Phoebe Philo ha lasciato un vuoto incolmabile, è un dato di fatto.
Da quando non c’è più lei alla direzione creativa di Celine (che per le philofile avrà sempre l’accento sulla è), quella moda radical e timeless sembra abbandonata a se stessa.
L’heritage confident, i volumi avvolgenti, la femminilità androgina, elegante e sofisticata ma mai ostentata, da Celine by Hedi è soltanto un ricordo.
Immediatamente dopo la prima sfilata di Slimane, tutte quelle che fino ad allora si erano sentite rappresentate dall’estetica di Phoebe Philo, hanno iniziato a chiedersi: ed ora come riempiremo i nostri armadi?
Cosa succede, però, se alla direzione artistica di un marchio come Bottega Veneta, ritroviamo uno dei “protetti” di Phoebe?
Daniel Lee ha 32 anni e, oltre che da Cèline insieme a Phoebe Philo, ha lavorato in realtà come Margiela, Donna Karan, Balenciaga. Realtà che oggi cerca di rielaborare riunendole in una sola visione: la sua.
Il vero lusso per Daniel Lee è il tempo. Ed è intorno a questo concetto che ruota anche la nuova campagna di Bottega Veneta per la primavera-estate 2019, la prima sotto la sua direzione creativa.
Gli scatti sono stati realizzati in una casa privata sull’isola di Ischia da Tyrone LeBon, ed esaltano i codici che accomunano lui e la maison del gruppo Kering: il concetto di “moda” è spogliato delle accezioni di patina e fanatismo, fino a purificarsi completamente.
Ciò che viene messo al centro dell’obiettivo sono la spontaneità ed una pacata sicurezza.
Qualcuno ha per caso un flashback? Io si.
E’ un rimando a un film italiano, la rievocazione di un mondo altissimo di cui Daniel Lee si fa manifesto. Quello, non solo di Phoebe Philo, ma anche di Luchino Visconti e Roberto Rossellini, massimi esponenti del neorealismo.
Ogni immagine è estrapolata da una narrazione ed è un omaggio allo stile di vita che rappresenta.
Daniel Lee, debutterà con la sua prima sfilata durante la Fashion Week Milanese.
E non vediamo l’ora di stare a guardare.