La sfilata Haute Couture Autunno-Inverno 2020 di Dior , ha avuto luogo a Parigi, al civico 30 di Avenue Montaigne.
L’artista femminista Penny Slinger ha realizzato per l’occasione un mondo mistico in cui fiori, aria e acqua, dipinti sulle pareti dell’atelier, si incontrano oltre ad un grande albero centrale connesso al ruolo delle donne e alla forza femminile.
Tra i primi look, il consueto statement di apertura: “Are clothes modern?” di Bernard Rudofsky.
È il titolo di una mostra del 1944 al MoMa, in cui il celebre architetto mise in discussione la natura della moda, ripensando all’abito come un’entità a metà tra architettura e abbigliamento.
L’abito su cui Maria Grazia Chiusi scrive il claim è una toga lunga bianca, cinta in vita da un cordoncino. Un abito che rimanda alle statue greche e che si allinea con il pensiero del designer-architetto che definiva gli abiti dell’epoca quasi dannosi per il corpo della donna, costringendo la donna ad adattarsi alla forma dell’abito. La toga, invece, è un indumento che per sua natura non ha una costruzione: è il corpo stesso a definirne la forma.
La collezione segue le linee classiche di Maria Grazia Chiuri per Dior, ma questa volta con note dark: prevale quindi il nero, riproposto su pizzi, velette appoggiate al viso e abiti da gran ballo, e con una serie di accessori come sandali rasoterra, chocker con grandi ciondoli dorati, orecchini pendenti decorati da perle di fiume.
Secondo il volere del Presidente della Repubblica francese, subito dopo la sfilata Marlène Schiappa, segretaria di Stato francese per le pari opportunità tra donne e uomini, ha consegnato il titolo di “Cavaliere della Legione d’Onore” a Maria Grazia Chiuri per il suo coinvolgimento e la sua visione creativa della moda e della haute couture.
«Mi sforzo di essere attenta al mondo e di creare una moda che assomiglia alle donne d’oggi. Una moda che le accompagna nelle loro trasformazioni, per sfuggire alle categorie stereotipate “maschile/femminile”, “giovane/meno giovane”, “ragione/sentimento”, che peraltro presentano aspetti complementari»
Maria Grazia Chiuri durante il suo primo défilé per la maison Dior.