Il 17 febbraio alle ore 17 ha sfilato la maison per eccellenza della London Fashion Week, Burberry by Riccardo Tisci.
Stesso giorno, stessa ora , luogo diverso: lungo una pedana di specchi sotto la volta vittoriana di vetro del Kensington Olympia Exhibition Centre, sulle note live di due grandi pianoforti a coda suonati da Katia e Marielle Labeque.
Nelle prime file, il parterre di celebrità come Mahmood, brand ambassador italiano da ormai quattro anni, e la bionda Kate Balchet.
In passerella l’esercito di top model e celebrities fra cui Gigi e Bella Hadid, Kendal Jenner, Maria Carla Boscono, Irina Shayk.
Lo stilista italiano, in una Londra post Brexit, non delude le aspettative, anzi, porta alla memoria l’orgoglio britannico, un ritornando all’heritage che da sempre contraddistingue in brand.
Meno streetwear e più abbigliamento classico, seppure rivisitato in chiave contemporanea, ripercorre i ricordi dei sui primi passi da designer a Londra, intitolando la collezione Memories.
L’iconico check, il tartan e il Principe di Galles ritornano maestosi tra i tessuti del brand made in Britain. Cosi come i colori: beige, grigio, nero e bianco, dove si fanno spazio anche i toni del rosso, in total look per l’uomo.
“Il fatto di essere tornato a Londra di recente – una città che ho scoperto per la prima volta da giovane studente –
mi ha dato un vero senso di nostalgia.
È stato il luogo dove ho imparato ad essere me stesso e una città dove ho acquisito la fiducia per essere l’uomo che sono oggi.
Ho questo forte sentimento di orgoglio quando penso agli inizi della mia carriera, quando ero un designer emergente e stavo ancora imparando il mio mestiere e prendevo ispirazione ovunque potessi trovarla.
Il ricordo di questo periodo speciale e formativo della mia vita è ciò che ha influenzato questa collezione – dai luoghi che ho visitato e dalle persone che mi circondavano alla musica che mi ha ispirato. È questo lato del mio viaggio personale che ho voluto fondere con i codici e il linguaggio che ho iniziato a definire qui a Burberry“
Riccardo Tisci.