottoni macro sui capospalla, nei quali le cuciture sono a vista. Le bluse hanno colletti a punta tanto enormi da scendere oltre le spalle. Spille macro ricordano quelle vintage e le borse sono così piccole da essere portate in vita come cinture. Ed infine orecchini a cerchi che in realtà sono una lente d’ingrandimento, con cui vedere i piccoli dettagli o attraverso cui i macro accessori ci appaiono così grandi.
Le texture vanno dal check dell’outerwear, al lurex in total look che da gonne, maglie e cardigan si espande su sciarpe, collant, scarpe fino alla nail art. I collant diventano un prolungamento dei capi d’abbigliamento, in particolare quelli degradè che riprendono i mini abiti. Gambe velate conducono a stivale e pump dalla punta arrotondata in vernice, pelle laminata o croc, e a sandali in velluto con un grande pompon.
De Vincenzo ritorna alla sua infanzia soprattutto nelle pettorine, l’elemento incantato della collezione, nelle quali sono rappresentate le scene magiche di alcuni cartoni animati più amati dal designer.
Una collezione con la quale lo stilista vuole reagire ai tempi. Una via di fuga, alla base della quale c’è l’approccio personale di Marco.