Milano, questo weekend, ha dato il via alla settimana della moda maschile, tra eventi, sfilate e party.
A dare il via è stato il talento di Alessandro Sartori per Ermenegildo Zegna: il designer ha scelto l’ex area industriale Falck a Sesto San Giovanni come location, che presto verrà riqualificata dopo anni di abbandono, per ospitare residenze, parchi e un’area di ricerca dedicata alla salute.
La filosofia della location si ripercuote anche nell’estetica della collezione. Alessandro Sartorio spiega la necessità del riutilizzo: non per forza si deve creare qualcosa di nuovo partendo da zero.
“È nostro dovere vivere in modo responsabile, e io lo faccio usando i mezzi creativi che ho a disposizione, dalla produzione dei tessuti al know-how tecnico della sartoria, fino alla scelta della location dello show. Tutto è connesso e trasmette la stessa idea: non è sempre necessario creare partendo da zero. Possiamo riutilizzare e reinventare ciò che già esiste e ottenere tessuti innovativi dai materiali scartati, applicando tecniche tradizionali a un
tailoring contemporaneo, capace di durare nel tempo, così come allo stesso modo trasformare un luogo dismesso in uno spazio creativo”.
Alessandro Sartori
Emporio Armani celebra la libertà d’animo con: toni caldi e note naturali e coniuga il mondo dello sport e quello formale, un repertorio pieno di
possibilità attraverso cui ognuno può raccontarsi liberamente.
Toni calmi e densi, illuminati dalle superfici lucide dei tessuti che sottolineano un ideale di leggerezza. Giacche destrutturate mono o doppiopetto, abbinate a pantaloni ampi, palazzo o a paracadute, con le superfici di organza che definiscono l’assenza di peso. I tessuti di lino e juta, le sete e viscose tinte a freddo aggiungono una nota delicata e immateriale.
A chiudere lo show, gli olimpionici di Tokyo 2020, che Giorgio Armani vestirà con le divise e le tute ufficiali. Olimpici e paralimpici hanno sfilato con un oblò stampato sul petto con i colori della bandiera, mentre gli atleti con una tuta blu mezzanotte.
La leggera spensieratezza di Marni ci porta nel mondo di Peter Pan, ma con un tocco di classe.
Cappelli bizzarri, berretti a tre quarti, accostamenti indisciplinati e liberi tra polo rigate e maglie tinta unita. I colori sono vivaci e l’aria è giocosa nonostante il volto serio.
I pantaloni palazzo portati ampi e morbidi, bermuda di maglia, jumpsuit in Principe di Galles, camicie a stampe floreali vistose e polo con stampe di bibite: Un mix imprevedibile estremamente creativo, esattamente come quello che farebbe un bambino.
L’estate 2020 di Dolce & Gabbana ci porta ai tropici “Made in Sicily”.
Tutto è assolutamente esagerato in uno show in cui Domenico Dolce e Stefano Gabbana non badano ad eccessi, e portano in passerella esploratori rock anni Cinquanta, e una collezione esotica, fatta di camicie stampate banane, pin-up, pois, ananas, palme, angurie e macchine da corsa. Bermuda, pantaloni a vita alta, pantaloni con le pence, giacche sahariane, trench leggerissimi, sneakers pump e sandali.
Donatella Versace sceglie il Punk e dedica l’intera sfilata a Keith Flint, fondatore del gruppo musicale The Prodigy, scomparso lo scorso marzo, al quale era molto affezionata fin dal suo esordio.
In suo onore la collezione è un tripudio di gilet in denim, pantaloni di pelle con maxi cuciture a vista, bandane annodate al collo e boots animalier trasgressivi, da rock star.
E ancora chiodi con frange, T-shirt tie dye, camicie per gli amanti dei motori e abiti sparkling.
Il set è interamente ricoperto di fiori rosa e lilla, la passerella è trasparente, ricorda gli anni passati in visione romantica, a tratti poetica.
Neil Barret porta in passerella trench rivistati, varsity jacket, giacche
sartoriali abbinate a short morbidi, camicie dal taglio perfetto decorate da
grandi lettering e stampe colorate.
Il classico ed il tradizionale si contrappongono e allo stesso tempo
convivono con le grafiche fluo, che caratterizzano non solo i capi, ma anche
il set della sfilata. Le sneaker di ispirazione basket nei toni del bianco, del rosso e del blu.
Una fashion week che sembra regalarci diverse prospettive: per la prossima estate i codici estetici cambiano, assumono diverse forme a seconda della persona.