Riccardo Grassi nasce in Toscana e negli anni ’80 fonda Studio Zeta: uno studio/laboratorio dedicato ad un’avanguardia alternativa e con la mission di ricercare nuovi designer e nuove etichette da proporre a livello nazionale e internazionale ad un mercato estremamente esigente.
Con la stessa ispirazione inizia a collaborare con Pitti Trend ideando “Altro Uomo“, che è ancora oggi una sezione espositiva di Pitti Immagine Uomo.
Nel 1988 si trasferisce a Milano con il suo studio, che diventa Studio Zeta Milano, affermandosi saldamente come uno dei principali punti di riferimento nella moda.
A gennaio del 2012 decide di staccarsi da Studio Zeta Milano, e di creare Riccardo Grassi Showroom insieme a Giusi Braglia: uno spazio in Via Piranesi 4, nel cuore del Meatpacking District del capoluogo lombardo. Una location suggestiva all’interno di un edificio che un tempo era un deposito merci.
Riccardo Grassi Showroom propone RTW Uomo, Donna e accessori, tutti caratterizzati dal design forte e individuale, innovazione e qualità eccellente.
I suoi 30 anni di esperienza, di curiosità e di tenacia gli hanno consentito di seguire attivamente e con successo tutti i suoi progetti, scoprire nuovi talenti e condividere la sua visione e perspicacia della moda e delle tendenze contemporanee.
Ha collaborato, curandone posizionamento e distribuzione, con brand come Maison Martin Margiela, Antonio Marras, Albino, Giambattista Valli, Neil Barrett, MSGM, N ° 21, Fausto Puglisi, Off White, Paula Cademartori, Marco De Vincenzo e molti altri.
Nel 2018 nasce RG Man, uno spazio di 450 metri quadrati dedicato a ciò che piace davvero alle nuove generazioni: lo streetstyle, ma in una formapiù evoluta e ricercata.
Abbiamo intervistato Riccardo per SpaghettiMag. perché crediamo che rappresenti un riferimento importantissimo per il Retail Internazionale e siamo convinti che il suo punto di vista sia estremamente oggettivo e sensibile rispetto a quello che succede nel panorama moda.
- Il tuo ruolo di Retailer ti rende immediatamente percepibili i cambiamenti del sistema moda. Come pensi sia cambiato il fare moda nell’ultimo decennio?
Completamente, oggi la moda è a servizio dei nuovi mezzi di comunicazione e dei giovani che li usano. Tutto ciò che è legato agli anni 90, dalle sfilate, è obsoleto.
Si stanno distinguendo delle nazionalità che sono grandi “divoratori” di mezzi di comunicazione, vedi i cinesi con wechat. Ora la moda è al servizio della comunicazione.
- Credi che l’e-commerce influenzi il modus di fare retail o credi sia il contrario?
Certamente influenza il modo di consumare. Il consumatore moda online farà in modo che ci sarà la scomparsa dei retail e rimarranno solo quelli omnichannel e moderni.
- Credi che il proliferare di designer sia positivo o pensi che provochi un “sovraffollamento” che incide sull’andamento generale del mercato?
Non esiste una regola. Essendo il mercato globale ospita milioni di designer ed è proprio il mercato che decide.
- Nella selezione dei nuovi designer da includere nella tua scuderia, quali sono i parametri che utilizzi?
Internazionalità, originalità e la grinta di affermarsi come designer. Ovviamente conta anche avere una buona azienda alle spalle e i finanziamenti.
- Qual è secondo te il “fattore x” che rende un progetto vincente?
Avere in mente un progetto chiaro, creativo, consistente e internazionale
- Credi che il talento creativo di un designer sia meno importante dell’investimento monetario che vuole/può sostenere?
No, molto importante ma se la creatività non è legata a un progetto non serve. La creatività fine a se stessa appartiene agli anni 80.
- In tanti anni di carriera hai assistito sicuramente alla nascita, lo sviluppo e, talvolta, il declino di brand e realtà aziendali. Chi è che sopravvive oggi secondo te?
Sopravvive chi ha un progetto vincente, idee chiare, che guarda al mondo reale. Nessuno si può esiliare dal modo di trasmettere un suo capo.
- RG MAN è un progetto dedicato allo streetwear, da dove nasce questa volontà di rivolgersi a questo segmento di mercato?
RGMAN è iniziato improntato sul mondo streetwear, ma riguarda il modo di vestire giovane. Si sta evolvendo, così come lo streetwear non sta scomparendo ma cambiando, infatti si è inserito nella “cultura” del vestire maschile, ovvio deve evolversi per non morire.
- Tra tutti i designer che segui e che hai seguito, quale in particolare ti ha dato maggiori soddisfazioni?
Margiela, Neil Barret, MSGM.